Stato Donna, 15 aprile 2022. Avete presente i dettagliati consigli e la meticolosa preparazione per la nascita di un figlio? Parenti, nonne, mamme, libri, siti specializzati, tutto concorre a sopperire a qualunque dubbio e incertezza. Ma oltre i suggerimenti e, diciamolo, anche un’abbondante retorica, resta la realtà di un marmocchio o di una marmocchia che ti arriva senza che tu abbia realmente mai provato il confronto con questa persona e, nei fatti, non la conosci. In più, scrive Marilia Castelli, giornalista, nel libro ‘Mia figlia mi sta sul c***o e anche io a lei’: “Questi bambini della generazione Alfa sono diversi. Nascono influencer, usano ogni aggeggio smart meglio di te, sono attenti alla moda, conoscono i glitter, parlano già inglese, io fatico anche qui a seguirla nella pronuncia corretta”.
Non è solo questo il punto, in una fase di eterna transizione dal modello dell’istinto materno come fosse una missione e un destino a quello dell’emancipazione dai ruoli, la mamma che “si arrangia” come fa Marilia, che non si rispecchia nei modelli mamme Art Attak, mamma Mastrolindo, mamme Avengers, deve ritrovare una sua via. Non è semplice, ma le parole che ha scelto per spiegarsi e dare forma a un approccio educativo suo, plasmato sul quotidiano, hanno incuriosito altre mamme, ostetriche, centri specializzati per la prima infanzia, tanto che le scrivono per confrontarsi.
Non c’è un momento preciso in cui il testo è nato, perché la volontà non era quella di scrivere un libro. C’è stato sicuramente un momento in cui ho avuto il coraggio di percorrere questo viaggio a ritroso affrontando le mie paure e il mio senso di inadeguatezza al ruolo di mamma. Avevo due strade: l’analisi o l’ironia. Ho scelto la seconda e mi ha dato nuova linfa.
Oggi noi mamme veniamo bombardate dagli stereotipi della società. La routine quotidiana diventa teatro di paure, ansie e confronti con mamme Mulino Bianco, Mastrolindo, Art Attack o addirittura Avengers. Non c’è niente di male ad essere una mamma Mastrolindo, ad esempio, ma se io non lo sono quel dover dimostrare di essere a tutti i costi la casalinga perfetta mi farà sentire a disagio, vivrò male il mio essere mamma e vivrò male il rapporto con il mio bambino. Oggi le mamme non sono libere di essere sé stesse, c’è poca solidarietà tra le donne e tra le mamme, si è subito pronti a giudicare e a confrontarle con i modelli ideali divulgati dai social media. La verità che questo libro vuole urlare è che non c’è un modo perfetto per essere mamma, ognuno è mamma a modo suo. Io ad esempio ho scoperto grazie a questo viaggio interiore che sono una mamma del c***o, ma mentre ieri ci soffrivo, oggi sono più serena e sento che questo ha beneficiato anche nel rapporto con la mia bambina.
Quello che più mi ha sorpreso è l’entusiasmo con cui il libro è stato accolto anche fuori provincia e da mamme che non conosco. C’è stato un passaparola e sono state tante le mamme che mi hanno contattata per dirmi che finalmente qualcuno era riuscito a decifrare questo loro disagio. Si chiede alle donne di essere mamme perfette in nome di un istinto materno naturale che dovrebbe guidarti sempre e comunque. In realtà l’istinto materno è lo stesso che hanno gli animali ed è legato molto più alla sopravvivenza intesa come cura e nutrizione, non certo per confrontarsi con la società attuale.
Non credo ci sarà un seguito. Quello che sicuramente mi piacerebbe è dar voce alle mamme. Mi piacerebbe che questo testo ironico diventi una specie di manifesto per confrontarsi con esperti sul tema. Questo disagio, avvertito da tutte le mamme, nella maggior parte dei casi si supera. Magari si avrà il rimorso di aver perso momenti, giorni, mesi o anni preziosi per vivere con serenità il rapporto con il bambino, ma si supera. In alcuni casi, per fortuna pochi, questo limbo di inadeguatezza può portare conseguenze che sfociano nel patologico. A tal proposito l’intervento dell’ostetrica Amalia de Paola, che ha scritto la postfazione del libro, è illuminante.
Non c’è niente di male a chiedere aiuto agli esperti, dobbiamo imparare a essere mamme e c’è chi può guidarci senza giudicarci. In questo percorso infatti spesso la cosa più difficile è ammettere questo disagio proprio con le persone che ci sono più vicine: mariti, familiari e amici. Come facciamo a dire a nostro marito che non ci sentiamo brave mamme? Che non sappiamo perché il bambino piange? Lui, come tutti, si aspetta che noi, per quel famoso istinto materno, sappiamo tutto. Non è così. La società dovrebbe vedere le mamme in modo diverso, lasciarle libere di essere le mamme che il loro bambino sceglie per la sua esistenza.
La bambina è protagonista attiva con i suoi bisogni, il proprio carattere e la sua determinazione. Dobbiamo smettere di considerare questi bambini prodotti dell’educazione, del consumismo, dell’omologazione. Anche se piccolissimi i bambini sanno cosa vogliono e chi sono, dovremmo semplicemente farli esprimere, ma anche lì molte volte le nostre insicurezze, il nostro voler dimostrare agli altri le abilità che vorremmo avesse nostro figlio finiscono per condizionare anche lui.
Dovremmo lasciarli liberi di conquistare il loro spazio nel mondo e soprattutto farci plasmare da loro, perché sono i loro bisogni che scelgono che mamme farci essere e saremo sicuramente le mamme perfette per il nostro bambino.
Il titolo è sicuramente una provocazione ed è stato capito e accolto come tale. Devo dire che nonostante qualche perplessità con il senno del poi è stata una scelta vincente. Ci sono tante mamme che non vedono l’ora di ammettere che ci sono momenti della giornata in cui hanno pensato ciò, seppur con affetto. C’è una mamma che non conoscevo che mi ha fatto molto sorridere scrivendomi: “E quando si addormenta? Dovrei pensare davvero oh ma che bel cucciolo sembra un angelo…no, il primo pensiero è, che c***o non si addormentava mai”.
Ecco di letture come questa se ne vedono ancora troppo poche. La genitorialità affrontata così in modo non politicamente corretto e ironico può aiutare a rompere gli schemi. Del resto mamme e bambini sono una coppia di fatto, non si sono scelti e non è detto che siano compatibili caratterialmente, devono imparare a sopportarsi, a convivere, a piacersi e a divertirsi insieme.
Anche io sto sul c***o a mia figlia. Questa diversità e confronto anche con un nano di un metro e 50 può migliorarci, ma dobbiamo accettarlo e lasciarci guidare da questo rapporto.
Sicuramente è un bel regalo da ricevere, le mamme hanno bisogno di ridere e di essere incoraggiate.
(I proventi del libro saranno destinati a progetti di beneficenza. Con l’ostetrica Amalia de Paola e con la fascioteca Diade di Pina Simone, che hanno subito sposato la causa, saranno individuati di volta in volta piccoli gesti di solidarietà a favore di mamme o bambini. Molto dipenderà dal budget raggiunto, ma in ogni caso a step saranno divulgate le attività che vengono finanziate dalla vendita. Può essere ordinato in tutte le librerie d’Italia, sui siti degli store più importanti come Mondadori, La Feltrinelli, Ibs, Amazon e con spedizione gratuita sul sito della casa editrice Dialoghi Edizioni o contattando direttamente l’autrice).
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