Stato Donna, 4 settembre 2022. Il 2 settembre è uscito in digitale #andareoltre, nuovo singolo di Niccolò Fabi, tre anni dopo la pubblicazione dell’album del cambiamento, della nuova metamorfosi, Tradizione e Tradimento. Il pezzo anticipa la grande festa che si terrà in Arena a Verona il prossimo 2 ottobre, quando l’Artista festeggerà i 25 anni di carriera, accompagnato anche dall’Orchestra Notturna Clandestina del Maestro E. Melozzi.
Con un brano musicalmente piuttosto ricercato e lontano, ça va sans dire, dai facili ritmi estivi, il cantautorefabi gioca tra silenzio e sonorità orchestrali, in cui le accordature, quelle sottili affinità da ricercare tra gli strumenti prima che la musica scritta inizi, sono un rimando al tratto di storia qui raccontata: concedere a se stessi la possibilità di amare ancora, lasciandosi alle spalle una storia importante ma finita, cercare di creare nuove armonie, ripartendo da rituali noti e rinnovati da quella grandiosa scommessa che è un incontro che sta crescendo.
Un prosieguo logico di Nel blu, dove i protagonisti vivono “come in un appuntamento su uno scoglio, prima del tramonto” un salto nel blu, che è l’accettazione fiduciosa di un futuro possibile condiviso.
Il lungo preludio di oltre un minuto, inquadra un testo di impianto letterario semplicemente portentoso, conferendo un carattere universale ad un percorso umanissimo, che già riecheggiava in Saffo nel VI secolo a.C., quando la poetessa augurava a se stessa questa possibilità schietta di accogliere l’inconoscibile: ιοίην, che io possa andare oltre, cita l’unica parola di un frammento rimastoci.
Il sentimento più antico del mondo, il primo che la letteratura ha voluto imparare a cantare accanto alla guerra, pungola ed indica la necessità di ricominciare, di rimettersi in gioco, regalando a se stessi una occasione per perdonarsi reciprocamente ed Andare oltre, titolo che annuncia il testo e ne costituisce il primo verso cui si aggancia l’apparente incipit, nonché la chiusura stessa, imprimendo circolarità e amalgama a parole e musica, con una modalità stilistica ben nota al più ungarettiano dei nostri musicisti.
La clip di bell’impatto aggiunge tridimensionalità alla storia, abbinando ai paesaggi sonori, visioni e spaccati del nostro tempo, della nostra contemporaneità, fatta anche di aree militari abbandonate, parchi eolici, aree deforestate.
La sostenibile pesantezza dell’essere felici con cui Niccolò Fabi porge questo nuovo mattoncino sentimentale di un certo peso, come lui stesso lo ha definito, vuole aiutarci in tempi di ristrutturazione, dopo la fatica di un percorso proiettato verso il Costruire. Ed andare oltre è anche una aspirazione che nella raffigurazione della cover (bellissima!) acquerellata da S. Amini, diventa simbolicamente anche la condanna a dover tentare di sostenere, seppur con dei semplici palloncini colorati, il peso di una vita già lunga da raccontare a chi è appena approdato in essa, perché ormai, più che adulti, si arriva all’altro carichi di complicazioni, di strutture mentali, di obblighi e di cicatrici.
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