Stato Donna, 27 giugno 2022. “Barletta è libera”, così Mino Cannito ha siglato ieri notte la sua vittoria in un comitato elettorale in festa. “La notte dei miracoli esiste, ha ragione Lucio Dalla”, gli ha detto una sua sostenitrice mentre si brindava. Forse anche alludendo a uno slogan dell’avversaria “Santa, sindaco subito”. È una sconfitta pesante per la dirigente comunale Santa Scommegna, che si ferma al 34,97% contro il 65,03%, cioè 12.059 voti per lei contro i 22.427 di Cannito.
Quello che lascia sconcertati – all’interno di una tornata di ballottaggi e di primi turni che non ha premiato nessuna donna- tranne Lucilla Parisi a Roseto Valfortore- è che per lei si è mossa l’armata del Pd, e Michele Emiliano si è speso come non mai per questa possibile vittoria. A siglare una ritrovata alleanza, è approdata a Barletta nei giorni scorsi anche la viceministra Teresa Bellanova, incontro a sostegno di Scommegna alla presenza dei vertici di Italia Viva.
Il dato dell’affluenza lascia perplessi, ha votato il 43,94%, al primo turno era stato il 62,25%. Se una contrazione di votanti al ballottaggio è fisiologica, Barletta si è distinta anche per un’astensione fuori da ogni almanacco.
“Questi dati impongono subito delle riflessioni in seno alla coalizione del centrosinistra- ha detto a caldo alla Gazzetta del Mezzogiorno ieri sera Scommegna-. Mi sono spesa tanto in prima persona, ma evidentemente questo non è bastato”. L’apparentamento con la coalizione di Doronzo non è servito, dice ancora Scommegna, parlando di un tesoro del 18,4% al primo turno e con cui, nei giorni scorsi, era stato annunciato l’apparentamento. Ma al ballottaggio, si sa, è un’altra partita.
La sua candidatura- sostenuta dal Pd e da una serie di liste civiche: Emiliano sindaco di Puglia, Barletta popolare, Cantiere Puglia per Emiliano, Con, Lista del Sindaco Scommegna- non era partita sin dall’inizio sotto i migliori auspici, fra polemiche sulle alleanze, strappi e ricuciture.
Il centrodestra esulta, e il senatore Dario Damiani, commentando la vittoria di Cannito fra una folla di sostenitori, ha dichiarato: “Parte da Barletta un movimento di liberazione della Puglia da Emiliano, che si è presentato qui con tutta la sua armata”.
Non ce l’ha fatta nemmeno Maria La Ghezza a Polignano, sostenuta da una coalizione civica di 5 liste comprendente il M5s, contro Vito Carrieri e le sue “Sinistra per Polignano” e “Polignano Lab”. Una sconfitta di circa 200 voti. Affluenza: primo turno 58,99%, secondo turno 49,30%. Nel rosario di sconfitte tutte al femminile, che in queste amministrative hanno oscurato l’atra metà del cielo, anche quella di Gabriella Nocco a Santeramo, che si ferma al 39,18% di preferenze. Il suo avversario Vincenzo Casone supera il 60%, affluenza al 49,4% contro il 63% del primo turno.
Che il trend alle amministrative di una donna candidata su 4, nell’ambito dei capoluoghi di provincia, si andasse consolidando, lo avevamo già evidenziato. Ballottaggi di domenica Nella tornata di cui discutiamo, quella dei ballottaggi pugliesi, il rapporto è ancora peggiore, una donna candidata su 7 e nessuna eletta. Modello Piacenza, avevamo detto.
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