Stato Donna, 21 ottobre 2022. La prima premier donna nella storia d’Italia viene dal centrodestra ed è Giorgia Meloni. Quello che era nell’aria da mesi e che è stato anticipato in conferenza stampa stamattina è confermato. La leader di Fdi sfonda il tetto di cristallo, il suo è un ulteriore scatto in avanti nel coinvolgimento femminile ai massimi vertici dello Stato.
Abbiamo visto, 30 anni dopo il 1946, le donne diventare ministre, presidenti di Camera e poi del Senato, presidenti della Corte costituzionale, le abbiamo viste auspicare la presidenza della Repubblica a gennaio scorso senza riuscirci.
Giorgia Meloni non proviene da quell’area di femminismo di sinistra che l’ha duramente criticata in campagna elettorale e che la vede come un incubo, come il fumo negli occhi, come l’avverarsi di una iattura che mai avrebbero voluto le riservasse la storia. Classe 1977, premier a nemmeno 45 anni, si è raccontata in un libro molto venduto dove parla di affetti, amore, famiglia, radici, politica. Il suo motto “Sono Giorgia, sono una donna, una madre, una cristiana”, è stato un tormentone ripreso in tutte le salse.
La sua vicinanza a Orban e a Vox l’ha più volta messa nel mirino delle critiche mentre si è distinta, d’altro canto, per un convinto atlantismo anche nella guerra in Ucraina, secondo una tradizione della sua parte politica, in linea generale.
E sulle Pari Opportunità? Il nuovo ministero (sono 6 le donne ministre su 24) si chiamerà della “Famiglia, natalità e Pari opportunità”, a guidarlo sarà Eugenia Roccella, la parlamentare candidata anche a Foggia, ed eletta, che una decina di giorni fa ha polemizzato sui social con l’uscente ministra Bonetti. “Ha varato ieri la Strategia nazionale per i diritti Lgbt aggiungendo che il testo è “vincolante” per il governo che verrà. Vincolante non è, ma la ministra, che evidentemente ritiene la Strategia Lgbt una patata bollente, ha voluto ridurlo a una semplice mossa pubblicitaria, evitando accuratamente di farsene davvero carico e di attuarla. Due piccioni con una fava: Bonetti fa finta di accontentare le associazioni Lgbt, ma si sfila dall’applicazione della strategia e cerca di fare un’uscita di scena tra le luci della ribalta mediatica. Applausi”.
Ecco, questo è un esempio di passaggio del testimone dall’una all’altra ministra in un clima di forte polemica che, su certi temi, crediamo, caratterizzerà tutta la legislatura. Come sulla 194 di cui un piccolo esordio aveva già dato il senatore Maurizio Gasparri.
Non abbiamo mai avuto una donna nel ruolo di premier, né tantomeno un’ex missina, né possiamo pensare che l’azione di governo faccia perno solo sulle questioni di cui sopra. Siamo convinti che tale azione si debba valutare alla prova dei fatti, d’altro canto alcune personalità di questa compagine esecutiva sono già note politicamente e mediaticamente. Il centrodestra sa bene di avere su di sé gli occhi del mondo che lo osserva, il Paese su molte questioni è forte di una matura società civile.
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Giorgia Meloni merita questo traguardo