Yoga Space (XX). Chakra uno, la nostra radice
Stato Donna, 22 ottobre 2022. Tutti abbiamo sentito dire o abbiamo pronunciato nella vita la frase “Le radici non si rinnegano”, questa è una verità inconfutabile da cui dipende la nostra salute e il nostro livello di stress. Attenzione! Ciò non coincide banalmente con l’impossibilità di vivere lontano da dove siamo nati e dal non poter essere per felici in quel luogo. Ha infatti un significato molto più ampio che si può semplificare con in nostro diritto di esserci e di affermare la nostra identità a prescindere dal dove.
Per natura siamo legati alla terra così come si è legati alla madre, siamo cioè dipendenti da un concetto primordiale che ci vede connessi a una coscienza solida e radicata in essa. In senso fisico, le nostre esistenze ci vedono in continuo contatto con il suolo, e spesso il senso di sicurezza si realizza nel trovarsi in superfici delimitate. Dal punto di vista del primo chakra i limiti servono e non costituiscono un ostacolo, bensì definiscono il nostro raggio d’azione e contribuiscono alla nostra realizzazione perché fanno confluire i nostri sforzi e le nostre energie in un obiettivo definito.
In senso materiale, dipendiamo dal lavoro, nella società moderna è lo stipendio che ci fa sentire tranquilli, prima si doveva proteggere il cibo dalla possibile aggressione di animali affamati. Questa condizione è innegabile e allo stesso modo è importante vivere secondo i propri principi e nel rispetto dei propri valori perché ci fa stare bene, ecco dunque che le radici non si rinnegano, anzi spesso si venerano. Insomma, in questa condizione agisce la gravità, il senso di stare a contatto con la terra qui e ora.
Per esempio, sebbene sognare è molto importante e fa bene, sognare troppo ci allontana molto dal campo d’azione facendoci perdere il radicamento, facendoci sentire impotenti. Per realizzare un sogno occorre lavorare sodo, essere consistenti fino a raccogliere il necessario per la sua realizzazione.
Un altro aspetto del naturale senso di identità terrena vuole che le caratteristiche legate alla nostra componente fisica, come la pulizia, la sessualità, il parto, l’allattamento al seno, la nudità debbano ricevere il giusto peso, senza essere rinnegate o peggio costituire motivo di vergogna. Rimanere a contatto con questi aspetti naturali è parte di quello che viene chiamato “Grounding” da “ground”: “terra”, spesso è un esercizio valido ed efficace per sconfiggere gli stati di ansia e di depressione. In che modo si applica? Prendendosi un po’ di tempo per osservare le reazioni che sviluppiamo interiormente in alcune circostanze.
A volte infatti, le responsabilità, le scadenze, i mille impegni che ci assumiamo accrescono le ansie, secondo un meccanismo tale che il non prestare attenzione alle paure che ci portiamo dentro, mantiene una certa armonia… armonia purtroppo del tutto apparente e falsa. In questa condizione la cura di noi stessi vorrebbe che si riconoscesse l’insorgere di questi stati di ansia, semplicemente sentendoli per poi analizzarli, spiegarseli, fino a smontarli per assumere nei loro confronti un atteggiamento più dimesso ed equilibrato.
Dunque il contatto con la realtà così descritto al livello dei chakra coincide col primo, chiamato in Sanscrito Muladhara cioè “radice”, situato alla base della spina dorsale, ovvero nella zona perineale.