Le scarpe? Una parte di noi o una moda da seguire a tutti i costi…

Stato Donna, 26 ottobre 2022. Mi hanno sempre fatto sorridere i manichini senza scarpe in vetrine che possono essere meravigliose ma che trascurano il particolare. Perché sappiamo tutti che è il particolare a fare la differenza, le piccole cose che sono la mia fortuna, quantomeno nelle relazioni personali.

Invece riconoscere la scarpa giusta da abbinare all’abito che abbiamo indosso, o all’outfit in generale, non è immediato. Possiamo essere condizionati dal nostro gusto che ci fa scegliere sempre lo stesso tipo di calzatura che, se può essere perfetta per un tubino midi, non lo è magari per un jeans flare. Oppure possiamo cedere alla comodità e mettere sempre lo stesso paio di scarpe perché sono confortevoli.

Poi magari prestiamo più attenzione all’abbigliamento che alle calzature, e quindi abbiamo anche una scarsa scelta nel nostro guardaroba. Oppure non abbiamo un guardaroba, potremmo non avere una grandissima disponibilità economica e quindi dobbiamo cercare di organizzare e di fare scelte che possano essere poi abbinabili a diverse situazioni. E non è facile, abbiamo bisogno di ispirazioni. Meno di consigli, troppo complicato.

Le scarpe sono il prolungamento ideale di noi stessi e giustamente siamo poco disposti a cedere su questo. Oppure possiamo farci condizionare dalle tendenze e decidere che quella ballerina maculata è la morte di un vestitino che abbiamo nell’armadio e non utilizziamo perché di un tabacco che non riusciamo ad abbinare con nessuno dei colori che vediamo in giro e poi magari è anche troppo corto. E quella scarpa diventa oggetto del desiderio e soggetto di una categoria da difendere.

La scarpa al centro, come il cittadino nella pubblica amministrazione. Verrà istituita prima o poi la Giornata Internazionale per la Protezione della Scarpa Desiderata, quella che fa sì che non scegliamo in base alla reale opportunità, ma per il puro piacere di scegliere quella scarpa. Perché sono le scarpe l’oggetto vero del nostro desiderio. Anche quando non sappiamo che è un simbolo fallico, oppure quando diventano motivo di shopping compulsivo, pretesto per pellegrinaggi in luoghi dedicati, templi della calzatura, o causa di iscrizioni multiple a contenitori on-line che presentano quasi tutti, ho detto quasi, le stesse scarpe magari con un euro di differenza.

E magari se le mettete nel carrello e poi le lasciate lì qualche ora vedrete che uno sconticino ve lo fanno sempre, ricordate che il prezzo è dinamico, ma non lo raccontate in giro.
Che poi a noi in realtà non importa, siamo disposte quasi a tutto per avere un certo paio di scarpe. Ma soprattutto vorremmo sapere esattamente che cosa calzare sotto un tubino nero per non sembrare delle anziane signore, che cosa sotto un jeans flare senza fare le nostalgiche, che cosa sotto un pantalone palazzo grigio senza morire di noia da sole mentre le scegliamo, o decidere se il sandaletto di ciniglia che ci sembra stare così bene con la pelliccia ecologica che abbiamo deciso di indossare stasera per andare a teatro, forse ci possiamo ripensare se è gennaio.

Tutto questo naturalmente avviene nel mondo delle donne, perché quello parallelo degli uomini con le scarpe ha, senza generalizzare troppo, spesso un rapporto diverso: da zero a cento in un secondo. Due, dai. Passiamo da chi usa lo stesso paio di scarpe non nella stagione, ma nell’anno solare o scolastico, dal primo fino all’ultimo giorno, con la suola bucata e anche rattoppata un numero “n” di volte dove n spesso tende all’infinito, a chi usa scarpe fatte a mano su misura.

Esiste poi una via di mezzo, spesso coadiuvata dalla presenza di mogli fidanzate compagne figlie migliori amiche, che in qualche modo cercano di indirizzare i riottosi ad investire in calzature, che per molti sono più misteriose delle criptovalute, e sicuramente meno interessanti. Uomini che, un certo numero cospicuo, mi dicono vivere in sneakers h24 senza badare al fatto che se non si supera il metro e ottanta sono impietose, con una spinta verso il centro della terra che purtroppo toglie centimetri spesso preziosi, senza offendere Jules Verne che ci ha costruito la sua fortuna. Ma non è quello il problema vero.

La questione reale, la stessa per donne e uomini, è contestualizzare e saper comprendere il momento, la situazione, l’occasione. Imparare ad essere obiettivi, a guardare l’insieme ed il dettaglio, a non perdere di vista il buon gusto, a mettere del proprio nelle cose e non appiattirsi ne’ fossilizzarsi su quello che viene raccomandato, ma rimanere fedeli a se stessi sempre, riuscendo a non farsi ingabbiare in schemi e copioni ripetuti, avendo cioè il coraggio di essere diversi e andare contro corrente se è il caso. Di cambiare idea senza stravolgersi ma vivendo il momento ed il luogo, hic et nunc, che magari non va bene sempre, ma alle volte sicuramente. Di cercare la bellezza che non è solo estetica, ma stato d’animo e disposizione verso la vita.

Bene, ora possiamo tornare a parlare di scarpe. E comunque io, al tubino aderente midi, abbino bikers neri senza collant, al pantalone palazzo grigio francesine allacciate di camoscio bicolori grigio e bordeaux tacco 12 e plateau, e sotto ai jeans flare calzo décolletés tacco 10 dello stesso colore del pantalone. Diciamocelo, sotto un abitino tabacco le ballerine maculate sono la morte sua.

Simonetta Molinaro, 26 ottobre 2022

 

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