Gerini al Bif&st con Tapirulàn: “Come regista ti senti un dio”
(ANSA) – BARI, 01 APR – “Ora ho capito perché i registi si sentono Dio. Puoi chiedere infatti tutto quello che vuoi e niente poi si muove se non sei tu a dire ok.
Ti ritrovi così come un Dio a ricreare un mondo”. A parlare così a Bari, tra ironia e stupore, è Claudia Gerini che ha portato al Bif&st il suo primo film da regista, TAPIRULÀN, passato in anteprima e in sala dal 5 maggio con Milano Talent Factory. Un’opera prima in cui interpreta Emma una originale conseulor che comunica con i suoi molti clienti tramite uno schermo digitale collegato al suo tapis roulant di ultima generazione.
Tanti pazienti, i suoi, a cui Emma risponde puntualmente correndo nel suo enorme salone super luminoso da sembrare un acquario: c’è chi deve accettare e farsi accettare come gay, chi ha un disturbo ossessivo compulsivo, chi ha i più tradizionali attacchi di panico, chi ha problemi con la rabbia e chi, infine, scambia il suo sito per una chat erotica. Rispetto a queste sincopate chiamate, Emma ha sempre una risposta, una rassicurazione, tranne quando a chiamare è la sorella minore (Claudia Vismara).
Attraverso le molte videochiamate è inevitabile che, piano piano, iniziamo a conoscere anche un po’ di Emma, la sua vita, il suo passato, e anche ad intravedere un trauma che sembra averla bloccata per sempre nonostante gli studi di psicologia, bioenergetica è la sua ossessiva passione per la corsa. “In realtà non ho mai avuto il sogno di fare la regista – dice l’attrice al Bif&st -. Poi, leggendo la sceneggiatura (scritta dalla stessa Gerini insieme ad Antonio Baiocco e Fabio Morici), ho pensato che in fondo era un materiale che ero in grado di poter governare”.
Chi è davvero Emma? “Forse anche grazie alla pandemia che ci ha cambiati tutti, è una donna interrotta, una donna abituata a sentire i problemi di tutti, mettendo da parte se stessa, che ho immaginato come senza pelle”. nel cast Stefano Pesce, Maurizio Lombardi, Corrado Fortuna, Daniela Virgilio, Lia Grieco, Fabio Morici, Marcello Mazzarella e Antonio Ferrante. (ANSA).