Stato Donna, 16 settembre 2022. Paola Marino e Giovanni Cera, entrambi di S. Severo, ricordano il cantautore Matteo Marolla scomparso stamattina, un simbolo della città ma di tutta la Capitanata visti i messaggi di cordoglio che da ogni parte si leggono sui social, parole di amici, musicisti, sindaci e amministrazioni.
Di seguito il testo scritto da Paola Marino con la collaborazione di Giovanni Cera.
“Non ci posso pensare, non mi sembra vero, non è possibile, sono le frasi che si alzano intorno a lui, intorno al suo nome, intorno alla città di S. Severo, perché va via un simbolo di questa città, l’eterno ragazzo che con la sua chitarra girava i locali, le piazze. Matteo Marolla è stato in realtà un incompreso, un genio delle parole e della musica, un cantautore lento e buono, a volte troppo buono.
Stamattina avevi la serenità di ciò che si è fatto senza pentimenti. Forse qualcosa poteva essere fatto meglio, persino certi sbagli. Freschezza e raggi di sole dolci come uva piena. Così ci si lascia guardare, come hai fatto tu. Siamo fatti per pochi, e pochi sono fatti per noi. Ma in quella ‘pochezza’ c’è tutta l’immensità. Ed oltre. Il cuore è quell’organo vitale e prezioso che non si può aprire a tutti. Dietro la facciata e la soglia, le stanze riservarle solo a pochi. Queste sono state le nostre chiacchierate piene di arte, di sogni e di paure.
Matteo è stato uno degli uomini più buoni che io abbia conosciuto, con la sua risata netta, quella che ho e rimarrà nella mia testa. Il passo silenzioso e l’approccio quasi a chiedere scusa per il disturbo anticipava quasi ogni incontro, ogni colloquio, le chiacchiere su tutto ma mai banali hanno accompagnato intere serate. E mo’ con chi parleremo di musica, di parole e di vita. Matteo ne aveva da raccontare, torti subiti e resistenza nel mestiere di autore, musicista, cantante.
Durante la pandemia poi era stato uno dei pochi a continuare a scrivere fino a produrre uno dei suoi pezzi più belli. Dedicato a chi non solo è stata la sua compagna di questi anni ma il supporto più forte al suo lavoro. Una chitarra e il tempo sospendeva il suo corso, fosse uno dei suoi artisti preferiti De André o il suo amore per Matteo Salvatore. E le tante canzoni scritte che accompagnano alcuni decenni segnati dai sogni, come quelli che accompagnarono il suo primo successo “Enrica…” e poi le altre.
Quasi una colonna sonora che ha incrociato le diverse generazioni di una città dove la cultura artistica serpeggia in maniera clandestina, mai riconosciuta nella sua potenzialità. Matteo è il testimone di una generazione mancata, in una città dove si ama solo dopo, quando è troppo tardi. Avremo modo di raccontare la poesia e la musica di un giovane artista che ci lascia in maniera improvvisa e inaspettata, ora è tempo di lacrime e dolore insopportabile”.
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