È morta Elisabetta II: ecco Camilla, la regina consorte

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Foto: economy magazine

Stato Donna, 19 settembre 2022. Siamo prossimi alla conclusione dei funerali solenni con cui l’Inghilterra e il mondo si apprestano a salutare definitivamente la regina Elisabetta II. Un affetto, quello del suo popolo, testimoniato in luoghi difficili come la Scozia e soprattutto con le file interminabili di Londra, con attese che hanno messo alla prova ogni umana resistenza.

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Un rispetto partecipato da tutto il mondo, al punto che domani ci sarà uno straordinario raduno di politici e sovrani da far accapponare la pelle per la preoccupazione della sicurezza. Lo scenario ideale di ogni film di spionaggio e d’azione! In questi lunghi giorni di lutto tutti hanno ricordato la bravura di questa donna, diventata regina giovanissima ma preparata a questo ruolo sin dall’infanzia, un ruolo che ha onorato fino agli ultimi eroici giorni, quelli della estrema fragilità causata dall’avanzata età, affrontati con una straordinaria forza di volontà e senso del dovere, che, insieme alla sua grazia, è il lascito che il mondo intero le riconosce.

Un solo errore, nella sua lunga carriera da regina, dicono: non aver compreso che il popolo la voleva presente a Londra alla morte della giovanissima ex nuora Diana. Errore cui pose rimedio, con quell’inchino, inusuale per la sovrana più importante del mondo, al passaggio del feretro. Come nonna, avrà pensato che tenere i nipoti, improvvisamente privi dell’adorata mamma, lontani dal caos di Londra era una buona idea. Idea forse giusta ma non compresa dagli inglesi.

In realtà io credo che ci sia stato, nella sua vita di regina e madre, un precedente errore. Non ha compreso l’importanza del legame fra il principe Carlo e la sua prima fiamma, Camilla Shand. Complice in questo anche la Regina Madre, cui tutti attribuiscono la trovata di far sposare all’erede al trono una ragazza di ottima famiglia, senza storie sentimentali precedenti, che avrebbe nella migliore tradizione accettato senza problemi il ruolo che le avevano assegnato.

Queste due sovrane hanno sottovalutato quello che di solito connota un matrimonio cui si augura una lunga vita: avere caratteri non necessariamente simili ma avere certamente una visione simile delle cose importanti della vita. E nulla di tutto questo c’era fra Carlo e Diana, tra l’altro molto più giovane del marito. Il principe ha avuto un’infanzia anche di solitudine come quella della stessa Diana, abbandonata dalla madre per un nuovo marito; ma Carlo ha saputo riempire questo vuoto (necessariamente causato da genitori assenti e chiamati ad altri compiti) di interessi notevoli, come l’arte, lo studio, l’attivismo in campo ambientale, la vita aristocratica con i rituali della caccia, delle riunioni di fedelissimi amici.

Lei, Diana, di un’altra generazione, aveva nel frattempo coltivato un amore per l’infanzia, tanto da lavorare come maestra d’asilo, forse coltivando poco le scuole di stampo tradizionale e certamente poco condividendo lo stile di vita aristocratico della cricca del principe, che conduceva a trovare interessanti anche le passeggiate “nel fango”, come è stato detto. Il suo mondo, man mano che si sgretolava la sua vita di coppia, si è sempre più aperto verso una umanità sofferente. Il principe ha continuato la vita di sempre. I figli, amati da entrambi, non hanno compiuto il miracolo di tenerli uniti. Fino alla tragica fine della principessa, allontanata dalla famiglia reale, come accade a tutti i licenziati, che hanno la buonuscita ma perdono lo status sociale.

Foto: Tebigeek.com. In copertina foto di Economy Magazine

Carlo non era stato capace di lottare per mantenere saldo in gioventù il suo interesse – ricambiato – per Camilla. E come poteva farlo se nella sua rigida educazione di futuro sovrano il dovere era l’unico imperativo categorico? Difendere con forza qualcosa di importante richiede un coraggio al quale il principe non era stato abituato. Forse riceveva anche le risatine beffarde del papà, il quale, solo, senza genitori, con una madre sordomuta e schizofrenica, allevato come parente povero dai parenti ricchi, ha avuto le occasioni per tirare fuori una forza che è mancata al figlio. Nessuno nella famiglia reale ha capito l’importanza del legame fra questi due giovani.

E nonostante Elisabetta abbia sposato il suo principe Filippo per amore, come la loro vita insieme ha ampiamente testimoniato, non ha saputo comprendere il figlio. Poi, pian piano, ha capito. È sempre stata una donna intelligente, dice di lei chi l’ha conosciuta anche solo un po’. E venticinque anni fa ha iniziato a modificare i suoi comportamenti e a guardare con occhi diversi l’ex ragazza del figlio, quella Camilla che nel frattempo era invisa al mondo intero per la sua intrusione nel matrimonio di Carlo. Arrivando pochi mesi fa ad auspicare per Camilla il ruolo di regina consorte, senza tentennamenti.

In mezzo a questi fatti resta la tragedia di una ragazza, Diana Spencer, che è stata sacrificata per i tanti egoismi e le tante incomprensioni. La sua morte ha messo il sigillo definitivo a questa tragedia. L’antipatia per Camilla rende abbastanza difficile immaginare come questa donna abbia vissuto quegli anni. La gente nei giudizi solitamente non va tanto per il sottile. Era stata l’amante. Era sicuramente la colpevole.

Poi qualcosa è cambiato, non solo nella regina ma in tutta la famiglia. Persino nei ragazzi che l’hanno vista per anni rivale della loro mamma. Deve aver tenuto un comportamento a dir poco eccellente se è riuscita a farsi accettare innanzitutto dai due giovanissimi principi. E di nessuno il parere conta più del loro, figli di una mamma adorata persa troppo giovane.

Il male, forse William ed Henry lo hanno compreso, non si delinea con una linea di demarcazione tracciata superficialmente e in modo rigido. Il male è ambiguo, si insinua sottilmente e tende a cancellare le tracce del bene. Quella che ora è diventata la regina consorte accettata da tutti, anni fa ha chinato la testa e ha ricominciato daccapo. I comportamenti giusti le hanno dato ragione. La disposizione d’animo giusta le ha dato ragione.

Resta ancora in piedi il confronto con Diana. Un confronto improponibile quanto a bellezza, a mito. Ma forse ora è arrivato il momento non solo di seppellire la Regina per antonomasia, ma anche di dare finalmente pace allo spirito di Diana, e di consentire ad una famiglia di andare avanti.

​Maria Teresa Perrino, 19 settembre 2022