Lia Sava è la prima donna procuratrice generale di Palermo

StatoDonna, 24 marzo 2022. Lia Sava, 58 anni, è la prima donna procuratore generale di Palermo nominata dal plenum del Csm. Sava è attualmente Pg di Caltanissetta e ha svolto tutta la carriera tra Bari, città di cui è originaria, e Palermo, dove ha lavorato nella Dda sin dai tempi del procuratore Gian Carlo Caselli. È stata tra i pm dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e a Caltanissetta si è occupata di delicatissime indagini sulle stragi.

Sava-come riporta antomafiaduemila.com ha commentato: “Sono molto onorata per questa nomina, conosco bene la Sicilia, avendo lavorato per 15 anni alla Procura di Palermo e per altri 5 anni a Caltanissetta, come aggiunto. Conosco questa terra e la sento come se fosse la mia terra e sono per questo particolarmente onorata di prendere il posto di Roberto Scarpinato. Metterò in questo incarico il massimo impegno, con senso di responsabilità e studio serrato delle carte. Ho chiuso il processo Borsellino quarter, in appello, Capaci in appello, ho incontrato collaboratori di giustizia tra Palermo e Gela. Sono consapevole della delicatezza dell’impegno che assumo”.

E poi ancora ha aggiunto: “Credo che la Sicilia sia una terra meravigliosa – prosegue – sia dal punto di vista delle intelligenze che dal punto di vista delle tante capacità di resistere ai colpi della sorte, ma anche ai colpi della criminalità organizzata. È una terra che ha saputo reagire e provare a sverminarsi, quando è stato necessario. Soltanto che, accanto a quelli che hanno un’intelligenza votata al bene, vi sono coloro che hanno un’intelligenza votata al male e questo crea delle insidie, che bisogna con altrettanta intelligenza e determinazione contrastare. Bisogna uscire da questa ambiguità, bisogna cercare di concentrarsi sempre votando al bene l’intelligenza. Quando si dice che la Sicilia è terra di mafia, la Campania terra di camorra, Calabria terra di ‘Ndrangheta, è limitativo. Le indagini fatte in questi anni ci dimostrano che la criminalità è inserita in altri contesti e lo sforzo di fare funzionare le intelligenze votate al bene deve essere uno sforzo fatto per concentrare le migliori intelligenze italiane verso uno slancio etico”.

 

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