StatoDonna, 12 marzo 2022. Alexandra Cardone ha 17 anni, è di Carapelle, frequenta il liceo classico e la sera del 9 gennaio ha avuto un incidente terribile.
Tornava a casa con amici da una pizza a Trani, l’impatto dell’incidente le ha provocato un trauma osseo e vascolare, con lesione dell’aorta e della vescica che l’hanno tenuta in rianimazione per quasi un mese, l’altro in terapia riabilitativa.
Come hobby fa anche la modella, ha partecipato a Miss Rossonera a Miss Grand Prix classificandosi, in finale, fra le prime dieci. “Mi hanno già richiamato per il prossimo agosto e ritornerò, voglio riprendere a fare le stesse cose. In questo lungo periodo mi sono sentita circondata da un amore enorme, mi dicevo che non potevo permettermi la lagna, che dovevo farcela, che dovevo sopportare quel tubo senza andare in escandescenza, cosa che succede spesso. Temevano che me lo strappassi e invece no, ho resistito e si sono anche meravigliati di questo. Ringrazio loro, gli angeli, che mi hanno dato una seconda vita, che mi hanno permesso un po’ alla volta di riprendere a bere e a mangiare, e io non potevo mandar giù nemmeno l’acqua, intubata com’ero. Medici e infermieri sono stati la mia seconda famiglia, poi la sera quando restavo sola sì, era un po’ brutto. Ma ora che sono a casa la mia guarigione accelera perché sono con i miei genitori e amici”.
L’8 marzo è uscita dall’ospedale di S. Giovanni Rotondo e sta pian piano riprendendo la sua vita. Cammina con le stampelle e si sta rimettendo al passo con la scuola. “Quando sono entrata in ambulanza, la sera dell’incidente- dice sua madre Cristina Buttacchio- lei era lucida, mi parlava e mi diceva ‘mi fa male il cuore’.
Le hanno dato il codice rosso, forse senza capire la gravità della situazione ma per fortuna, dico. Quando con l’elisoccorso è stata trasportata a S. Giovanni Rotondo, prima dell’operazione, la dottoressa ha detto a me e a Pasquale, mio marito, chiedendomi di firmare: non sappiamo se ce la farà. Dentro aveva lo sfracello, e sembrava nulla dall’esterno, l’aorta, la frattura del bacino e delle costole, quella della vescica, anche se quest’ultima operazione non l’ha fatta più, si è risolto senza intervento”.
Gli infermieri e i medici della rianimazione che l’hanno vista uscire, quasi non potevano crederci. Cristina, quando parla con Stato Donna, è molto attenta a non farsi ascoltare da Alexandra: “Non voglio che riviva qui momenti, anche se lei lo sa”.
Infatti Alexandra sa tutto, anche se ricorda poco dell’incidente e nulla del coma farmacologico, tranne i sogni di quei lunghi giorni: “Ero vestita di bianco e mi incontravo con dei miei amici come fossero delle serate normali, poi ho parlato con Padre Pio che mi ha detto di comprare quaderni, matite e colori per i bambini che non possono permettersi l’istruzione. È come se mi avesse preannunciato quello che sta avvenendo. So che a Carapelle ci sono dei bambini ucraini appena arrivati e vorrei donarli a loro”.
Ma c’è anche un’altra iniziativa a riguardo. “Abbiamo già contattato una scuola in Africa fondata da due medici di S. Giovanni- spiega la madre- che hanno perso la loro unica figlia, proprio come unica è la nostra, in un incidente stradale. Faremo a loro la donazione, li abbiamo già contattati, poi vedremo per altre associazioni”.
Da un monitor i genitori seguivano tutte le fasi dei suoi risvegli. “Abbiamo dormito giorno e notte nella sala d’aspetto perché, causa Covid, non potevamo entrare nella sua stanza- prosegue la madre Cristina- poi ci sono riuscita io facendo il tampone ogni due giorni. Quando entravo e la vedevo così gonfia di farmaci non la riconoscevo, mi dicevo ‘questa non è mia figlia’”.
Ma è stato anche questo sdoppiarsi dalla realtà a darle la forza: “Non ci ho mai creduto che stava male, dal momento in cui mi ha parlato in ambulanza guardando negli occhi mio marito quasi per dirgli: papà mi dispiace se ti ho deluso per quello che è capitato. Perché Alexandra è così, e si fa voler bene da tutti. Pensa che quando la dottoressa mi ha detto che non si sapeva l’esito dell’operazione io mi chiedevo se, per caso, non avesse sbagliato persona. Io non ho mai versato una lacrima in questi mesi, adesso sì, di gioia”.
Con una grande torta e una festa con musica e dj, i parenti e gli amici hanno salutato il suo ritorno a casa. Una preparazione “a sorpresa”, come si usa fare, ma sorprendente, davvero, il suo ritorno alla vita.
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