Stato Donna, 14 giugno 2022. Il Festival del Libro Possibile, evento di cultura per unire e valorizzare territori, ambiente e comunità, si svolgerà, come ormai consuetudine, tra la prima e l’ ultima settimana di luglio. È una delle kermesse culturali più importante dell’ estate pugliese. Giunta alla 21° edizione, quest’ anno il tema sarà il titolo di una canzone stupenda di Lucio Dalla, l’anno che verrà. Tema denso, dati i tempi, e quanto mai ricco di spunti di riflessione.
In un anno, dove, oltre la pandemia strisciante, siamo ancora nelle spire di una guerra sconvolgente. A questo proposito, la decisione, già da qualche anno, di coinvolgere Vieste e il Gargano nel prosieguo delle giornate, assume un valore aggiunto notevole. È il messaggio di non voler essere, in un certo senso, autoreferenziali rispetto al solo territorio di Polignano, e assume una connotazione di grande senso desiderio di unità e coesione.
Dare una chance enorme, culturale, ad un territorio, meraviglioso per biodiversità, paesaggio e cultura millenaria, come il Gargano, consentitemi, era un atto, quasi dovuto. Questo in una terra ricchissima di siti archeologici, dell’Unesco e di spiritualità profonda. L’anno scorso ci sono stata. Ascoltare, nella cornice incantevole e suggestiva di Marina Piccola a Vieste, con una luna occhieggiante e il profumo del cappero in fiore, Paolo Crepet, Peter Gomez, Patrick Mc Grath, Vittorio Sgarbi, è stato davvero emozionante.
Serate indimenticabili. Come le cene al molo, dove ho avuto il privilegio di discorrere, in modo del tutto informale, ma ricco e carico di umana bellezza, con Paolo Crepet e Oscar Farinetti, leader di Eataly, anche lui presente alla kermesse. Questa è l’anima vera del Festival, il confronto reciproco e profondo. Un brainstorming interiore unico che, mi auguro, ma ne sono sicura, si ripeterà senz’altro anche quest’ anno, con la presenza di Maurizio De Giovanni, di Vittorio Sgarbi e tanti altri a Vieste. Oltre alle giornate di Polignano. Ricchissime del gotha della cultura e critica letteraria italiana.
A partire dal nostro scrittore pugliese più emblematico, Gianrico Carofiglio, fino ad arrivare al grandissimo Umberto Galimberti. Insomma, la Puglia tutta. Lo sottolineo, enorme, importante, laboratorio culturale. Dove Cultura diventa economia, sviluppo, capacità di captare opportunità e di interpretazione del reale. Questo è il nodo centrale. Parole, pensieri, che subiscono una metamorfosi naturale e straordinaria. Diventare fatti. Per migliorare noi stessi. In fondo, l’abbiamo sempre saputo. La Bellezza salverà il mondo. Davvero. Buon Festival a tutti!
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