StatoDonna.it, 27 maggio 2022. Nel precedente appuntamento con la rubrica “Yoga Space” abbiamo prestato attenzione al respiro in quanto vitale, perché lo yoga insegna a curarsi della vita in tutti i suoi aspetti. Il respiro poi, è davvero centrale per raggiungere lo stato di benessere psico-fisico; la salute psichica infatti proviene da una mente distesa e serena, e come accennato in precedenza, una mente siffatta si realizza oltre che dall’osservazione del fluttuare dei pensieri, anche attraverso il controllo del respiro, fino cioè a distenderlo quale condizione indispensabile di un corpo efficiente ed una mente equilibrata.
Facciamo dunque ancora un passo avanti verso la disciplina. Molto spesso si identifica lo yoga con lo stare seduti a terra, a gambe incrociate con gli occhi chiusi. Sebbene non del tutto sbagliato, quella posizione da seduti si assume durante la meditazione, che da sola non completa la pratica yoga ma ne costituisce uno dei principi della disciplina in sé, là dove invece i principi sono 8, ovvero Ashta Anga, dal sanscrito Otto Limbi.
È essenziale infatti mantenere la posizione delle anche o comunque degli arti inferiori rilassati con la schiena dritta, poiché tale posizione permette di avvertire le sottili vibrazioni che attraversano la colonna vertebrale in salita e in discesa, e questo sia fisiologicamente che spiritualmente conduce ad effetti benefici.
La meditazione può essere praticata ad occhi aperti inizialmente, là dove non ci si sente comodi nel chiuderli, in seguito però ci si rende conto che chiuderli agevola molto lo stato di quiete. Sempre fisiologicamente è provato che il sorriso conduce al rilassamento delle tempie e dunque ad una mente propensa ad una certa serenità. In fine la meditazione si può praticare con la ripetizione di un mantra o frase da scegliere a seconda dello stadio di crescita della persona, semplicemente osservando un punto fisso oppure concentrandosi sul respiro a cui partecipano diversi organi (vedi post precedente). AUM!
Profilo
Simona Caputo è laureata in Lettere e Filosofia Orientali (aree Russia e India) presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.
Il suo approccio con lo Yoga dunque, parte con lo studio della storia e delle tradizioni olistiche della patria della Yoga per poi passare alla sua pratica personale dei primi 5 anni a Mosca con due maestri dello Hatha Yoga: Timur Rakitskji e Dimitri Belijaev, in cui grande attenzione è stata spesa nella respirazione (Pranayama). Poi a Londra, la pratica si è spostata verso la nuova variante di Yoga dal nome Vinyasa Flow e dopo altri 4 anni di pratica ha cominciato a dedicarsi all’insegnamento di quest’ultima disciplina a Londra.
In fine la sua formazione ha mosso i passi fino a Goa, con il corso per insegnanti presso il Sampoorna Village e con il corso di meditazione con il maestro Sudhir Rishi (Sthira Yoga School, Mandrem India). La conoscenza e lo studio con questo ultimo grande maestro è stato molto significativo per lei. Infatti, dopo i diversi anni di studio, insegnare e condividere la pratica catartica della “meditazione in movimento” è quello che rende entusiasmante la sua vita.
A cura di Simona Caputo
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