Le imprese femminili della provincia di Foggia tra le più numerose d’Italia
Stato Donna, 1 agosto 2022. Saranno anche più piccole, più fragili e con una minore capacità di sopravvivenza, ma quanto a voglia di innovazione le imprese femminili hanno una marcia in più. E’ quanto mostra il V Rapporto sull’imprenditoria femminile, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Centro studi Tagliacarne e Si.Camera, presentato oggi a Roma.
La ripresa post pandemia ha convinto un ulteriore 14% di imprese femminili ad iniziare ad investire nel digitale (a fronte dell’11% delle aziende maschili) e un 12% a investire nel green (contro il 9%). A queste si aggiunge, in misura equivalente alle imprese non femminili, un 31% di aziende che ha aumentato o mantenuto costante gli investimenti in tecnologie digitali in questi anni, e il 22% che ha fatto altrettanto nella sostenibilità ambientale (contro il 23% delle altre imprese). Le donne d’impresa, quindi, si sono lanciate nella duplice transizione che le politiche europee sostengono con forza e che rappresenta il core del PNRR italiano. Ma non senza difficoltà. La metà delle imprese femminili, infatti, ha interrotto gli investimenti o addirittura esclude di volerli avviare nel prossimo futuro.
“Di fronte alle grandi sfide poste dal PNRR al sistema produttivo nazionale, le donne italiane a capo di una impresa stanno rispondendo positivamente, accelerando sul fronte degli investimenti digitali e in tecnologie più rispettose dell’ambiente”, commenta il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Ma questa inclinazione va sostenuta ed aiutata. Le imprenditrici, infatti, sentono l’esigenza di migliorare la formazione alle nuove tecnologie 4.0 e green sia a livello scolastico che universitario, di avere un accesso più facile alle risorse finanziarie, di semplificare le procedure amministrative. E chiedono anche una forte e costante attività di sensibilizzazione su questi temi, per comprenderne meglio la portata e gli effetti. Sulla loro strada, le imprenditrici troveranno le Camere di commercio, che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto a tutte quelle donne già impegnate o che aspiravano a impegnarsi nel mondo dell’impresa”.
A fine giugno 2022, l’esercito delle imprese femminili conta un milione e 345mila attività, il 22,2% del totale delle imprese italiane. Questo universo ha caratteristiche proprie rispetto alle imprese gestite da uomini: una maggior concentrazione nel settore dei servizi, minori dimensioni, una forte diffusione nel Mezzogiorno (il 36,8% delle imprese guidate da donne opera in queste regioni, contro il 33,7% delle non femminili).
Le analisi effettuate mostrano anche che le imprese femminili hanno una minore capacità di sopravvivenza: a tre anni dalla loro costituzione, restano ancora aperte il 79,3% delle attività guidate da donne, contro l’83,9% di quelle a guida maschile e, dopo cinque anni, la quota delle imprese femminili che sopravvivono è del 68,1%, contro il 74,3% delle altre.
Più giovani donne, però, scelgono la via dell’impresa: le imprese giovanili femminili sono il 10,5% del totale delle aziende condotte da donne, mentre l’imprenditoria giovanile pesa il 7,6% sull’insieme delle imprese maschili. Fondare una impresa rappresenta anche una via importante di integrazione sociale ed economica e questo vale ancora di più per le donne.
Le imprenditrici di origine straniera sono infatti percentualmente più numerose: tra le imprese femminili, quelle guidate da straniere sono l’11,8%, a fronte del 10,4% di quelle condotte da uomini. Nel secondo trimestre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, il numero delle imprese femminili è rimasto sostanzialmente stabile, crescendo di 1.727 unità.
Il confronto con lo scorso anno mostra un incremento delle imprese femminili soprattutto nell’industria (+0,3%) e nei servizi (+0,4%), tra le società di capitali (+2,9%), nel Mezzogiorno (+0,6%), tra le imprese straniere (+2,6%).
In provincia di Foggia, al 30 giugno 2022 risultano iscritte al Registro delle Imprese 18.653 imprese femminili, su di un totale di 72.238 imprese, pari al 25,8% del totale, una percentuale tra le più alte d’Italia. Comunque la percentuale maggiore a livello regionale con una media per la Puglia che sul totale delle imprese registrate si attesta al 23,1%. Una percentuale che risulta maggiore se si guarda alle imprese attive che risultano essere 17.185, su un totale di 64.181 imprese attive. Con una percentuale pari al 26,7% del totale, oltre un quarto della base produttiva. Il totale degli addetti è di 24.261. “In generale si tratta di piccole imprese, dove il ruolo dell’imprenditrice può coincidere anche con impegni esecutivi nell’ambito dell’organizzazione aziendale e della strategia di posizionamento sul mercato”.
Nel secondo trimestre del 2022 si sono iscritte al Registro delle Imprese di Foggia 319 imprese femminili, a fronte di 193 imprese cancellate non d’ufficio. Un saldo positivo di +126 imprese: 66 nuove imprese si sono collocate nel settore agricolo, 9 nel settore costruzioni; gli unici settori in negativo rispetto ai saldi del secondo trimestre 2022, risultano quello manifatturiero (-7), il commercio all’ingrosso (-20), alloggio e ristorazione (-3) e attività artistiche e sportive (-2).
Forte presenza delle donne nel settore agricolo (8.544 imprese registrate), nel commercio (3.763 imprese registrate) e nella ristorazione (1.287 imprese registrate). L’importanza della componente agricola femminile, comune del resto a buona parte delle province del Mezzogiorno, emerge con maggior carattere se si considera che, a livello provinciale, rappresenta oltre il 45% delle imprese femminili, una percentuale molto superiore alla media regionale che si attesta sul 27% circa. I settori in cui operano maggiormente le imprese femminili sono commercio al dettaglio; alberghi e ristoranti; attività di servizi per la persona.
Delle 18.653 imprese femminili registrate in Capitanata, 816 sono straniere, perfettamente distribuite tra ‘imprese comunitarie’ e ‘imprese extra Ue. Coinvolgono complessivamente 1.199 addetti. Sono, invece, 1.918 le imprese femminili ‘giovanili’ della provincia di Foggia, dove per imprese giovanili si intende l’insieme delle aziende condotte da giovani fino a 35 anni di età, individualmente o a partecipazione societaria superiore al 50%. Coinvolgono complessivamente 2.586 addetti.
Per la presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Foggia, Daniela Eronia, “i dati che emergono dal report sono davvero importanti e confermano che l’impegno profuso in questi anni ha prodotto gli effetti sperati. È un risultato lusinghiero che ci spingerà a fare ancora meglio e di più”.
Il presidente della Cciaa di Foggia, Damiano Gelsomino: “I dati del rapporto certificano che le scelte della Giunta a sostegno dell’imprenditoria femminile del nostro territorio vanno nella giusta direzione, in quanto le imprese femminili hanno bisogno di un maggior sostegno, soprattutto nei primi anni di vita”.
Osservando il profilo giuridico/organizzativo delle imprese si conferma il progressivo aumento negli ultimi 6 anni delle società di capitali sul totale delle imprese. Questo fenomeno, interpretato come sintomo di ‘irrobustimento’ strutturale, è un atteggiamento imprenditoriale in lenta ma costante espansione (ed è incoraggiante constatare che vale anche per le imprese femminili), dettato dalla necessità di un migliore assetto organizzativo e patrimoniale tesi a limitare i rischi di impresa al patrimonio aziendale e a meglio affrontare i mercati. Delle 18.653 imprese femminili registrate, 1.458 sono ‘artigiane’. Il mondo artigianale femminile provinciale annovera un totale di 2.557 addetti, il 10,5% circa del totale degli addetti delle imprese femminili. La ‘pentapoli’ composta dai Comuni di Foggia, Cerignola, Manfredonia, San Severo, Lucera somma un totale di 8.394 imprese, il 45% del totale.