Contro lo schwa petizione dei linguisti: “Non azzerare conquiste femminili”
StatoDonna, 17 febbraio 2022. Lo schwa torna a far parlare di sé. La lettera rovesciata è stata usata, per la prima volta, nei verbali di un concorso universitario. Lo rendo noto Massimo Arcangeli (in foto copertina) linguista e scrittore, ordinario di Linguistica italiana all’Università di Cagliari, che ha lanciato una petizione contro il suo uso. L’appello è stato sottoscritto, fra gli altri, da Massimo Cacciari, da Alessandro Barbero e migliaia di altre persone.
“Siamo di fronte a una pericolosa deriva- scrive Arcangeli- spacciata per anelito d’inclusività da incompetenti in materia linguistica, che vorrebbe riformare l’italiano a suon di schwa. I promotori dell’ennesima follia, bandita sotto le insegne del politicamente corretto, pur consapevoli che l’uso della “e” rovesciata” non si potrebbe mai applicare alla lingua italiana in modo sistematico, predicano regole inaccettabili, col rischio di arrecare seri danni anche a carico di chi soffre di dislessia e di altre patologie neuroatipiche. I fanatici fautori dello schwa, proposta di una minoranza che pretende di imporre la sua legge a un’intera comunità di parlanti e di scriventi, esortano a sostituire i pronomi personali “lui” e “lei” con “ləi”, e sostengono che le forme inclusive di “direttore” o “pittore, “autore” o “lettore” debbano essere “direttorə” e “pittorə”, autorə” e “lettorə”, sancendo di fatto la morte di “direttrice” e “pittrice”, “autrice” e “lettrice””.
“Ci sono voluti secoli per arrivare a molti di questi femminili. Nel latino classico “pictrix”, come femminile di “pictor”, non esisteva. Una donna che facesse la pittrice, nell’antica Roma, doveva accontentarsi di perifrasi come “pingendi artifex” (‘artista in campo pittorico’)”.