Masserie Santagatesi lancia l’allarme: “Tutto più caro, l’agricoltura muore”
StatoDonna, 17 febbraio 2022 È l’inverno più difficile che ricordi per l’agricoltura di Capitanata Antonella Russo, avvocata, proprietaria agricola di Sant’Agata di Puglia, promotrice del comitato di agricoltori “Masserie Santagatesi”. Ci fu un “autunno caldo” nel 2018, quello che portò gelate e raccolti distrutti, ed è questo il termine di paragone con il presente.
Oggi lancia un’istanza che è un vero e proprio allarme: “Al Governo, alla Regione, ai politici della Capitanata: intervenite per calmierare il prezzo del concime, del gasolio agricolo e del caro energia che sta mettendo in ginocchio gli agricoltori di Capitanata”. Si uniscono, a “Masserie Santagatesi”, associazioni e Comuni. Altragricoltura, Arcicaccia, Asp Zaccagnino, Terre e Vita, Rete Spac, Agricoltori riuniti di Sicilia, Collegio agrotecnici laureati di Foggia e Movimento 24 agosto. Fra i Comuni, quello di Troia, Lacedonia, Panni, Roseto Valfortore, Celle S. Vito, Lacedonia (comune limitrofo alla Capitanata), Accadia, Montaguto”.
La prima questione riguarda il prezzo del grano: “A metà gennaio 2022 il prezzo era sui 55-54 euro, sta calando, arriverà a 51,50 euro. Fra un po’ sbarcheranno le navi dal Canada perché ci sono i raccolti invernali e ci troveremo, oltre che di fronte al danno, anche alla beffa di aver speso tantissimo ma con i ricavi che non coprono i costi”.
Fa un po’ di conti: “270 euro per 3 quintali di seme che coprono un ettaro, 180 euro di concime in presemina, 1 quintale di Urea, che va dato in questo periodo (100 euro) altri 2 quintali per febbraio-marzo. Poi c’è il diserbo, il costo di lavorazione, insomma, se ne vanno mille euro per un ettaro di coltivazione”.
Chiede un intervento serio per aiutare l’agricoltura e “per la sopravvivenza delle aree interne perché, se muore quest’attività che continua a essere quella prevalente, muoiono queste zone già soggette a spopolamento, questo nella totale indifferenza dello Stato e della Regione”. Ai sindacati, che hanno già segnalato la situazione, chiede “azioni più incisive”.
“Siamo il granaio d’Italia, la Regione dovrebbe farsi carico dei problemi perché molti paesi della Capitanata si reggono sull’agricoltura, molti ragazzi la praticano come attività, non esclusiva, ma la praticano. Se si continua così si allontaneranno ulteriormente da queste terre per andarsene al centro e al nord. Assisteremo a un’emorragia demografica”.
All’assessore all’agricoltura Pentassuglia chiederebbe di recarsi di persona in queste aree interne dei Monti Dauni “per rendersi conto di persona dei disagi che si vivono. Innanzitutto i furti nelle campagne, con le centrali operative a Foggia o a Cerignola ci si impiega molto più tempo nelle risposte. Chiediamo più presidi delle forze dell’ordine invece vedo che sono attenzionati molto i grandi centri, non i nostri”. Il concetto è lo stesso a proposito delle proteste degli autotrasportatori: “Hanno scioperato e hanno avuto l’attenzione di media e politici, nei confronti delle nostre proteste non vedo la stessa attenzione”.
Comunque, nemmeno troppo di rado, gli agricoltori lanciano allarmi per le calamità sul raccolto. “È vero, io mi sono fatta promotrice in queste aree delle ‘calamità per le gelate’, vedi quella nel 2018. Io ho percepito 600 euro per 10mila euro di danni, l’iter prevede, fra l’altro, una perizia che costa molto”.
Ha anche lanciato una chat whatsapp formata dagli agricoltori della sua zona per cercare sostegno fra i vari componenti. Sulla questione dei furti una tregua si è vista dopo l’installazione dell’impianto di videosorveglianza, il Comune ha partecipato a un bando: “Eravamo arrivati al punto che ogni giorno subivamo furti, stavamo la mattina a lavoro e la notte a vigilare su macchine e movimenti sospetti intorno alle nostre terre. Il patto per la sicurezza ci ha sicuramente sostenuto ma è necessario avere impianti sempre efficienti”.