Falcone e Borsellino nel libro “Ostinati e contrari”, oltre agiografia e leggenda

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Nando Dalla Chiesa. Foto: antimafiaduemila.com

Stato Donna, 11 maggio 2022. Esce domani, 12 maggio 2022, il libro di Nando dalla Chiesa intitolato “Ostinati e contrari”, pubblicato da Solferino. Raccoglie quanto i due magistrati hanno detto sulla mafia ed è lo stesso autore che presenta il libro nelle pagine interne del Corriere della Sera in edicola oggi.

Tutti ricordiamo che Nando dalla Chiesa, fratello della più visibile Rita, è il figlio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso a Palermo con la moglie Emanuela Setti Carraro, dove era stato mandato proprio per combattere la mafia. Il figlio è attualmente docente di Sociologia della criminalità organizzata all’Università degli Studi di Milano.

Ecco un libro assolutamente da leggere, mi sono detta mentre scorrevo il testo di presentazione dell’Autore. Non solo perché ne sa di mafia probabilmente più di tutti noi, in gran parte lontani da quella mentalità e da quel mondo, ma anche perché, riesumando i ricordi personali e collettivi sui due giudici simbolo della lotta alla mafia, egli ci offre coordinate efficaci di interpretazione dei fatti, che potranno sicuramente aiutarci, a distanza di trent’anni, a comprendere meglio come si diventa vittime della mafia. Già il tono dolente delle battute di Fabrizio De André, riportate come un filo rosso che attraversa la riflessione, ci mette in guardia: non sarà un libro facile da leggere né indolore. Dice infatti De André: Ora che è morto la patria si gloria / D’un altro eroe alla memoria.

Ecco il tema di fondo: la leggenda laica con cui da subito si è ricostruita la chanson de geste dei due giudici assurti a simbolo eroico della lotta contro la criminalità organizzata di stampo mafioso. A questa leggenda l’Autore contrappone un sorta di anti leggenda, così come si è impressa a fuoco nei suoi ricordi. Lui che, racconta sempre sul Corsera, quando accompagnava, sulla “nave della legalità”, denominata anche “nave Falcone-Borsellino”, i suoi studenti alle commemorazioni su Falcone e Borsellino, insieme a studenti di tante scuole italiane, a professori e giornalisti, di fronte al tono laicamente agiografico con cui veniva raccontata la loro morte, sentiva il bisogno di rettificare quella visione manichea fra male e bene, fra tutti cattivi da una parte e  tutti buoni dall’altra,  che non rendeva il clima vero in cui si sono consumate queste e altre morti.

Suscitando interesse non solo nei giovani ma anche in tanti adulti che si trovavano ad ascoltare e che sentivano per la prima volta parlare di altro. Narrando di umiliazioni, ostacoli, attacchi, perfidie, che hanno costellato la vita dei due giudici e sottolineando la determinazione con cui sono andati sempre “in direzione ostinata e contraria”. Così l’Autore cercava di restituire ai due martiri la vera leggenda. Che ora si completa con questo libro. Senza il timore di guardare in faccia il contesto in cui Falcone e Borsellino hanno lavorato, pieno di insidie non tutte di matrice mafiosa. Perché la storia sia maestra sul serio e non in modo edulcorato; perché si faccia attenzione a distinguere tra Memoria e banale, retorica Commemorazione. Questo lo scopo.

Così si presenta la grande lezione di Nando dalla Chiesa, il quale probabilmente riconosce nella parabola dei due giudici quella del suo papà. Ora la rende riconoscibile anche a noi. Ci rende più attenti “affinché queste cose non accadano più”, come si sente dire in ogni circostanza commemorativa, o accadano di meno. In una sorta di vaccinazione collettiva contro il male. Già questo giustificherebbe la lettura di un libro che aiuta a fare luce sui fatti, quella luce che solitamente i libri di storia non contengono e che appartiene piuttosto al genere della Biografia, la quale, anche quando è palesemente romanzata, si avvicina tantissimo alle vere ragioni dell’animo umano.

Ma l’intento vero del libro è quello di renderci più consapevoli delle nostre piccinerie, senza per questo chiudere gli occhi alla speranza nel futuro. Per la costruzione di una cittadinanza che non abbia il sapore della tifoseria, e che sia consapevole della sua complessità. Buona lettura.

Maria Teresa Perrino, 11 maggio 2022