Marilina Nappi, la femminilità che conquista l’oro ai mondiali di Rosé

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Marilina Nappi, quel tocco di femminilità che conquista l’oro ai mondiali di Rosé in Francia

Marilina Nappi, quel tocco di femminilità che conquista l’oro ai mondiali di Rosé in Francia

Stato Donna. 01 aprile 2022. Stornara. Il lavoro delle donne sempre più apprezzato nella produzione vitivinicola. A darne prova, Marilina Nappi delle Cantine Spelonga. Allegra e vivace, piena di iniziative, è riuscita a conquistare pian piano un proprio spazio nell’ambiente e a farsi rispettare.

Nelle settimane scorse, il riconoscimento è arrivato ai Campionati mondiali del Rosé di Cannes, dove il vino che porta il suo nome, Marilina Rosé, ha vinto l’oro. E presto presenterà un nuovo vino, denominato Klass.

Entrata nell’azienda dei genitori qualche anno fa, pian piano, impegnandosi sia nella conduzione amministrativa che nella produzione vitivinicola, Marilina all’epoca non sapeva niente di vino e della sua produzione, non avendo studiato enologia. Ha imparato, tuttavia,  gradualmente, dall’enologo e dall’agronomo dell’azienda, gli accorgimenti e le tecniche del mestiere e a dare un’impronta personale alla produzione, acquisendo una sua specificità nel metodo di lavorazione delle uve.

Dopo gli studi universitari, ha frequentato un corso per sommelier, a Roma, mettendo di volta in volta in pratica nell’azienda di famiglia, al suo ritorno dai viaggi di studio, quanto appreso. Le abbiamo chiesto di raccontarsi a Stato Donna.

Come sono nate le Cantine Spelonga e quale ruolo lei riveste al loro interno?

“Le Cantine sono nate da una passione dei miei genitori per la produzione delle uve e dei vini e che loro avevano ereditato dai miei nonni. Ora la cantina è diventato il luogo in cui io mi rilasso lavorando, il mio posto del cuore, in cui nascono nuove idee, con il sostegno dei miei genitori e di mio fratello. Amo la parte della lavorazione, mi piace vedere come i piccoli acini di uva possano trasformarsi poi in qualcosa di così magico e poetico come è un buon vino. Adoro il gioco di colori dei rosati, i profumi sprigionati dal mosto durante la fermentazione”.

Il vino denominato Marilina che ha vinto l’oro è un Rosé

“Certamente. Sono anni che il rosato, in generale, sta avendo successo nel mondo dei vini. All’inizio si pensava che fosse solo una moda passeggera questa preferenza per il Rosé. Invece, poi si è giunti a considerare che si tratta di un prodotto di altissima qualità e che è il più difficile e complicato da produrre. Nella nostra cantina, noi abbiamo deciso di ricavarlo dalle uve del Nero di Troia per due ragioni: innanzitutto, perché coltiviamo tale vitigno nei nostri terreni, e poi perché  il Nero di Troia è un’uva che ben si presta alla produzione del rosato per le sue caratteristiche organolettiche”.

Il vino premiato porta il suo nome.

“Inizialmente, sono stati i miei genitori a decidere di dedicarmi questo vino chiamandolo come me per le sue caratteristiche delicate. Pian piano, poi, io ho cercato di valorizzarlo e portarlo, come dire, a somigliarmi sempre di più. Ed ora il  Marilina Rosé 2021 rispecchia quello che sono io: è elegante, forte, si distingue ma senza essere eccessivo, semplice e lunatico ma testardo e determinato”.

Cosa rappresenta per lei l’oro in Francia?

“Il Mondiale dei Rosé di Cannes è il concorso di maggiore prestigio per la categoria dei vini rosati. Inoltre, è risaputo che in Francia la produzione dei Rosé è particolarmente sviluppata e sentita. Un premio proprio in quel paese per un Rosé italiano, in un concorso esclusivamente rivolto ai vini rosati, è dunque senza dubbio motivo di grande soddisfazione. È un’incitazione ad andare sempre avanti, con la stessa passione. Già nel 2018 avevamo vinto la medaglia d’oro nello stesso concorso e sempre con il Marilina. Ciò diventa motivo per evidenziare come la qualità del nostro vino si sia mantenuta  a tal punto da essere confermata e riconosciuta nel tempo”.

Quali sono i suoi obiettivi per il presente e per il futuro?

“Innanzitutto, cercare di valorizzare il territorio puntando sulla qualità dei vitigni autoctoni. Abbiamo già partecipato a vari concorsi, soprattutto con l’intento di far conoscere questa qualità. E abbiamo sempre conseguito premi e riconoscimenti degni di nota. La Puglia è una zona vocata alla produzione vitivinicola, quindi è bello sapere che si riesce a farne conoscere i vini e i vari prodotti della terra. Con le nostre cantine, pian piano stiamo portando, dunque, la nostra area a livelli di considerazione sempre più alti. Secondo me, tutta la filiera di coltivatori e produttori dovrebbe puntare sui propri prodotti enogastronomici, affinché il nostro territorio venga sempre più valorizzato e apprezzato. Noi delle Cantine Spelonga siamo una grande famiglia e ce la stiamo mettendo tutta per raggiungere un tale obiettivo”.

Anticipazioni per il futuro?

“Stiamo per immettere sul mercato il nostro ultimo vino, denominato Klass. Nel produrlo, abbiamo voluto osare, perché abbiamo lavorato su un blend, un misto, cioè, che nasce dall’incontro del Nero di Troia con il Malbec, un altro tipo di uva. Anche la tecnica utilizzata è innovativa: finora avevamo prodotto in contenitori d’acciaio, questa volta abbiamo tenuto il vino per un anno e mezzo in barrique – una piccola botte – e per un anno e mezzo in bottiglia. Infine, anche il packaging è diverso e particolarmente elegante: in velluto con un’applicazione in Swarovski . E in tale forma la bottiglia si presenta da sola visivamente. Amplieremo ancora la gamma dei nostri prodotti evidenziando sempre che si tratta di prodotti locali”.

Daniela Iannuzzi, 1 aprile 2022