Si parla di guerra e di pace con gli ospiti internazionali dell’Unifg
Stato Donna, 8 aprile 2022. L’attualità bellica porta inevitabilmente a delle riflessioni, sugli orizzonti internazionali e temporali di breve e lunga durata. Urge una introspettiva storica, semantica, sulle origini e sull’evolversi del conflitto e sulle prospettive per la sua cessazione, contestualizzate nel tessuto connettivo, storico, culturale del teatro i cui sta andando in scena questo tragico spettacolo che è la guerra.
“Intersezioni” è organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici Unifg, in collaborazione con Cetefil-Foggia. e la Fondazione dei Monti riuniti di Foggia. Un modo per sentirsi, attraverso un polo culturale, accademico, un po’ più al centro del mondo, anche nelle sue criticità. Per accendere un faro, su una tematica importantissima quale la guerra nell’antagonismo alla pace, che faccia però un po’ di luce, nei suoi margini, pure sulla nostra terra, spesso dimenticata e vittima di silenzi più assordanti di un’esplosione. Si chiama “Guerra e Pace” la decima edizione di “Intersezioni”, una serie di incontri fra il 12 aprile e il 17 maggio sul tema del conflitto in corso.
“Il Dipartimento si è attivato in questo caso, come in altre rassegne, per suscitare l’interesse della città e della provincia – dichiara il prof. Sebastiano Valerio, Direttore del Dipartimento Distum (di studi umanistici), che ospiterà la rassegna- l’obiettivo di Intersezioni, portato a Foggia dalla Prof.ssa Alessandra Beccarisi, è quello di far riflettere sulla realtà dei fatti, non di fare cronaca, ce n’è fin troppa. Vogliamo una semplice riflessione, suscitare consapevolezza su ciò che accade. Troppe cose vengono dette, oggi, anche invano. Vogliamo invece ascoltare la voce delle persone coinvolte, come i nostri ospiti internazionali, per instaurare un dialogo sulle dinamiche culturali in condizioni di guerra, analizzare e approfondire l’identità culturale di una terra, di un popolo. Partendo anche dal titolo Guerra e Pace, concetti così vasti, quasi come a dire il tutto e il niente.”
Gli incontri si terranno in presenza, presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia e online su Piattaforma Zoom (Link per accedere https://bit.ly/36FL06J – Passcode: distum) e saranno tutti moderati dalla “curatrice” nonché “madrina” di Intersezioni, giunto alla sua decima edizione, la Prof.ssa Alessandra Beccarisi, originaria di Galatina, docente di Storia della Filosofia Medievale, da poco trasferitasi dall’Università del Salento presso l’Università di Foggia, e che abbiamo intervistato.
Innanzitutto, come nasce questa prima edizione di Inserzioni, la decima in assoluto, a Foggia
Sì, è una prima volta. Ho pensato di organizzare Intersezioni 2022 a Foggia, essendomi da poco trasferita per motivi professionali presso la sua Università, come un modo per ricambiare l’accoglienza della città.
Entriamo nei temi, le chiedo: che ruolo hanno le donne in questo conflitto? Riprendendo alcuni concetti di Virginia Woolf, si vede la solita dicotomia uomo-guerrafondaio, donna-vittima. Cosa sta cambiando da un punto di vista del peso politico femminile, anche in chiave diplomatica.
Beh, in questa, come nelle altre guerre, si assiste alla esaltazione del machismo, quasi in chiave freudiana, no? La donna appare come la parte debole, assieme ai bambini, potendo e dovendo fuggire dal conflitto mentre gli uomini vogliono o devono restare a combattere. La guerra si declina quasi al maschile, mentre le donne ne sono vittime. La diplomazia ha un ruolo fondamentale, come diceva lei, anche nelle figure femminili, come in quella della Presidente von der Leyen, ma dovremo vedere quale forza avrà questa diplomazia. Se posso però esprimere, sul punto, il mio personale pensiero, io credo che, in assoluto, il potere abbia una declinazione asessuata.
Sentiamo parlare spesso del processo di denazificazione dell’Ucraina da parte del Presidente Putin, vediamo le Z utilizzate ovunque in Russia. Che peso ha oggi la propaganda nell’era dei social, quanto gli stessi siano come specchietti che riflettono una notizia, o peggio, una fake news?
La propaganda è da sempre uno strumento per vincere la guerra, lo era anche prima dei social. La propaganda nazista è stata maestra di comunicazione, purtroppo. La novità è l’ostentazione, resa possibile dai social, che sono però solo uno strumento di diffusione della stessa. Prima c’era solo il partito, la voce unica, ora si crea questo gioco di specchi che proietta il messaggio all’infinito. Ognuno di noi è ricettore e messaggero, e per questo siamo tutti responsabili, anche noi utenti, quali compartecipi della diffusione della notizia.
Parliamo della Cina. Il suo attendismo ha la forma ambigua della dittatura o nasconde solo manovre di convenienza economica?
La Cina è un gigante, una potenza economica, gode di una cultura, direi millenaria, della guerra fondata su regole ben precise, sul comportamento da tenere in guerra, fondato quasi su un codice morale. Oggi è chiamata a mediare, in una neutralità solo formale, perché questo attendismo può essere un modo per colpire il bersaglio. Lo insegnano tutte le arti marziali, l’attendismo, la difesa, sono il miglior modo di attaccare e mettere al tappeto l’avversario. Questa cultura della guerra non è stata cancellata neppure da Mao, che pure ci aveva provato; c’è stato un ritorno, se vogliamo, al confucianesimo. Tutto, in Cina, passa attraverso un’ottica retrospettiva, un atteggiamento anche culturale, che si dimostra e mostra pure in guerra.
Ora, in chiusura, per una volta, le faccio la domanda che normalmente fate voi professori all’inizio di un esame. La domanda a piacere. Cosa direbbe per incentivare e promuovere la partecipazione a questi incontri ed eventi?
Ahah, la ringrazio per la domanda a piacere. Intersezioni è un’occasione unica di sentire esperti di vari ambiti, non solo professori, ma anche giornalisti, dirigenti di istituti, esperti, su temi complessi. L’obiettivo è quello di far emergere diversi punti di vista. Un po’ ciò che permette di fare la filosofia, trattare un problema vedendolo da prospettive diverse, del resto quello filosofico è il mio campo…e spero che l’evento venga apprezzato.
Benedetto Mandrone, 8 aprile 2022