Addio a Letizia Battaglia, ha raccontato Palermo e mafia con la fotografia

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Letizia Battaglia. Foto: periodicoitaliano.it

StatoDonna, 14 aprile 2022. Letizia Battaglia è morta ieri sera (13 aprile) a 87 anni dopo una lunga malattia. Aveva cominciato la sua collaborazione con il giornale l’Ora e si era trasferita a Milano nel 1970 iniziando a fotografare collaborando a varie testate. Nel 1974 era tornata a Palermo quando imperversavano i delitti di mafia.

Celebre il suo scatto sull’omicidio di Piersanti Mattarella, prima reporter fotografica ad arrivare sul posto il 6 gennaio 1980. “Era un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell’arte, una bandiera nel cammino di liberazione di Palermo dal governo della mafia”, scrive il sito Blogsicilia.it.  Nel 2017 viene inserita dal New York Times tra le 11 donne più influenti al mondo.

Letizia Battaglia: foto Palermotoday

Ha esposto le sue fotografie in musei e istituzioni, dalla Francia al Canada, passando per il Brasile.

Sulla sua vita è stato realizzato il documentario Shooting the Mafia (2019), diretto dalla regista britannica Kim Longinotto. Dal 1991 ha diretto la rivista di sole donne “Mezzocielo” e dal 2017 il Centro Internazionale di Fotografia di Palermo. Roberto Andò ha da poco finito di girare una serie tv dedicata alla sua vita.

Nel 2015, per festeggiare i suoi 80 anni, il Comune di Palermo ha organizzato una mostra, Anthologia, in cui sono state esposte alcune delle sue foto più rappresentative, i morti ammazzati nei vicoli, i boss di Cosa Nostra, donne e bambini nei rioni più poveri di Palermo, le processioni religiose della sua terra siciliana in bianco e nero.

Sposa a 16 anni, tre figli, poi separata, è riconosciuta non solo come simbolo di lotta alla mafia attraverso la fotografia per scuotere le coscienze, ma anche di emancipazione femminile. Essere madre non le ha impedito di affermarsi in un campo che, tanto più quando ha iniziato, restava un club per soli uomini.

Foto: antimafiaduemila.com

“Io continuo a sognare la bellezza. Per me la bellezza è la giustizia. Non c’è bellezza senza giustizia. Sogno che le battaglie intraprese non siano del tutto perdute, che qualcosa verrà… che nasceranno fiori da questi semi che abbiamo buttato nella terra. Sogno di poter vedere un po’ di questa bellezza. Prima di andarmene mi piacerebbe vedere nascere le prime foglioline e siccome 80 anni sono pochi, forse vedrò nascere questi fiorellini, o forse sto vaneggiando perché ancora non è tempo…”. Lo scrive antimafiaduemila.com riportando la notizia della sua morte.