Il civismo, il Pd e il caso della candidata sindaca Santa Scommegna

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Santa Scommegna (foto barlettalive.it)

StatoDonna, 22 marzo 2022. È Santa Scommegna la candidata sindaca del Pd e di una serie di civiche a Barletta, dove si voterà a maggio per il rinnovo del consiglio. La dirigente comunale ha avuto il beneplacito di Emiliano. “Una donna eccezionale, di sinistra, molto competente e stimatissima, sostenuta dalla parlamentare del Pd Assuntela Messina e dal partito regionale” ha detto il governatore durante la conferenza stampa di presentazione.

Tutto bene se non fosse che è scoppiato il caso nello stesso Pd, ma non quello di Barletta, d’accordo con la candidatura, ma in quello nazionale, nel M5s e in Si, che non tollerano la riproposizione del civismo sulla scia delle contestazioni nella precedente amministrazione. Cosimo Cannito, il sindaco dimissionario eletto nel 2018, si ripresenta contro la dirigente comunale sostenuto da una coalizione di centrodestra.

Francesco Boccia (foto batmagazine.it)

L’orientamento di Si e M5s a Barletta, per ora, va verso la scelta di una “terza casella” rispetto ai due poli, aggregando anche altre forze politiche. Se questa divergenza nella coalizione di centrosinistra sia strutturale o legata alla contingenza del caso emerge dal documento che Si, Pd, Articolo 1, Europa Verde e Italia in comune hanno redatto insieme lo scorso febbraio, incontro a Bari con i rappresentanti regionali. Mai come in questo caso rinfrescare le linee guida può essere utile a comprendere ciò che è fissato e ciò che, in qualche modo, si sfalda o si ricrea a ogni elezione. Infatti, a tal proposito, quanti contestano la candidatura le ripropongono.

Fra gli altri punti, i partiti si impegnano “a far rivivere l’alleanza regionale anche nelle scelte amministrative, evitando il ricorso a operazioni ‘trasformistiche’ di un certo civismo, fatta salva l’autonomia locale”. In testa al documento la sigla del M5s non c’è ma le reazioni del gruppo di Barletta e del senatore Ruggiero Quarto sono state critiche nei confronti della scelta non ritenuta “nuova alternativa” rispetto al civismo, già contestato nei mesi di Cannito al governo.

Barletta sarà l’ennesimo laboratorio di civismo targato Emiliano o della dissoluzione di alleanze verso nuove e future autonomie progettuali?