Stato Donna, 18 luglio 2022. L’attesa era tanta. Mai Cerignola aveva ospitato un evento sportivo di tale caratura. Il PalaTatarella era già pieno sin dal pomeriggio per assistere alla finalina per il terzo posto fra Polonia e Turchia. È la squadra del Bosforo a spuntarla, al tie-break (T-P 21-25 25-23 26-28 25-21 15-10), venendo fuori alla distanza e dimostrandosi più pronta e arcigna della compagine polacca. Meritatissimo il podio.
Ma il pubblico non aspettava altro che vedere le proprie beniamine, il Palazzetto esaurito in ogni angolo di posto, io col mio pass-stampa trovo posto ora vicino alla balaustra ora sulle scale. Dopo il consueto allenamento, la partita ha inizio.Parte meglio la Serbia, con l’Italia un po’ frenata, certamente dall’emozione, con Loveth Omoruyi che prova a dare la scossa, ma dopo un testa a testa serrato è la squadra balcanica a portarsi a casa il primo set 25-17.
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Molto meglio l’avvio nel secondo set delle azzurrine, esce fuori la cattiveria anche se la difesa più volte si lascia sorprendere dai colpi morbidi avversari sotto rete. Molto bene Emma Cagnin e Giulia Marconato (con 2 ottimi ace). Si chiude sul 25-17, parità.
Il terzo set è di dominio serbo, molto quadrate e compatte oltre che micidiali in difesa le serbe. Dopo un testa a testa e il solito allungo azzurro dal 6-6 (una costante della gara), viene fuori la squadra avversaria che si impone sul 25-15.
Il PalaTatarella inizia però ad alzare i giri del motore, grazie allo speaker e al grandissimo supporto della “curva” popolata da alcuni ultras dell’Audace Cerignola che dettano il ritmo.
In avvio di quarto set, sale in cattedra Bintu Diop (mia personale MVP del match). Le azzurrine conquistano punti su punti, il pubblico spinge, l’Italia si porta avanti con un buon margine grazie a un muro perfetto contro cui si abbattono i tentativi avversari sotto rete. Sul 18-12 il Palazzetto è una bolgia, un girone infernale azzurro, che scoppia dopo uno scambio assurdo concluso a punti dalle nostre ragazze. Sospinte letteralmente dall’entusiasmo. È 25-19, parità ed Europeo da giocare al Tie-Break.
Tiratissimo, con il pubblico ormai in hype azzurro, le ragazze combattono punto su punto, e dopo il solito 6-6 con testa a testa, allungano, grazie ad alcuni colpi ben assestati di Bintu Diop. Sul 15-11 si chiude il match, il Palazzetto esplode, le azzurre si abbracciano al centro del campo e può iniziare la festa.
Prende vita una cerimonia emozionante. Con le ragazze che corrono ovunque a ringraziare e salutare i tifosi, ancora incredule per l’impresa compiuta. Lo si vede dai loro sguardi, smarriti nel mare delle emozioni. Viene premiato il Dream Team del torneo, composto dalle italiane Loveth Omoruyi ed Emma Graziani e dalle serbe Andrea Tisma, Ana Malesevic, Branca Tica. Premiata pure il libero turco, protagonista di recuperi assurdi in tutto il torneo, Gulce Guctekin e la connazionale Kurt. Ma la MVP del Torneo è italiana, la schiacciatrice Emma Cagnin che prende il premio fra le lacrime di gioia.
Dopo la cerimonia di premiazione, presenziata dalle autorità delle varie federazioni e della CEV, nonché dalle autorità locali, fra cui i sindaci di Cerignola e Andria, la festa può continuare in campo. Con il pubblico che circonda le atlete e le ingloba in un abbraccio collettivo, fatto di foto, selfie e autografi lasciati ovunque, dai pass alle maglie. Immerso in questo caos azzurro, mi guardo attorno, e respiro un’aria che raramente ritroverò a breve.
Le ragazze sono disponibilissime e sorridenti con tutti e tutte, atlete sì, anche statuarie, ma prima di tutto ragazze giovanissime e semplici, coi loro 20 anni, i cassetti pieni di sogni e un obiettivo conquistato con fatica, abnegazione, sacrificio e spirito di gruppo. Lo si è visto in ogni abbraccio, in ogni esultanza, e dietro ogni sorriso. Questo gruppo andrà lontano. Sentiremo parlare negli anni di queste ragazze, dalle Olimpiadi ai Mondiali, passando per la Nations League ieri conquistata dalle senior del volley.
Cerignola ha vissuto e sognato ad occhi aperti per una lunga settimana, palcoscenico di un evento europeo e sportivo che ha coinvolto tutti, dai grandi ai piccini, dai giovani agli adulti. Ha accolto e adottato queste 12 ragazze, che occuperanno un posto nel cuore e nei ricordi della nostra città, che per loro sarà sempre casa.
PS. se poi qualcuna di loro volesse rimanere a giocare qui a Cerignola…le porte sono spalancate! Ad maiora a loro, a Cerignola e allo sport, miglior viatico di crescita, assieme alla cultura, per i nostri amati territori.
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