Stato Donna, 18 settembre 2022. Ha destato un certo stupore la notizia che la famosa attrice Gina Lollobrigida, alla bellezza di 95 anni, è stata candidata al Senato in circoscrizioni del Lazio (Latina), della Sicilia (Catania, Messina, Taormina) e del Veneto. Mi sono imbattuta subito in un commento negativo, secondo il quale non era il caso di candidare starlette e ballerine (la dicitura di questo mantra comprende anche l’espressione ‘nani’).
Ricordo di aver trovato di cattivo gusto questo giudizio, che non andrebbe applicato a nessuna categoria e a nessuna donna di spettacolo giovane, figuriamoci ad un’attrice come la Lollo che ha dato sicuramente lustro all’Italia per decenni. La sua carriera di attrice è nel ricordo collettivo di tante generazioni, unite dalla contemplazione della sua perfetta bellezza, del suo brio, della sua bravura, anche di cantante lirica.
Nel film in cui impersona un soprano realmente esistito, Lina Cavalieri, le arie sono cantate tutte da lei. Né dobbiamo dimenticare la sua immensa bravura di fotografa e il suo talento di scultrice. A tutto questo aggiungerei anche che, senza nulla togliere alla sua bravissima rivale Sofia Loren – gli italiani, si sa, amano fare duelli alla Bartali e Coppi in ogni campo – questa donna si è affermata senza aver avuto dalla sua parte persone potenti. Quando le ha conosciute, lei era già la Lollo.
Tanti scatti la immortalano con Fidel Castro, Christian Barnard, il chirurgo che ha aperto la strada dei trapianti di cuore. La Premier Indira Ghandi era sua amica e ospite a Roma. Definirla una starlette è riduttivo e in qualche modo offensivo. Anche le starlette hanno il cervello formato da 86 miliardi di neuroni e non vedo perché partire con un bel pregiudizio in anticipo, ipotizzando, in chi coltiva il mestiere dello spettacolo, un funzionamento negativo della massa neuronale! Magari si potesse ipotizzare una ben precisa categoria da cui stare in guardia!
Diciamo che gli ultimi anni non offrono uno spettacolo sempre dignitoso quando si parla di candidature e di politica. Certamente in un giudizio sulla vecchiaia di questa icona del cinema italiana ha contato la lite familiare che si è scatenata all’interno della sua ristretta famiglia: il suo unico figlio ha chiesto ai tribunali di vedere la capacità della madre di amministrare il suo cospicuo patrimonio, nel timore che venga circuita da un segretario tuttofare. E in questa tristissima vicenda familiare l’attrice è stata assistita dall’ex magistrato Antonio Ingroia, il quale si è opposto con tutte le sue forze all’idea di una donna non lucida nelle sue decisioni.
Ingroia nel frattempo si è inserito in un raggruppamento politico che appare una novità nelle prossime elezioni del 25 settembre e ha pensato di candidare la sua assistita più famosa. Nonostante l’età, nonostante non possa di fatto condurre una campagna elettorale faticosissima anche per i candidati più giovani. Qualche ospitata in tv, e poi sulla Lollo era sceso il silenzio, giustificato anche non troppi giorni fa da una caduta in casa che le ha procurato una frattura scomposta del femore per cui è stata operata, sembra con successo, è dopo cui è già attiva.
Quella di Ingroia è stata una mossa di pura pubblicità. Su questo non c’è dubbio. Ma ci deve essere anche altro. Forse quando ci avviciniamo veramente alle persone, senza la mediazione dei mezzi di comunicazione che giocano allo scoop anche esagerato, si possono scoprire qualità insospettate. Non si può fare una carriera artistica così importante e così ampia se non si hanno doti speciali.
In una recente intervista sul Corriere della Sera, Vittoria Gassman, figlia del grande Mattatore, ha raccontato che il suo nome completo è Vittoria Gina Gassman. Lei è la figlia americana del grande attore, all’epoca legato all’attrice Shelley Winters, grandissima interprete di film americani e straordinaria moglie di Alberto Sordi nell’inquietante film italiano “Un borghese piccolo piccolo”. Vittoria, che fa il medico geriatra a New York, spiega così il motivo del suo secondo nome ‘Gina’: la mamma Shelley Winters, mostro sacro del cinema statunitense e che di attori e attrici se ne intendeva, “vedendo nell’attrice italiana la donna più bella del mondo, volle aggiungere questo secondo nome” alla figlia.
Verrà eletta Gina Lollobrigida? Difficile dirlo, ma, come si usa dire in questi casi, ha già vinto. Contro la vita che vuole le persone anziane cedere porzioni di libertà personale, ai figli o ad altri; contro la vita che dà ragione quasi sempre ai giovani, quasi che la demenza senile sia contagiosa come il covid; contro chi ha guardato con il naso arricciato la sua candidatura e forse non vede con lo stesso sdegno candidature moralmente peggiori.
Intanto questa candidatura non è una novità assoluta. Nel 1999 l’attrice fu candidata al Parlamento Europeo con i Democratici di Romano Prodi, con i quali arrivò ad ottenere 10.000 preferenze personali. Sono due anni che in Italia si abusa della parola ‘resilienza’, con la quale in psicologia si definisce la capacità di reagire ai mali della vita. Persino i soldi che ci deve la UE sono definiti resilienti. Chi oggi in Italia è più resiliente della Bersagliera? Nessuno.
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