Anci Puglia chiede ai partiti di candidare i sindaci. La Torre: “Perché no?”…

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Da sin Adalgisa La Torre (sindaco di Ordona), Noè Andreano (sindaco di Casalvecchio), Lucilla Parisi (sindaca di Roseto Valfortore)

Stato Donna, 12 agosto 2022. Il presidente Anci Puglia Ettore Caroppo ha chiesto in una nota alle segreterie regionali dei partiti di promuovere, e sostenere fattivamente, la candidatura dei sindaci dei Comuni con popolazione inferiore ai 20mila abitanti alle prossime elezioni parlamentari.

“I sindaci sono sempre più penalizzati, sia a livello regionale che nazionale – ha dichiarato Caroppo. – Infatti i primi cittadini dei Comuni con popolazione superiore ai 20mila abitanti decadono dall’incarico se accettano la candidatura in Parlamento. Nonostante rappresentino la figura istituzionale maggiormente esposta pubblicamente, sempre in prima linea, anche quando si tratta di raccogliere voti, quella del sindaco è l’unica tra tutte le cariche politiche a subire, oltre al limite del numero dei mandati, anche l’incandidabilità al Parlamento”.

Dunque la richiesta è “almeno di sostenere la candidatura dei sindaci dei Comuni inferiori a ventimila abitanti, inserendole nelle proprie liste elettorali, valorizzando anche in Parlamento le proficue esperienze amministrative svolte al servizio dei territori e delle comunità”.

Ettore Caroppo,vicepresidente Anci Puglia

La proposta l’abbiamo girata a tre sindaci della Capitanata in piccoli Comuni, a Noè Andreano, sindaco di Casalvecchio, e alle sindache Lucilla Parisi di Roseto Valfortore e Adalgisa La Torre di Ordona.

“Ritengo lodevole la valorizzazione dell’esperienza dei sindaci anche se certi percorsi non si accettano dall’oggi al domani come un’improvvisata – dice Andreano-. Credo che dalla proposta Anci potrebbe partire un laboratorio politico che, fra l’altro, Michele Emiliano ha già iniziato con i civici, ma ritengo utopistico che un sindaco di un piccolo comune possa fare risultato. Io non sono del Pd, non ho nessuna tessera di partito, nell’uninominale un sindaco se la può giocare se sostenuto dal partito, nel proporzionale, dopo i posti per i big, contribuirebbe a portare voti. Io personalmente non accetterei, non ho fatto un percorso e non sarei pronto, fra l’altro dovrei cercarmi qualche sponsor per finanziare la campagna elettorale e noi non siamo circondati da giganti. Questo percorso l’ha fatto solo il Pd, l’unico che ha una sua potenza elettorale”.

Lucilla Parisi, sindaca di Roseto Valfortore: “Sono stata appena eletta, non lascerei il mio paese per fare il parlamentare e non so nemmeno se il Pd, partito per cui voto ma a cui non sono iscritta, accetterebbe una mia candidatura, al massimo sarebbe “simbolica”. Non è facile comunque conciliare le due attività, fare il sindaco di un piccolo comune impegna tantissimo, anche assentarsi dal paese alcuni giorni della settimana è difficile”. Ma si candiderebbe se glielo chiedessero? “Non saprei rispondere alla domanda”, dice a Stato Donna.

Adalgisa La Torre, sindaca di Ordona: “È una buona idea, perché no? ne abbiamo parlato anche nel nostro gruppo whatsapp dei sindaci, è una discussione che ci coinvolge. Un’idea ottima perché nessuno meglio di noi conosce il territorio, e certe volte noi ci chiediamo persino come vengano emanate certe leggi e certi bandi, spesso completamente sganciati dalla nostra possibilità di rispondere ad alcuni criteri. È un esempio per dire che conosciamo bene le nostre realtà. Certo sarebbe difficile conciliare le cose, nei piccoli comuni i cittadini ci inviano messaggi ogni giorno in cui espongono i loro problemi e siamo sempre direttamente informati di quanto succede”.