Stato Donna, 12 aprile 2022. Ritorna dopo due anni di fermo, causa Covid, la processione dell’Addolorata a Foggia, altrimenti detta “dei misteri”.
L’evento comincerà venerdì 15 aprile dalla cripta della Cattedrale, percorrerà via Duomo e si dirigerà per la celebrazione in piazza XX settembre, con accessi alla piazza regolati e fino a esaurimento spazio. Il percorso, sulla base delle nuove disposizioni, è molto più circoscritto rispetto a quello solito, cioè attraverso i vicoli di Foggia vecchia, via Manzoni, ancora Corso Garibaldi fino ad arrivare davanti alla chiesa delle colonne.
Un’organizzazione che, norme Covid a parte, richiede un presidio di tanti incroci della città e un impiego di almeno 20 vigili urbani, tenendo presente gli anni scorsi, cui si deve aggiungere il servizio d’ordine di altri volontari.
Il punto di partenza resta la cripta della Cattedrale, dove si è svolta negli anni precedenti l’adorazione della croce, il momento clou quello dell’incontro fra la Madonna e il simulacro del Cristo morto. Sfilano i “misteri” cioè le sette statue che raccontano la passione vivente di Gesù mentre la Madonna indossa l’abito nero, quello del lutto.
Dalla festa della Madonna dei sette veli, all’Assunta, a Sant’Anna, Foggia ha una tradizione antica di devozione mariana. Per preparare la madre di Gesù all’ultimo saluto si comincia il mercoledì. Sono 4 le donne che si dedicano alla vestizione, gli abiti datano 1800, l’armadio contiene 7 vestiti, in base al mese e alla circostanza. La rettoria dell’Addolorata, dove avviene il rito della vestizione, nasce alla metà del ‘700. Il culto fra le consorelle si tramanda di madre in figlia e loro sfilano filano con il tailleur nero e la veletta, i confratelli con saio blu e croce bianca, il resto degli accessori è nero, compresi i guanti.
Sono circa 20 le confraternite che partecipano trainando le statue, quella dei cavalieri del santo sepolcro ha il compito di scortare il baldacchino del Cristo morto. Nel 2019, quando ci fu l’incendio di Notre Dame, uno di loro, padre Fournier, portò in salvo la sacra corona e il sacro sacramento. Lo ricordava a Stato Quotidiano, nell’immediatezza dell’incendio in Francia, il delegato dell’ordine di Foggia Alberto Gentile.
A Vico del Gargano sarà lo schopp, il battito dei piedi dei fedeli e delle racanelle ad aprire il triduo pasquale, un battito che cerca di riprodurre il rombo del terremoto che accompagnò la morte di Gesù Cristo. Il venerdì santo le processioni penitenziali delle varie confraternite, portano ‘le Madonne’ a visitare Gesù nelle 12 chiese, cantando il salmo 50° del Miserere. Riuniti in un unico corteo e assieme a tutti i fedeli, le Confraternite nei loro costumi tradizionali portano in processione il simulacro dell’Addolorata della Chiesa Matrice e il Cristo Morto della chiesa di San Giuseppe.
I riti della settimana santa sono famosi nella provincia di Foggia in quanto legati a tradizioni molto antiche. A Roseto il 15 aprile sarà nuovamente la banda ad aprire la processione suonando l’inno composto dal maestro Donatelli nel 1882. Viene eseguito, da allora, solo in questa occasione. “L’evento è uno dei più antichi e suggestivi del sud Italia, con la partecipazione di oltre cinquanta figuranti ad eccezione di Gesù, impersonato da una statua di cartapesta, della Madonna e di San Giovanni, testimonianze dell’antica arte napoletana delle statue in conocchia (statue, cioè, che hanno scolpiti soltanto testa, braccia e piedi, legati da un’intelaiatura in legno ricoperta dal vestito)”, scrive il sito archiviosonoro.org.
Altra particolarità è il percorso in salita come metafora della Via Crucis mentre il Cristo, nel suo tragitto, è scortato da tredici soldati romani a cavallo (“i Giudei”). Lungo il percorso si inseriscono i personaggi della Via Crucis come la Veronica, che asciugò il viso a Cristo, San Giovanni e le tre Marie. Un ruolo importantissimo nell’antico rito è riservato ai bambini che vestiti di bianco portano i simboli della Passione di Cristo: il gallo, i chiodi, il calice, le scalette e altri emblemi della Via Crucis.
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