Premio “I fiori blu”, dove mille voci e storie s’incontrano

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Stato Donna, 21 luglio 2022. Tra pochi giorni, il 28 luglio, terminerà la possibilità di esprimere il proprio voto per decretare i vincitori del proemio letterario “I fiori blu”. Si tratta della terza edizione del premio nazionale che nasce da un progetto ideato dall’associazione omonima, una associazione di promozione sociale nata nel 2019 grazie alla collaborazione di professionisti operanti nella scuola, nell’università, nell’arte, nel giornalismo, nella ricerca e nel sociale. Presidente dell’associazione e direttrice artistica del premio, Alessandra Benvenuto, che ha risposto alle nostre domande.

Hai deciso di impegnarti per la diffusione della cultura. Qual è la risposta che ricevi?

“Non è stata mai una decisione in verità: sono i libri che chiamano e lanciano sfide continuamente o – come disse Calvino proprio a proposito del romanzo di Queneau – ci tirano dal lembo della giacca. Sono mille mondi differenti di voci e storie che chiedono di avere ascolto e che non si conoscerebbero altrimenti. Come si fa a resistere? La risposta nei lunghi anni di incontri e presentazioni   è sempre stata di grande entusiasmo, perché la passione si sente.  E si trasmette come un virus”.

Alessandra Benvenuto con Paolo Mieli e Serena Dandini

L’associazione è formata da vari professionisti. Come nasce la vostra passione per la lettura?

“Ognuno di noi ha un campo diverso di competenze e settori di attività. Oltre me, che lavoro da sempre nel campo delle assicurazioni, ci sono maestre elementari, magistrati in pensione, docenti dell’università, avvocati, ingegneri, dirigenti scolastici, giornalisti, registi, musicisti, ma tutti siamo un bel po’ testardi e ci rendiamo conto dell’importanza delle parole e dell’attenzione al libro e alla lettura, come arma potente contro le trasversalità della devianza e del crimine. Sono processi lenti e necessitano di perseveranza, perché certe mentalità sono come le erbacce, difficili a sradicarsi. Ma la goccia scava la pietra no? E noi, per quanto pur sempre solo gocce nell’oceano, conosciamo molto bene la nostra pietra”.

ll nome “I fiori blu” centra appieno la mission dell’associazione e del premio. Qual è l’intento?

“La mission corrisponde all’idea che possa sbocciare in città un azionariato culturale e sociale che consenta attraverso letture, dialoghi e confronti di far prevalere   senso critico e iniziativa su torbidezze varie e rassegnazione. Potremmo allora – per esempio – provare a immaginare di separarci dalla sfumatura romantica delle questioni di “affinità elettive” (e molto umane) per cui è nata la nostra associazione, compreso l’amore grande per le nostre radici, per ricordare che la lettura è un fattore di sviluppo economico, senza stancarsi mai di ripeterlo. Le regioni italiane con più alti tassi di lettura sono cresciute – di più, negli ultimi quarant’anni – a parità di altre condizioni economiche di partenza. Non lo dico io. Lo ha ribadito Nicola Lagioia, mio amico e direttore del Salone del Libro di Torino. Ed è scritto sulla Treccani.

E il bello è stato scoprire che grossi imprenditori della nostra terra da Luca Vigilante, in primis, fino a Marcello Salvatori e i Capobianco (per citarne solo alcuni) sono illuminati da questa nostra stessa convinzione e ci sostengono con grande generosità e entusiasmo”.

Nomi illustri tra i giurati. Qual è il loro coinvolgimento?

“La Giuria Tecnica ha un ruolo fondamentale nella selezione delle prime candidature, e poi della sestina dei finalisti, tra i quali si scelgono i designati per l’assegnazione dei premi.

È un privilegio enorme per la commissione del Premio poter lavorare da tre anni, con Paolo Mieli che la presiede, e poter avere come riferimento Ritanna Armeni, Sandra Petrignani, Lidia Ravera, Marco Ferrante e Silvia Truzzi che la compongono, sin dalla prima edizione. Alla rosa dei giurati si aggiungono poi – come da regolamento – i vincitori delle precedenti edizioni che esprimono il loro voto per i due anni successivi, cosi come accaduto per Serena Dandini e Massimo Recalcati”.

Un premio che prevede il doppio canale: il voto “popolare ” e il voto della giuria specializzata. Come mai questa scelta?

“È stata una decisione delicata e non semplicissima. Ma ci è sembrato giusto che la garanzia di qualità assoluta di un’opera dovesse godere del filtro dell’autorevolezza massima del punto di vista di scrittori e giornalisti di alto profilo e rilievo nazionale, sia per livello letterario che – in senso lato – culturale”.

Come si svolge il Premio di quest’anno? Modalità di voto e premiazione

“Siamo nella fase conclusiva. I lettori singoli di tutta Italia e la Giuria popolare del nostro territorio sanno che possono votare fino al 28 luglio sul sito www.premioifioriblu.com , un saggio e un romanzo che hanno amato particolarmente o solo preferito. Dalle librerie ci dicono che sono stati molto richiesti tutti i titoli candidati e annunciati sin dalla conferenza stampa di aprile   Ma sarà certamente difficilissimo prevedere le scelte definitive. Accanto al magico Piero Dorfles che parla della sacralità della lettura (pubblicato da Bompiani), quest’anno gareggiano una grandissima Benedetta Craveri con Adelphi e un irresistibile Luciano Canfora alle prese con storia e politica, e poi un amabile Pif, che con Lillo prende posizione raccontando di una deprecabile storia di criminalità diffusa.

Con Massimo Recalcati

Due romanzi molto raffinati, a firma di Enzo Carabba e Piera Ventre, si contendono invece il voto in finale, pubblicati da Ponte alle Grazie e Neri Pozza. Presto, noi della commissione (cui prendono parte anche i delegati dei partner Università, Fondazione Monti Uniti e Ufficio Scolastico Territoriale), conosceremo gli esiti delle preferenze delle Giurie. Gran finale pieno di sorprese il prossimo 15 settembre, nel parco dell’Università di via Caggese.

Sarà un giovedì, come di giovedì si svolge ogni anno lo spoglio dello Strega a Villa Giulia (chissà che la scelta scaramantica ci porti ancora fortuna…). Non mancherà il presidente Paolo Mieli, accanto ad altri componenti di Giuria.  E a condurre quest’anno – accanto a me – l’imperdibile Neri Marcorè.  Presto sarà possibile prenotare il proprio posto, con un libro in omaggio, sulla piattaforma digitale Eventbrite. Ne daremo notizia sul sito e sulle pagine social del Premio”.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

“Noi tutti in associazione abbiamo un lavoro. In particolare nel consiglio direttivo, che è anche segreteria organizzativa del Premio, ci sono un’ingegnera, un insegnante e un commercialista. Ma terremo la rotta del quotidiano, avendo nel cuore la prossima (quarta) edizione del Premio. Impossibile avere altri progetti, la macchina organizzativa è complessa. Le attività cominciano già dal giorno dopo la serata di premiazione e gli imprevisti da gestire sempre in agguato. Ma chissà mai, potremo pensare a far sorgere nuove idee in seno a un progetto già in corsa. Le energie positive si autorigenerano. E sempre, assolutamente sempre, bisogna avere lo sguardo rivolto verso il sole”.

Valeria Mazzeo, 21 luglio 2022