Stato Donna, 12 luglio 2022. In genere è preferibile una casa in campagna, o con giardino, comunque più facilmente attrezzabile per il “baby shower” la festa che indica “una pioggia di regali” per il nascituro e che, ai suoi esordi negli Usa, veniva in genere organizzata dalle amiche della futura mamma.
Nel tempo, alla festa hanno preso a partecipare anche gli uomini. Ma a Foggia? È diffusa in questi ultimi anni l’usanza di definire “baby shower” quella che è in realtà un’altra festa formalizzata e che riguarda la rivelazione del sesso del nascituro. Nella liturgia verrebbe prima cronologicamente, mentre la baby shower si collocherebbe poco prima del parto. In ogni caso dipende da come certi usi si sedimentano e noi sentiamo in giro solo questa formula.
Li vogliamo citare Chiara Nasti e Mattia Zaccagni, per fare un esempio di quelli noti? Bene, hanno affittato l’Olimpico per il solenne annuncio, fra coriandoli azzurri in rete e varia esultanza, contribuendo a rafforzare una tendenza, quella delle “feste di rivelazione di genere”.
Nell’evoluzione dei costumi eravamo rimasti alle cene fra amici per fare la confidenza della gravidanza, o alla ludoteca per i primi compleanni dei figli, scomparse le feste in casa e oltre quelle, diciamo così, “sacramentali”. Intanto registriamo la novità: la rivelazione del fiocco rosa o azzurro, che ancora campeggia su qualche portone, può diventare evento prima del previsto, accompagnata da una coreografia importante.
Qualcuno dice di aver visto una scatenata festa su questo tema in un locale del centro di Foggia, all’aperto, molto ben organizzata e partecipata tranne che per l’infelice idea di far partire i fuochi pirotecnici nel bel mezzo della piazza. La sorpresa, ci hanno raccontato, è stata all’insaputa di tutti, persino dei futuri genitori e dei gestori, molto adirati, regalo inaspettato di qualche amico audace, forse. Del resto il gesto eclatante e lo stupore sono spesso tipici di tali incontri fra amici e parenti.
Allora, due sono le cose: o la festa tiene un profilo meno caotico, e quindi da centro cittadino, oppure chi può preferisce location più adatte, meno affollate tipo ville in campagna- proprie o affittate-, locali con il giardino e ampie sale (senza fuochi ovviamente).
A parte la nutrita letteratura sul tema e i vari consigli che in rete si trovano per organizzarla al meglio, la questione dirimente è: in che modo si darà l’annuncio?
E qui si scatena la fantasia. Si può dare il calcio a un pallone per far partire il fumogeno colorato, o far scoppiare il palloncino, tipo pentolaccia, da cui cascano i coriandoli cromaticamente preparati, si può assistere a una simpatica lotta greco-romana tra uomo e donna, abbigliati come bambole o bambolotti, e alla fine del match, in base a chi non va al tappetto, si può desumere se sarà maschio o femmina. Sì, in effetti preferivamo un’attesa meno spettacolare, al massimo con il fiocco davanti casa a cose fatte. E voi?
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Buffonate consumistiche.