Il viaggio della sposa in “Mio leggiadro amore”, poesie di Daniela Marasco

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Stato Donna, 24 settembre 2022. “Mio leggiadro amore”, l’ottava raccolta poetica di Rita Daniela Marasco, torna caparbiamente a proporre, in linea con le precedenti esperienze letterarie dell’autrice, una silloge di poesie d’amore.  Ciò che è cambiato rispetto al passato è esattamente l'”Oggetto”, e il destinatario del sentimento amoroso, ancora una volta tenero e appassionato, dal respiro totalizzante e universale.

L’impatto emotivo delle ricadute sociali della pandemia da Coronavirus ha infatti profondamente colpito l’autrice, medico chirurgo ospedaliero, conducendola inaspettatamente sul fatidico e agognato “sentiero”, tante e tante volte menzionato nei suoi componimenti, e alla cui infaticabile e disperata ricerca Daniela Marasco ha improntato e orientato tutta la propria produzione poetica.

La scelta di abbracciare, nella quotidianità dell’esercizio della Professione Medica, il percorso della vita consacrata, reifica il profondo significato della conversione, che definisce come una personale e autentica “rivelazione”: Dio ha manifestato il Suo volto nello sguardo sofferente dei pazienti, dei migranti dei ghetti di Capitanata, dei mendicanti, e l’opera del medico e quella della Sposa del Signore si fondono in un amplesso indissolubile, che è l’abbraccio dell’accoglienza e della solidarietà.

“Mio leggiadro amore” diventa pertanto un florilegio di preghiere, accorate eppure straordinariamente spontanee, preghiere di supplica e autentiche dichiarazioni d’amore, rivolte allo Sposo celeste, l’Arcangelo San Michele, il quale ha mediato con “fraterna prepotenza” la conversione dell’autrice.

La copertina del libro di Daniela Marasco, Delta 3 edizioni

L’opera è infatti articolata in tre sezioni: la prima, “Lungo il sentiero”, sintetizza gli antefatti della rivelazione, descrivendo lo stato d’animo, la condizione emotiva e spirituale sulla quale la grazia vivificante e illuminante del Signore è intervenuta.

Segue una brevissima sequenza di immagini, rubata alle esperienze di volontariato maturate nei ghetti di Capitanata,  “Istantanee dal Gran Ghetto”,  un fugace excursus che delucida il lettore sul “terreno” sociale, culturale ed emotivo sul quale la stessa conversione ha potuto attecchire rigogliosa: l’amicizia con l'”anziano” del Gran Ghetto di Rignano, Moustapha, la preziosa collaborazione con la Caritas dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino e l’esperienza dell’ambulatorio itinerante, la profonda devastazione della morte,  costituiscono le “premesse” della successiva tranche di poesie.

La terza sezione, “Il viaggio della sposa”, è un nutrito capitolo dedicato alla felicità, innocente e galvanizzante, della novella sposa, appena consacrata al Principe degli angeli, che prepara e introduce l’ultima e più importante, “Mio leggiadro amore”, ispirata all’amore estatico e contemplante per il Signore, un Dio ineguagliabile, uomo tra gli uomini, Padre capace di amare con materna tenerezza.

Il contenuto ultimo dei versi di “Mio leggiadro amore” è l’ancestrale pellegrinaggio alla ricerca dell’amore, dell’amore assoluto, totalizzante ed eterno che “non tradisce la promessa”, quell’amore troppo spesso cercato negli affetti umani o nei beni materiali e che, nel libro, si rivela “l’amore di Dio”, anche oggetto di questa graziosa raccolta poetica, che potrebbe, pertanto, rivelarsi un’utile e gradevole lettura.