Stato Donna, 12 aprile 2022. Tessere Daune, intrecci di donne e storie rurali, ha superato i confini regionali raccontando alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano l’esperienza della prima rete pugliese di imprese femminili, nata grazie ai finanziamenti del Gal Daunia Rurale 2020 stanziati con il bando 2.2 ‘Daunadonna’.
Undici imprenditrici che con le loro otto aziende – Mio Padre è un Albero, Gino’s Oil – Azienda Agricola di Paola Marino, Podere Serraglio, Verde è Rubino, Ekostè_agrocosmetica dalla Terra, Sovita, Mania Creativa e Spazio Ripoli – hanno scelto di fare squadra e collaborare.
Le donne di Tessere Daune, ambasciatrici dell’Alto Tavoliere, sono generatrici di benessere culturale, economico e sociale, e costituiscono un esempio made in Puglia capace di raccontare e valorizzare le eccellenze di questa terra attraverso la collaborazione.
Tessere Daune ha messo in campo un format innovativo, le MaterClass: un viaggio con percorsi sensoriali itineranti che parte dall’universo femminile e dalla Madre Terra con l’obiettivo di valorizzare persone, luoghi e storie di un territorio ricco di biodiversità e interessante meta turistica.
“Il turismo è donna, è rete di imprese e lavoro di squadra. Raccogliamo con grande entusiamo questo progetto e crediamo sia importante dare testimonianza della replica del lavoro di squadra in tutte le destinazione di Puglia” ha affermato Gianfranco Lopane, Assessore al Turismo, Sviluppo e Impresa turistica Regione Puglia, intervenuto alla presentazione svoltasi lunedì 11 aprile alla BIT nello Stand di PugliaPromozione – Regione Puglia, che ha aggiunto: “Dobbiamo fare in modo che esperienze di impreditorialità femminile e giovanile siano, sempre più, modello importante per il patrimonio di imprese culturali e turistiche pugliesi. Questo che ci fa onore e ci fa guardare al futuro con grande speranza”.
A raccontare Tessere Daune alla BIT sono state Lidia Antonacci, capofila di Tessere Daune e imprenditrice di Mio Padre è un Albero e Pasqua Attanasio, imprenditrice di Podere Serraglio e Spazio Ripoli, in rappresentanza delle undici ambasciatrici della rete.
“Presentare il progetto Tessere Daune alla Bit è stata un’occasione ghiotta per la riscoperta della Daunia Rurale, luogo silenzioso e affascinante perché intriso di storie di antichi mestieri legati al lavoro della terra. Ha rinforzato il nostro senso di appartenenza e l’orgoglio di essere Daune, perché la novità di questo progetto di cooperazione è che la Daunia Rurale viene raccontata attraverso gli occhi delle imprenditrici della rete che, con coraggio e determinazione, hanno deciso di infilare le loro mani in questa terra e restarci”, ha dichiarato Lidia Antonacci, capofila di Tessere Daune e imprenditrice di Mio Padre è un Albero.
“La Bit di Milano è da sempre una vetrina importante e prestigiosa e per questo siamo soddisfatte di aver esposto il prodotto che ci sta più a cuore: l’impegno di noi donne nel costruire storie che raccontano un territorio, la sua identità, la sua voglia di riscatto e quindi diventare più attrattivo. Il nostro auspicio è che il percorso avviato da Tessere Daune possa oltrepassare i confini dell’Alto Tavoliere e della Puglia per incrociare anche sogni e speranze di chi, come noi, guarda al futuro senza mai dimenticare le proprie radici”, ha sottolineato Pasqua Attanasio, imprenditrice di Podere Serraglio e Spazio Ripoli.
Il progetto Tessere Daune abbraccia sette comuni del Gal Daunia Rurale – San Severo, Apricena, Chieuti, Poggio Imperiale, San Paolo Civitate, Serracapriola e Torremaggiore -, e vede la partecipazione di Paola Marino, Daniela e Laura Bubba, Laura e Monica Dimauro, Claudia Quental De Frias, Valentina Bonapitacola, Daniela Ugliola e Graziana Di Nunzio.
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