Stato Donna, 28 luglio 2022. Nel ricco cartellone dell’estate orsarese spicca il ritorno dell’Orsara jazz, festival internazionale che è rimasto fermo per 6 anni. Il 13-14 agosto non si vivrà solo, in versione ridotta, quella che è stata una programmazione segnata da collaborazioni e seminari internazionali in circa trent’anni, ma è previsto in aula consiliare un incontro sulla pubblicazione di “Quelli di Orsara Jazz – Una storia pugliese”, il libro che li racconta edito da Pietre Vive, scritto da Michele Ferrara e Sergio Pasquandrea.
Il cortile del Palazzo Baronale ospiterà le note jazz di Michele Guidacci e del Pasquale Rinaldi Quartet. Serata jazz anche quella del 14 agosto, a completare una 48 ore di grande musica, con Antonio Lambresa, Yuri Andrea Pippo Duo, Lucio Ferrara, Greg Burk, Dario Deidda, Pasquale Fiore Quartet.
Questa del 13-14 agosto è “la XXVI1/2 edizione dello storico festival che segue la XXVI svoltasi nel 2016- fanno sapere gli organizzatori- è una ripresa di attività dopo sei anni di sospensione. Un periodo difficile che è raccontato, fra l’altro, nel libro d’imminente uscita. Raccogliamo lo stimolo a riprendere attività culturali con un programma ridotto rispetto a quelli degli anni precedenti (per esiguità di tempo e di budget) ma non meno importante, anzi. Lo definiamo ½ festival ispirandoci liberamente alla filmografia di Federico Fellini. Sarà un festival limitato come estensione temporale ma non come valore dei protagonisti”.
Il programma è centrato su talentuosi musicisti che hanno in comune un doppio legame: il luogo geografico, Orsara di Puglia, e Orsara Jazz. Tre generazioni di musicisti con comuni radici orsaresi. A cominciare da Lucio Ferrara – ideatore e direttore dei seminari internazionali (Orsara Jazz Summer Camp) per dodici anni, musicista, compositore, attualmente docente di chitarra jazz al Conservatorio Nicolini di Piacenza – agli ex allievi dei seminari Pasquale Rinaldi, Antonio Lambresa, e a nuovi talenti come Michele Guidacci chitarrista 14nne. Il programma concertistico spazia dal solo, a formazioni in duo e in quartetto.
Quando il sindaco Mario Simonelli è stato rieletto a giugno scorso, a 20 anni di distanza dall’ultimo mandato, le cronache hanno riportato, fra le altre cose, proprio il fatto che sia stato il fondatore dell’Orsara jazz, il festival che è diventato anche motivo importante di attrazione turistica. Con lui, a porre le basi per una manifestazione del tutto originale rispetto a una ricca tradizione di musica, Michele Ferrara (in foto di copertina) co-autore del libro e “chitarrista per passione”, come dice a Stato Donna.
Ferrara è presidente dell’Associazione “Orsara Musica” che nasce nel 1991, riconosciuta come “ente di rilievo” della Regione Puglia e dal 2012 dal Mibac. Dal 2004 ha dato vita a “Orsara jazz summer camp”, seminari internazionali di musica jazz diventati in pochi anni un punto di riferimento per tanti musicisti e aspiranti tali, eccellenti dal punto di vista didattico ed esperienziale. “In questi seminari-dice Ferrara- si sono formati anche tanti musicisti di Orsara che oggi vivono fuori e lavorano in questo campo, abbiamo connesso una realtà piccola come quella del nostro paese al mondo”.
Ai suddetti seminari dal 2004 fino al 2016 (ultimo appuntamento dal 28 al 31 luglio 2016) anno in cui si è interrotta la programmazione culturale, hanno partecipato circa 1000 studenti provenienti da tutto il mondo, oltre 90 docenti da Stati Uniti, Portogallo, Olanda e altri paesi. “Da New York a Groningen, da Lagos a Boston, Winnipeg, Orsara esporta e importa progetti, collaborazioni che coinvolgono studenti, istituzioni, realtà locali”, si legge sul sito orsaramusica.it”.
Quando Ferrara riprende quella scintilla che scoccò al momento della fondazione, dice: “Il jazz è patrimonio Unesco e Orsara è un paese musicale con una tradizione bandistica importante nel 1700, con eccellenti musicisti negli anni ’50 e ’60. Noi, nati in quegli anni, ci riproponevamo di fare qualcosa di nuovo per non riproporre solo Bach, Beethoven e le bande. Il jazz è sempre stato un mondo dinamico, progressivo, una filosofia di vita, consente una sintesi originale di tutti i materiali a disposizione, è un linguaggio globale ed è stato per noi uno strumento di interazione culturale”.
Fra i tanti artisti arrivati a Orsara, una figura rappresentativa, amica di Orsara jazz, che Ferrara annovera per Stato Donna è Rachel Gould, docente per più anni ai seminari internazionali: “Una musicista jazz che ha scelto di “suonare” la sua voce, ma che ha anche studiato violoncello al conservatorio di Boston, è stata docente a Orsara jazz per due anni. Un’artista e musicista poliedrica che ha girato il mondo, dagli States alla Germania e che si è ispirata a prestigiosi riferimenti, come Carmen McRae prima e, successivamente, Shirley Horn”.
È così ricca l’esperienza passata che trarne qualche nome o evento in particolare dai suoi ricordi non è semplice. Ma c’è una caratteristica che Ferrara evidenzia: “Essendo la nostra di Orsara una realtà molto piccola, con il fascino a dimensione umana, i musicisti, i maestri che sono arrivati qui non sono di quelli che fanno il concerto e vanno via, interagiscono con le persone, dormono qui, si crea una sorta di campus che è un’esperienza teorica e pratica”. Tornerà la rassegna? “Non lo sappiamo- dice Ferrara- dipende da una serie di fattori e anche dal budget che avremo a disposizione”.
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