Emma Gioseffi riparte dalla Cisl e da un’idea nuova di sindacato
Stato Donna, 15 luglio 2022. Nel passaggio di consegne fra Maria Tibollo, già segretaria territoriale della Cisl scuola ed Emma Gioseffi, che è subentrata, a suggellare e festeggiare il momento c’erano altre due donne, Ivana Barbacci, segretaria nazionale Cisl scuola, e Carla Costantino, segretaria Cisl Foggia. Quattro donne, insomma, non diciamo una rarità ma quasi. Quando la chiamiamo per aggiornarci sul lavoro cominciato, è alle prese con una nuova inaugurazione di una sede Cisl, dopo Orsara, a Cerignola.
Emma Gioseffi entra nel sindacato tre anni fa, comincia a farsi notare per la capacità di venire incontro alle esigenze degli iscritti: “Mi ero sempre data da fare anche nelle associazioni universitarie con la compilazione di moduli, domande, richieste, è stata una cosa naturale per me”.
Maria Tibollo, che ora ricopre un incarico regionale, è una figura storica del sindacato: “Certo, io seguo i suoi insegnamenti e mi sta ancora accanto, non è la stessa cosa occuparsi degli iscritti come collaboratore e avere la responsabilità di ogni ordine di scuola da segretario generale. Resto ferma sulla sua scia di valori, non solo quella del sindacato come supporto per i docenti ma parliamo anche di valori come condivisione e solidarietà che devono sempre ispirare il nostro lavoro”.
Sappiamo, e ce lo conferma, che da qualche mese tiene con sé in casa una madre ucraina e suo figlio di 17 mesi: “Mio marito e mia figlia- oggi adolescente, cosa che mi permette di essere più libera e quindi di dedicarmi al sindacato- condividono pienamente la scelta, diversamente non avrei potuto. Qualche anno fa è stata con noi una ragazza brasiliana che è cresciuta con mia figlia”.
Adesso una nuova esperienza di accoglienza ma diversa perché sono ospitate persone che fuggono da una guerra: “Quando madre e figlio sorridono la nostra gioia è immensa, magari sarebbero stati chissà dove in questo momento, in un bunker”. Il sindacato non c’entra con questa scelta personale ma Emma precisa: “Come sindacato ci siamo schierati da subito contro la guerra e contro l’aggressore”.
Il conflitto, il Covid, la crisi economica, anche questo ha cambiato la quotidianità sindacale: “Ci sono tante persone che hanno perso il lavoro e vengono da noi per sapere come possono utilizzare il loro diploma, oppure persone che non hanno trovato i 200 euro in più nel cedolino di luglio e che si sono allarmate. Questo è un segnale di forte disagio sociale”.
Parliamo di scuola molto “femminilizzata” in particolare nell’infanzia e nella primaria, e qualche presenza maschile in più che si nota nella secondaria, in particolare di 2° grado. “È vero, si ha l’idea che la maestra sia una seconda mamma, eppure io, alle elementari, ho avuto un maestro, un uomo, che per me è stato importante. Penso che proprio lui mi abbia trasmesso l’amore per la cultura e per lo studio”.
Laureata in lettere e in scienze pedagogiche, si è iscritta a Bari al corso di laurea in scienze dello spettacolo e le resta poco per finire: “Durante il Covid, che ha bloccato anche l’attività del sindacato, ho deciso di fare qualcosa che mi piacesse e mi fosse utile. Pensavo a un insegnante che lavora con un alunno diversamente abile e che in certe attività risponde molto di più che in altre. Credo molto anche nella formazione digitale, “formare” non “addestrare” come ha detto il ministro, e abbiamo in programma, da settembre, una serie di iniziative per i nostri iscritti. Il mio obiettivo è quello di svecchiare l’idea che la gente ha del sindacato, un’idea ormai superata che si basa, semplicemente, sull’aiuto pratico nel fare una domanda, o nel cercare risposte per utilizzazioni, trasferimenti o altro.
Oltre questo vorrei raccogliere intorno a me una squadra di insegnanti con le loro competenze, organizzare con loro appuntamenti letterari, culturali, con ospiti del territorio e di fuori. Il motto della Cisl è ‘esserci per cambiare’ e dobbiamo metterlo in pratica, cambiamenti positivi in una città che di buone notizie ne ha molto poche. Noi ci occupiamo anche del futuro dei nostri ragazzi, siamo dei formatori e su questo dobbiamo puntare. Cruciani dice che Foggia è brutta? Ma a me interessa più il fatto che una città dia o meno futuro ai giovani, e in questo momento la risposta è che è necessario più sviluppo per il nostro territorio”.
A proposito dell’interlocuzione con gli enti e con il Comune, Gioseffi fa riferimento alla battaglia per tenere le scuole comunali aperte, almeno alcune: “Non abbiamo avuto, come scuola, altri momenti di confronto. I commissari, in questa città, devono puntare fortemente sulla legalità e sulla cultura, perché al punto in cui eravamo arrivati era impossibile continuare.”