Il racconto dell’estate e altre storie, sul filo delle parole e della musica

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Stato Donna, 11 agosto 2022. Enza Moscaritolo, docente e giornalista freelance, scrive e si occupa di comunicazione. Ha lavorato in radio e collaborato con varie testate e, di recente, ha pubblicato un racconto. Fra le personalità femminili più rappresentative – dice nell’intervista di seguito per Stato Donna– ci sono Maria Montessori e annovera anche, su altro fronte, la resilienza di Tina Turner.  Fra le scrittrici che ha seguito, prima ancora che venisse creato per lei un parco letterario in Puglia, c’è Mariateresa Di Lascia. Nella sua ultima pubblicazione parla di estate, in particolare quella di ieri, per cui si sente “più ferrata”.

“L’estate in cento parole”. Sui social hai descritto la prima volta che ti hanno pubblicato un racconto per cui, oggi, provi la stessa emozione. Ce la racconti

Ti ringrazio per questa domanda. La pubblicazione dell’antologia “Estate in cento parole”, della casa editrice L’Erudita, avvenuta proprio in questa estate 2022, mi ha riportato alla mente che il primo racconto che scrissi e che venne pubblicato uscì proprio in estate. Frequentavo il liceo e lessi un annuncio sul quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” in cui si invitavano i lettori a inviare i loro racconti. Io ne mandai un paio e il primo venne selezionato. Fu un’emozione incredibile, oggi come allora fa sempre un certo effetto vedere il proprio nome pubblicato, che sia un libro o una pagina di giornale. In quel primo racconto, come in quest’ultimo, c’è il legame con la mia terra e con la mia storia che vivo molto intensamente.

Com’era l’estate di ieri rispetto a quella di oggi, considerando anche che usciamo da un periodo difficilissimo

L’estate è una stagione profondamente cambiata nel modo in cui viene vissuta. Negli anni passati era il periodo dell’anno in cui le città si svuotavano e tutto si fermava, quando tanti negozi erano chiusi per ferie e noi adolescenti ci salutavamo per andare in vacanza con le famiglie, senza possibilità di vederci, se non dopo diverse settimane. Io inviavo e collezionavo cartoline, e lo faccio tuttora.

Ma se sull’analisi del passato mi sento, in un certo senso, “più ferrata”, sul presente credo che sia necessario avere strumenti interpretativi che ci aiutino a leggere i segnali delle profonde trasformazioni in atto. Perché fare confronti non è esercizio affatto facile. Per capire bene il presente cerco di leggere, di documentarmi, di affidarmi a chi ne sa più di me, ed è questo è il consiglio che mi sento di dare sempre.

La cover del libro- Edizione L’Erudita

Studi le donne di ieri e di oggi. Ce n’è una, in particolare, che ti ispira?

Mi piace molto leggere le biografie delle donne del passato, e tra queste una storia che non conoscevo nel dettaglio, ma che mi ha letteralmente conquistata, è quella di Maria Montessori. Una donna eccezionale, dalle intuizioni geniali, con una vicenda professionale e personale ricchissima, ancora oggi di grande modernità. Un modello che è una continua fonte di ispirazione. C’è una frase che mi è rimasta impressa più delle altre e recita “Il lavoro dei bambini non produce un oggetto materiale, ma crea l’umanità stessa: non una razza, una casta, un gruppo sociale, ma l’intera umanità”.

Chissà dove saremmo a questo punto della storia dell’umanità se tutti ne avessero compreso davvero la portata e il messaggio. E poi, dal momento che sono una grande appassionata di musica, ho letto con interesse la storia di Tina Turner. Quanta energia, determinazione e resilienza concentrate in un’unica storia!

Il percorso di affermazione dei diritti delle donne a che punto è? Per esempio ti sei interessata di facoltà Stem, ancora appannaggio maschile, anche se si vedono segnali di cambiamento

Su entrambi i fronti si può dire che la strada è tracciata, ma il cammino da fare è ancora molto lungo: basti pensare a questioni di primaria importanza quali la parità salariale e la presenza delle donne in ruoli apicali, giusto per fare due esempi, per comprendere l’entità e la complessità delle azioni da realizzare.

Le istanze da portare avanti sono tante e tali che richiederebbero davvero una mobilitazione globale, non solo da noi in Italia, ma nel mondo. Vorrei ricordare, a questo proposito, che il quinto obiettivo dell’Agenda 2030 è la parità di genere e l’autodeterminazione delle donne e delle ragazze. Spero di cuore che questi argomenti siano ben chiari anche nell’agenda politica italiana in vista delle imminenti elezioni.

Le donne, o la rete di donne pugliesi, con cui lavori e ti confronti

Ne conosco tante, tutte piene di energia, di vitalità e di amore per il territorio e ogni volta è sempre un piacere ritrovarsi. Portano avanti delle realtà che sono vere e proprie eccellenze che meriterebbero un’adeguata valorizzazione.

Il libro della tua vita

Ce ne sono tanti, ognuno con un significato particolare che tengo per me. Dovendo citarne uno su tutti, “La casa degli Spiriti” di Isabel Allende, un romanzo potente e magnifico.

La canzone che ami di più, lo chiedo anche perché so che hai lavorato in radio

Domanda sempre più difficile! E’ praticamente impossibile rispondere perché ce ne sono un’infinità legate a vissuti, ricordi, momenti importanti, ma ne scelgo una che condivido con mio figlio Jacopo: quando era piccolissimo si rilassava con “Fly me to the moon” di Frank Sinatra.

Lavorare in radio ha una sua peculiarità, qual è?

La radio è uno straordinario mezzo di comunicazione. Per una grande fruitrice di radio (più che della tv) come me, è stata un’esperienza fantastica. Dal mio punto di vista la sua peculiarità maggiore è la forza evocativa, la capacità di emozionare, cercando di cesellare immagini con le parole – e con la buona musica ovviamente – dosando adeguatamente e correttamente la voce, le pause, scegliendo accuratamente le frasi da usare. Per me “Le parole sono importanti”, come diceva Nanni Moretti, non solo nella nostra comunicazione quotidiana, ma anche perché influenzano la nostra vita e le nostre azioni assai più di quanto pensiamo.

A Mariateresa Di Lascia hai dedicato un articolo, prima del Parco letterario per lei in Puglia che ne ha rinforzato il ricordo

La notizia del parco letterario mi ha riempito di gioia e spero che sia la prima di un’ulteriore serie di attività da promuovere per ricordare questa immensa scrittrice, così importante per il territorio di Capitanata. In lei c’era una coerenza di fondo che trovava espressione in diverse forme, dall’impegno civile e politico alla scrittura che rinnova un’ammirazione profondissima. Una figura poliedrica, di un’intensità tale che necessita di essere ancora conosciuta e divulgata.

Un’impresa femminile che per te ha fatto scuola in Puglia

Mi sono occupata molto di sociale, di terzo settore e di volontariato. In Puglia c’è una realtà molto importante, nota da tempo anche oltre i confini regionali. Si tratta di Made in Carcere, un progetto nato da un’idea di Luciana Delle Donne, ex manager di una multinazionale, che produce manufatti artigianali in un laboratorio nel penitenziario di Lecce a partire da scampoli e ritagli di stoffa regalati dalle aziende produttrici e che altrimenti andrebbero al macero. Le detenute impiegate nel laboratorio sono regolarmente assunte e con lo stipendio aiutano anche le loro famiglie. E’ un progetto che coniuga l’etica del lavoro all’economia circolare, di grande attualità in questo momento storico, ma che soprattutto porta un messaggio di speranza.

La scrittura è il filo della tua vita e del tuo lavoro: scrittrice, blogger, giornalista di carta stampata, web, radio. Ho dimenticato qualcosa?

La scrittura è una delle forme di comunicazione che preferisco, l’altra è il public speaking che impiego in molti altri ambiti professionali come la formazione.

Vivi tra Pescara e se nata a Foggia. Cosa ti porti della tua città?

Foggia rappresenta i miei natali, le mie radici, la mia storia, cui sono e sarò sempre legata, un luogo che continuo a coltivare, a rivivere, ad amare. A Pescara ci sono il presente e il futuro da scoprire e da costruire.

(In foto di copertina Enza Moscaritolo, credits Ph. Alberto Gentile)