Abusi su atlete della ginnastica, una madre: “Mia figlia offesa e bullizzata”

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Foto di repertorio AdamSport.it

Stato Donna, 3 novembre 2022. Le denunce di ex campionesse su presunti abusi psicologici e fisici subiti dalle atlete per mantenere la forma stanno scuotendo il mondo della ginnastica ritmica. Ha cominciato Nina Corradini, poi Anna Basta, e di seguito Giulia Galtarossa. Hanno raccontato dell’inferno che avrebbero vissuto fra diete ferree, lassativi e umiliazioni perché non mettessero su un filo di grasso. Galtarossa ha riportato anche alcune frasi che le avrebbero rivolto constatando un aumento di peso. “Abbiamo un maialino in squadra”.

C’è anche chi confessa di aver pensato al suicidio, di essere andato poi in cura per disturbi alimentari, denunce molto forti per farfalle armoniose e perfette in fase di sviluppo. “Violenza psicologiche per non farci mangiare”, questo il filo che accomuna le storie raccontate.

La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta, e si sta muovendo anche la Procura federale – come comunicato in una nota stampa dalla Federginnastica che cita le denunce comparse su “La Repubblica” il 30.10.2022 – insieme al Safeguarding Officer, organo nuovo, con competenze specifiche, psicologiche e legali.

“Per questo motivo- prosegue la nota Fgi- si invitano tutte le ginnaste e i ginnasti, i tecnici e i dirigenti a farsi avanti e chiunque abbia informazioni contatti la FGI, la quale garantirà riservatezza e ascolto. Solo tutti insieme si possono affrontare questi intollerabili comportamenti e sradicarli dal mondo della Ginnastica che è forte, sano e non ha spazio per chi non condivide i valori dello sport”.

È di ieri la lettera pubblicata dall’Ansa sul racconto che la madre di una ginnasta tredicenne ha fatto a ChangeTheGame, associazione che protegge atlete e atleti dagli abusi nello sport.  “Come vi ho creato, vi distruggo”, diceva la sua istruttrice. La donna è stata la prima a denunciare gli abusi alla Federazione italiana di ginnastica, ottenendo 45 giorni di sospensione per l’allenatrice; ed insieme ad altre mamme si è rivolta al ‘safeguarding office’, la commissione etica della Federazione Ginnastica d’Italia, “ma ancora siamo in attesa di sviluppi”.

“Leggo con sgomento le denunce che in questi giorni si stanno susseguendo legate al mondo della ginnastica ritmica e artistica – scrive all’associazione la madre -, ragazze che hanno deciso di aprirsi e parlare, raccontando la loro storia. Una storia comune ad altre bambine”. Proprio come la sua: “a soli 13 anni mia figlia ha sperimentato l’abuso emotivo, il bullismo e l’isolamento da parte della sua istruttrice, riuscendo a parlarne solo dopo mesi con me. Umiliazioni e mortificazioni pubbliche, di fronte a tutte le compagne, allo scopo di demolirne l’autostima, a tal punto da farla smettere. Un cambio di atteggiamento repentino e traumatizzante da parte dell’allenatrice che è passata dall’incoraggiarla al dileggiarla, schernirla ed isolarla”.

Comportamenti, sostiene, che “non erano sporadici e coinvolgevano anche altre ragazzine apostrofate con epiteti come ‘ippopotamo, vitello tonnato, cinghiale'”. “Questa istruttrice, con mia figlia presente, chiedeva alla sua amica del cuore di non frequentarla, altrimenti avrebbe fatto la stessa fine, cioè quella di dover abbandonare la ginnastica – racconta ancora la donna”.

Di fronte alla bufera è intervenuto il ministro dello sport e dei giovani Andrea Abodi, che ha incontrato il presidente del Coni Giovanni Malagò e il n.1 della Fgi, Gherardo Tecchi per affrontare il tema delle denunce presentate nei giorni scorsi da alcune atlete della ritmica.

“La dimensione del fenomeno sportivo è importante- ha detto il ministro- ma deve essere chiaro che basta un caso per avere la stessa attenzione di centomila. Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati. Siamo praticanti di valori, non predicatori”.

(In copertina foto di repertorio da AdamSport.it)