Stato Donna, 27 agosto 2022. “Allora, sbarchiamo su Tiktok. Uno: io non so ballare, sembro un orso ubriaco”. Carlo Calenda ci è arrivato oggi proprio quando, con l’avvio ufficiale della campagna elettorale in Italia, il social ha attivato un centro elezioni per attingere notizie affidabili, oltre che una serie di hashtag che a esso riportano. Non che questo sia stato decisivo, altri leader politici fanno parte della community già da tempo, tuttavia è curioso il modo in cui il leader di Azione si è presentato. Dunque non sa ballare e “nemmeno- ha detto nel video dell’Agenzia Vista– posso dare consigli di make up perché c’ho la pancia e sono brutto. Però posso parlarvi di politica, di libri, di cultura, e userò questo canale in questo modo. E lo so che non è una cosa comune ma proviamo a fare una cosa non comune. Se voi mi volete chiedere di programmi, di politica, di letture, di mostre di eventi culturali, io sono qui per voi e vi rispondo. Proviamo a usare questo strumento in modo del tutto diverso, proviamoci insieme”.
Giuseppe Conte, stupito e ovviamente contrariato da questo dualismo in cui si cerca di incanalare la propaganda verso il 25 settembre, dopo che ha visto le prelibatezze listate di rosso e di nero, ha chiesto: “Enrico, che ti succede? Stai puntando tutto sulla campagna di demonizzazione di Giorgia Meloni salvo sederti con lei allo stesso tavolo, trattando la Rai come questione privata. Non pensi che di questo passo i cittadini finiscano per percepire la politica come un fatuo e inutile teatrino?”.
Per giorni invece, ha tenuto banco la questione delle devianze di cui ha parlato la leader di Fdi, i social sono pieni di meme che riplasmano in chiave ironica le sue dichiarazioni. Non solo, su Tiktok Giorgia Meloni è stata attaccata da persone che soffrono o hanno sofferto di disturbi alimentari. E lei ieri sera ha postato la foto mentre abbraccia sua madre e racconta che il problema dell’obesità è stato ed è quello della persona “a cui deve tutto”.
Nell’ampia agorà mediatica che, fuori dal web, paragoneremmo al castello di Atlante, tutti si rincorrono con post, tweet, video e spot, ripostando per interloquire, fare domande, contestare, enunciare linee di programmi. È la campagna elettorale più breve e mediatica che si conosca? Forse, e siamo solo a meno di un mese dal voto.
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