Stato Donna, 5 settembre 2022. In questi giorni sembra di essere tornati indietro nel tempo, addirittura a quasi cinquant’anni fa, quando in un periodo temporale tra il 1973 e il 1974 ci fu l’austerity dovuto a vari fattori, in particolare la grande crisi petrolifera che fermò le auto private in molti paesi occidentali, compresa l’Italia, per la carenza di carburanti e per i livelli esagerati dei prezzi dell’energia. Con il tempo tutto si ripete, e anche oggi le fonti di energia stanno raggiungendo prezzi stellari.
E se tornassimo al 1973? Il governo italiano decise alcune misure per cercare di superare il momento critico tra le quali “Domeniche a piedi”, con il divieto di circolazione dei mezzi motorizzati privati (velivoli e natanti compresi) e possibilità di circolazione solo per i mezzi pubblici (veicoli del soccorso sanitario, forze armate e di polizia, pompieri, medici e veterinari, servizi postali, distributori di stampa quotidiana e sacerdoti solo all’interno del territorio comunale di residenza).
Anche le massime autorità potevano spostarsi nei giorni festivi solo con mezzi pubblici. Ci fula riduzione dei periodi di accensione degli impianti di riscaldamento con limiti di temperatura, il taglio dell’illuminazione pubblica, la riduzione degli orari dei negozi, la chiusura anticipata per bar, ristoranti e cinema, la sospensione alle 23 dei programmi televisivi.
Il 2 dicembre 1973 ci fu la prima domenica di stop alle auto private e agli altri veicoli a motore non autorizzati con un risparmio di 50 milioni di litri di carburanti per ogni giornata a piedi (o in bicicletta). Non per tutti fu un grande sacrificio non usare l’automobile e andare a piedi.
Fu, infatti, una grande gioia per tutti i bambini, adolescenti e amanti della bicicletta. Ricordo quella prima domenica: insieme a mia sorella e alle mie amiche infilammo i pattini e partendo dal Bar Atzori fino al Bar Catalano, in quella lunghissima strada da Via Bari a Corso del Mezzogiorno (oggi viale Di Vittorio), andavamo su e giù senza paura di incontrare automobili e di essere investiti.
La strada era tutta nostra, grande e libera. Si sentivano solo le voci e le grida di noi bambini. La felicità era totale. I nostri genitori erano abbastanza tranquilli sapendo che non c’erano automobili in giro, se non biciclette o qualche “circolare” che si scorgevano già da lontano. Tutte le altre domeniche, nonostante il freddo dei mesi successivi, diventarono un appuntamento fisso per il nostro divertimento e quando nell’aprile del 1974 le “Domeniche a piedi” furono sostituite con le “Domeniche a targhe alterne” del traffico privato, l’euforia di noi piccoli fu sostituita dal rimpianto per quelle belle pattinate o pedalate in bicicletta senza problemi.
L’austerity non era stato un periodo poi così male con una eccezione: i regali preziosi per le prime comunioni, cresime o altre ricorrenze furono quasi tutti in argento a causa dell’aumento del prezzo dell’oro che diventò un bene rifugio per difendersi dall’inflazione. Le misure di restrizione furono abolite nel giugno del 1974 con grande gioia degli adulti.
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