Lo ius scholae divide la politica, ma la classe multietnica si è già formata

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Foto- Actionaid

Stato Donna, 29 giugno 2022. Arriva oggi alla Camera l’esame della legge sulla cittadinanza che introduce lo “Ius scholae”, cioè la possibilità per i nati in Italia da genitori stranieri di ottenere la cittadinanza con 5 anni di frequenza delle nostre scuole, e non compiuti i 18, come avviene oggi. Un’attesa che riguarda 877mila studenti.

Ieri, a pochi passi da Montecitorio, si è svolto il flashmob “Italia, ti aspettiamo all’altare” organizzato dalla Rete per la riforma della cittadinanza. E‘ stata rappresentata la celebrazione di un matrimonio, dell’unione tra l’Italia e oltre un milione di giovani ancora senza cittadinanza.

Sotto un arco floreale attivisti e attiviste hanno condiviso le promesse nuziali, simbolo delle aspettative di cambiamento in caso di approvazione della Riforma, alla presenza di testimoni di nozze molto speciali. Fra i partecipanti la modella e attivista Bianca Balti, la designer Stella Jean che ha donato gli abiti della performance, e l’onorevole Giuseppe Brescia a testimoniare l’impegno dell’Italia. Alberto Guidetti (Bebo) de lo Stato Sociale si è occupato del dj set.

La campagna in corso è un’iniziativa della “Rete per la Riforma della Cittadinanza” una task force composta da associazioni e ONG e attiviste/i provenienti da tutto il territorio nazionale per promuovere l’approvazione di una nuova legge di cittadinanza entro la fine dell’attuale legislatura.

Il Consiglio comunale di Bologna ha introdotto di recente, nel proprio Statuto, due modifiche che istituiscono il principio dello “ius soli”, attraverso il riconoscimento della cittadinanza onoraria a bambini di genitori stranieri nati in Italia, oppure nati all’estero ma che abbiano completato un ciclo scolastico. Del resto, basta farsi un giro in rete per leggere di conferimenti di cittadinanza onoraria in molte scuole italiane, dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, a sancire una classe multietnica di nati in Italia che è già realtà.

La politica è divisa sul tema, com’è noto, Fdi e Lega sono contrari, lo definiscono un “provvedimento ideologico”, uno “ius soli mascherato”, favorevoli Pd, Leu, M5s e Italia Viva.

Parlando non da politico, come ha detto a inews24.it, ma da presidente dell’associazione nazionale presidi, Mario Rusconi ha commentato: “Abbiamo centinaia di migliaia di bambini e ragazzi che frequentano le nostre scuole e che io sento italiani. Non c’è alcuna differenza con i loro coetanei (cittadini italiani, ndr). Rimango perplesso da come in entrambi gli schieramenti prevalga un’impostazione partitico-ideologica e non si valuti la cosa dal punto di vista dell’apertura formativa, che tratti il problema dal punto di vista educativo. Ai politici direi di affrontare il problema guardano al futuro senza ingabbiature ideologiche”.