StatoDonna.it, 28 aprile 2022. Lo stile di vita contemporaneo incide sulla salute di ognuno in modo diverso. Quasi il 90% dei lavoratori, senza distinzione tra uomini e donne, soffrono di disturbi del sonno, diventano incapaci di rilassarsi, a seconda del metabolismo, del carattere e della personale reazione allo stress, accumulano tensione che condiziona parti diverse del sistema neuro muscolo-scheletrico.
A distendere il tessuto connettivo e a donare freschezza alla mente e al corpo può intervenire un metodo, una disciplina millenaria e insieme moderna attorno alla quale a volte aleggia uno spesso velo di scetticismo.
Molti a sentire “Yoga” pensano a qualcosa di noioso e statico.
Oggi, al contrario lo yoga si può vivere in modi diversi e a seconda dei gusti più svariati, purché si sia disposti ad abbandonare le vecchie idee erronee che la inquadrano come una setta o una religione e ci si avvicini all’universo yoga con pura curiosità.
Nel particolare, lo yoga racchiude norme etiche rivolte a sé stessi, nonché a quello che ci circonda e all’ambiente. L’etica che ascolta il sé realizza quel contatto con la propria mente, con il proprio corpo e con tutto il macrosistema che ogni persona comprende. In occidente ci hanno insegnato per educazione a chiedere -Come va? Come stai? – ma a pochi e molto raramente è stato insegnato a rivolgere la domanda a sé stessi.
Oggi, il ritmo di vita chiarisce a chi si interessa di yoga, che già prima dell’età adulta porsi questa domanda è fondamentale. Si è troppo preoccupati a dare importanza a quel che si vuol fare o possedere, ma troppo raramente ci si rivolge al come ci si sente.
Per cominciare e prima di arrivare a parlare di serotonina e melatonina, sicuramente essenziali per dormire bene, lo yoga insegna ad ascoltare i propri organi, ad osservare la propria mente e quindi a riacquistare la capacità di rilassarsi durante l’esercizio fisico, per riacquisire dunque il prezioso stato sano e sacro del buon sonno.
Profilo
Simona Caputo è laureata in Lettere e Filosofia Orientali (aree Russia e India) presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.
Il suo approccio con lo Yoga dunque, parte con lo studio della storia e delle tradizioni olistiche della patria della Yoga per poi passare alla sua pratica personale dei primi 5 anni a Mosca con due maestri dello Hatha Yoga: Timur Rakitskji e Dimitri Belijaev, in cui grande attenzione è stata spesa nella respirazione (Pranayama). Poi a Londra, la pratica si è spostata verso la nuova variante di Yoga dal nome Vinyasa Flow e dopo altri 4 anni di pratica ha cominciato a dedicarsi all’insegnamento di quest’ultima disciplina a Londra.
In fine la sua formazione ha mosso i passi fino a Goa, con il corso per insegnanti presso il Sampoorna Village e con il corso di meditazione con il maestro Sudhir Rishi (Sthira Yoga School, Mandrem India). La conoscenza e lo studio con questo ultimo grande maestro è stato molto significativo per lei. Infatti, dopo i diversi anni di studio, insegnare e condividere la pratica catartica della “meditazione in movimento” è quello che rende entusiasmante la sua vita.
A cura di Simona Caputo
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