Stato Donna, 14 setembre 2022. “Irene Papas è la dea greca che ha conquistato il cinema mondiale e con la sua genialità la sua arte e la sua presenza l’ha portato in tutto il mondo”. Così alcuni giornali greci danno notizia della morte dell’attrice greca Irene Papas, 96 anni, avvenuta a Chiliomodi, vicino a Corinto, dove era nata il 3 settembre 1926. Ha vissuto qui i suoi ultimi anni, nel paese dove è cresciuta, con problemi di salute dovuti al morbo di Alzheimer.
La stampa greca parla di lei come l’iconica attrice che ha lasciato il segno in tv e al cinema e riporta le testate di tutto il mondo che ne hanno annunciato la fine, dall’Italia alla Francia alla Spagna. “Un’emozione globale”, commentano le testate elleniche, per lei che ha onorato il nostro Paese fino ai confini del mondo al punto di essere riconosciuta come la donna-simbolo della cultura greca.
“Figura semplice, dorica, simbolo della bellezza greca, celebre rappresentante della cultura mediterranea all’estero, donna carismatica e dinamica, divenuta nota a livello internazionale per le sue doti recitative e il suo spirito”, su questo si concentra il mondo che dà la notizia.
Il suo vero nome era Irini Leleko, nata il 3 settembre 1926 a Chiliomodi, Corinthia, dove ha trascorso gli anni dell’infanzia. È nata in una famiglia di insegnanti, suo padre era un professore di teatro classico, direttore della scuola Sofikos di Corinto che le insegnò a leggere gli antichi greci.
È la testata https://eleftherostypos.gr/ che fornisce sia un’ampia panoramica di come la stampa internazionale abbia annunciato la sua morte, sia alcuni dettagli sulla sua vita.
Era una di quattro sorelle, il suo bisnonno Stavros Lelekos, intorno alla fine del XIX secolo, scrisse il primo libro di testo di lingua greca (1881), oltre ad altri libri per l’istruzione secondaria. I suoi genitori si sono opposti quando ha detto loro da adolescente che voleva fare l’attrice.
Alekos Sakellarios, che è stato scrittore e regista greco, ha scritto di averla vista per la prima volta camminare in piazza Syntagma- lo riporta eleftherostypos.gr che fornisce sia un’ampia panoramica di come la stampa internazionale abbia annunciato la sua morte, sia alcuni dettagli sulla sua vita – e la descrive come “una bella creatura in un semplice vestito lungo, tutta plissettata, che si muoveva con maestà e allo stesso tempo semplicità. Come se una Cariatide avesse preso vita”, un appellativo, nello sguardo intenso e nelle linee pulite del viso, che si porterà sempre con sé.
A 15 anni ha già intrapreso il suo percorso artistico, avendo lavorato come produttrice radiofonica, cantante e ballerina. Per i suoi primi passi sul palcoscenico, partecipa a produzioni del Teatro Nazionale. Il suo talento unico e le eccellenti interpretazioni in antiche tragedie come “Medea” ed “Electra” la resero presto famosa, leggendario il suo amore e rispetto per il dramma antico erano grandiosi.
Il suo debutto al cinema avviene nel 1948, da allora ha preso parte a più di 80 film, con riprese in tutto il mondo (Chinatown, Hollywood, Jugoslavia, Libano, Marocco, Brasile, Australia, Portogallo, ecc.) con i suoi co-protagonisti, tra gli altri, Marlon Brando, Yves Montand, Gregory Peck, Anthony Quinn, Richard Burton, Gian Maria Volontè, James Cagney.
Oltre agli adattamenti di successo delle tragedie, i suoi film più noti sono l’indimenticabile blockbuster hollywoodiano “I cannoni di Navarone“, dove interpreta il ruolo della combattente Maria Papademou (1961) e “Alexis Zorbas”, che interpreta il ruolo della Vedova (1964).
Il suo debutto teatrale sul palcoscenico di Broadway ha avuto luogo nel 1967 con lo spettacolo “Quell’estate, quell’autunno” al fianco di Ion Voyt (il padre di Angelina Jolie) e successivamente ha interpretato Helen in “The Trojans” (1972) e Clitennestra in “Iphigenia” (1977 ) diretto da Michalis Kakogiannis. Con Vangelis Papathanasio canta in “Odes”, melodie popolari greche arrangiate, e “Rhapsodies” con inni della Settimana Santa. In Italia divenne famosa quando l’attrice recitava in produzioni internazionali dal forte colore greco, nel 1968 intrepretò Penelope nell’Odissea in Tv.
In un’intervista a Città Nuova del 2003 le chiesero: il il teatro aiutare a migliorare l’uomo?
“Se non fosse così Euripide non avrebbe scritto, né io farei l’attrice. Credo che ci sia sempre una speranza dentro le persone, nella gente che fa teatro, che lo scrive, che lo vede: vogliono capirsi l’uno con l’altro, per arricchirsi”.
E come segno che vorrebbe lasciare nel teatro “Non m’importa – rispose- io so che si lascerà da solo. Non m’interessa né avere il mio nome, né che rimangano le mie memorie, né niente. Sulla mia tomba voglio che si canti e si balli. La vita è molto breve e noi siamo piccoli come formiche. Mi piacerebbe vivere per sempre, ma non è possibile. Non cerco falsi aiuti. Magari potessi parlare con Dio!”.
Il suo contributo all’arte è stato riconosciuto sia all’interno che all’esterno della Grecia. Oltre all’Oscar vinto nel 1969 per la sua interpretazione nel film “Z” di Kostas Zavras, ha ricevuto molti importanti riconoscimenti. Nel 1995 è stato insignito della Medaglia di Brigadiere Generale dell’Ordine della Fenice dal Presidente della Repubblica Ellenica, Kostis Stephanopoulos. Nel 2000 le è stato conferito il titolo di “Donna d’Europa” per il suo contributo alla promozione dell’identità culturale europea.
Nella “Scuola di Atene – Irene Papas”, dove oggi ha sede la scuola di teatro del Teatro Nazionale- scrive typos.gr- e dove la grande attrice sognava fin dagli anni ’80 di fondare una scuola, ha festeggiato il suo compleanno nel settembre 2018. La cerimonia è avvenuta con l’Italian Educational Istituto insieme al Teatro Nazionale di Grecia e alla Fondazione Cakogiannis in una celebrazione italo-greca con la proiezione del film “Odissea” (1968) di Franco Rossi, una produzione Rai.
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