Da Foggia a New York l’arte di Miki Mu, tenace, caparbia e colorata
Stato Donna, 14 settembre 2022. Nome d’arte Miku Mu. È Michela Muserra, tenace, caparbia, talentuosa ma l’aggettivo che più le si addice è colorata! Nel carattere, nell’espressione. Così come lo sono le sue opere d’arte. Perché di questo si parla. Di arte, che Miki da Foggia ha trasferito a Brooklyn. Illustratrice molto apprezzata, dopo gli studi fatti all’Accademia delle Belle arti a Foggia, ha deciso di esprimere al meglio il suo talento oltre oceano.
Quando è nata la tua passione per il disegno?
Credo da piccolissima, mia madre ha ancora dei miei disegni fatti verso i 4 o 5 anni.
Qual è la tua fonte di ispirazione?
Direi tutto ciò che assorbo dall’esterno. Musica principalmente, ma anche emozioni personali e di persone amiche. A volte anche storie di sconosciuti, di semplici passanti. Di sicuro tutta l’energia che ricevo dalla città di New York.
Affronti temi legati al sociale e all’ambiente, così come utilizzi colori sostenibili. Perché questa scelta?
Sono sempre stata appassionata alla questione ambientale e ho cambiato molti anni fa molte delle mie abitudine personali che potevano in qualche modo ridurre l’impatto negativo con l’ambiente. Nel 2019 ho avuto la possibilità di partecipare ad una Summer School per Climate Shapers qui a NY, organizzata dalla FAO e dal Future Food Institute. Dopo quell’esperienza ho incanalato la mia arte, con maggiore determinazione e consistenza, a diffondere più consapevolezza per la questione ambientale.
Ti sei laureata a Foggia. Cosa ti porti di Foggia in America?
Gli anni in Accademia. Sono stati i più belli e decisamente formativi. Sono contenta di vedere in che direzione l’accademia di Foggia si sta muovendo, ha fatto passi enormi. Poi, di Foggia, mi porto ovviamente gli affetti.
Come mai hai scelto proprio New York?
Non l’ho proprio scelta. È stata un po’ una casualità. Ma non appena arrivata ho capito che era la città dove volevo vivere.
Pensi che in Italia sia possibile esprimersi con il tuo tipo di arte?
Si, forse non con la stesse opportunità di NY ma mi sembra che la situazione artistica stia migliorando. Mi riferisco alla street art in maniera particolare.
Ti dedichi al fumetto e ai murales. Due disegni di dimensioni diverse. Qual è la differenza?
In realtà ho un po’ abbandonato l’illustrazione. Non faccio una separazione netta delle due cose. I personaggi che disegno su carta sono spesso gli stessi che riporto sui miei murale. Cambiano le dimensioni, certo, quindi il lavoro su un muro è decisamente più stancante in quanto molto più fisico. Allo stesso tempo il ritorno che si ha, specie con l’interazione con la strada, è decisamente più interessante di un illustrazione su carta.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Continuare a lavorare con l’arte pubblica per far in modo di creare il più possibile un impatto con le diverse comunità di questa città…e altrove. C’è anche un altro progetto un po’ più grande, che per ora non posso rivelare…
Hai pubblicatonel 2015 il libro “If you are happy”, in cui affronti il tema della felicità. Cosa serve per essere felici?
Quel libro è solo un semplice suggerimento delle cose che mi aiutano ad essere più felice. Direi che forse apprezzare quello che si ha, anche nelle piccole cose, ovvero sentire davvero gratitudine anche solo per il fatto che siamo vivi, respiriamo e magari sani, sia una base forte dalla quale partire. Cosa sia davvero, non saprei e non potrei dirlo. È una domanda troppo grande!
Valeria Mazzeo, 14 settembre 2022