Stato Donna, 14 ottobre 2022. Giorgia Meloni è la prima leader donna, fondatrice di un partito politico, a vincere le elezioni in Italia. Ma noi siamo davvero pronte ad accettare l’idea di avere un Premier Donna alla guida del paese?
“Meloni infrange il tetto di cristallo”, questo il titolo di apertura della puntata di Porta a Porta andata in onda il 29 settembre scorso.
All’indomani della vittoria alle ultime elezioni politiche di Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, Bruno Vespa ospita un partèrre totalmente femminile: Isabella Rauti (FdI), Simonetta Martone (Lega), Stefania Craxi (FI) per il centro destra e Beatrice Lorenzin (PD), Mariolina Castelloni (M5S), Maria Elena Boschi (Azione-Iv) per il centro sinistra.
L’ipotesi, supportata dai consensi ottenuti alle urne, è che la Meloni si appresti a diventare la prima donna premier nella storia della Repubblica Italiana.
Alla domanda “Giorgia Meloni da premier potrebbe aprire la strada ad altre figure femminili a cariche di rilievo?”, la sondaggista Alessandra Ghisleri illustra nel dettaglio le percentuali espresse dagli intervistati. “La cosa più interessante è che le più scettiche sono proprio le donne perché pensano non cambierà nulla per loro. Politicamente, il centro destra la vede molto positivamente mentre le donne del PD un po’ meno. Le donne di Azione, invece, molto molto bene”.
Il dibattito tra le signore si anima, pervaso da recriminazioni, puntualizzazioni ed attribuzioni vere o presunte, fino a quando la Lorenzin gela tutti affermando candidamente che “nonostante sia un evento positivo, una nuova conquista, non si può pretendere che gli avversari politici, che non si riconoscono nella cultura e nell’ideologia sovranista, possano essere contenti che proprio una sovranista sia andata al Governo”.
Dal Made in Italy, passiamo al Made in Europe.
Il 7 ottobre, la ministra degli Affari Europei francese Laurence Boone dichiara: “Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà”. Il rischio è di far scoppiare un caso diplomatico.
La Meloni chiede l’immediata smentita da parte del Governo francese di “parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano”. Il presidente uscente Mario Draghi usa toni rassicuranti ma è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che richiama tutti all’ordine: “L’Italia sa badare a sé stessa nel rispetto della Costituzione e dei valori dell’Unione Europea”.
A chiudere l’incresciosa vicenda è il capo di Stato Emmanuel Macron che si dice disposto a lavorare “di buona volontà” insieme al futuro premier italiano e assicura, “piena amicizia e fiducia” in Mattarella e nelle sue scelte.
In mezzo a tutto questo marasma, a pochi giorni dal primo incontro per la formazione delle Camere, l’irriverente Giuseppe Cruciani lancia il suo anatema dai microfoni del programma La Zanzara in onda su Radio24: “Come stanno impazzendo le donne di sinistra, le Sinistrate. Quelle donne che odiano, voi sapete chi. Odiano quella che è stata chiamata la Ducetta. Stanno impazzendo perché c’è una donna che non appartiene alla loro consorteria, una che non appartiene alle loro lobbies, non appartiene ai loro circoletti benpensanti. Una che non parla ogni giorno di diritti. Una che non parla ogni giorno di schwa, di cambiare il linguaggio, di linguaggio inclusivo, una che non parla di quote rosa e di omosessuali tutti i santissimi giorni. Una che non è lì per cooptazione, perché l’hanno voluto i maschi. Una che sta per diventare presidente del Consiglio. Pensa come stanno impazzendo queste di sinistra, le donne sinistrate della politica italiana e non solo. E magari mette pure in riga Berlusconi e Salvini, questa qua. Tu capisci come stanno impazzendo?”.
Per fortuna, in fondo al tunnel sembrerebbe esserci un barlume di speranza: da dieci anni, l’11 ottobre si celebra la “Giornata internazionale delle ragazze e delle bambine” e l’unica verità è stata diffusa dal canale web della community Freeda. Alla fine di un video, diventato virale, una stand up comedian americana rivolgendosi al pubblico esclama: “Siamo state condizionate a pensare che le altre donne siano una minaccia quando, in realtà, sono delle alleate! Non ho ragione?”.
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Non ho mai creduto nella sorellanza femminile come anche non prendo in esame mai la fratellanza maschile che va e viene a seconda dei giochetti politici. La rivolta contro la persona Meloni non la approvo, perché manifesta una non accoglienza, una non inclusione, un non razzismo, un non pregiudizio. Ho usato volutamente le parole di cui si riempiono la bocca tutte quelle che gridano allo scandalo. Le parole sono i gesti. Se verso la Meloni non esiste una accettazione sia sul piano umano sia sul piano elettorale (perché qualcuno l'ha votata!!) a parole, io dubito che costoro siano veramente accoglienti, inclusive, democratiche, non razziste.