La scienza, le ragazze, le donne: incentivi per le facoltà Stem

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Maria Cristina Messa. Foto: Corriere della Calabria

StatoDonna, 11 febbraio 2022. È stato pubblicato il decreto del ministro dell’università e della ricerca Maria Cristina Messa per incrementare il valore degli importi minimi delle borse di studio dall’anno accademico 2022/2023.

Ulteriori incrementi sono previsti, fra gli altri, per le studentesse iscritte ai corsi di studio in materie STEM (l’acronimo indica le iniziali delle discipline Science, Technology, Engineering, Mathematics) per le quali l’importo della borsa di studio spettante è incrementato del 20%.

“Questa misura rappresenta il segno concreto dell’impegno continuo che abbiamo messo in campo nell’agevolare studentesse e studenti che vogliono investire nella propria formazione” dice il ministro, Maria Cristina Messa. “È un sostegno che consente loro di allargare le possibilità di scelta, che li supporta nella decisione di frequentare l’università lontano da casa e li incentiva a scegliere percorsi STEM”.

Foto: Cosmosmagazine

Oggi si celebra la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza che si celebra in tutto il mondo l’11 febbraio istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite per  riconoscere il ruolo fondamentale che le donne e le ragazze svolgono nel campo della scienza e della tecnologia.

Nel 2021- riporta Save the children– in Italia le immatricolazioni universitarie registrano un aumento delle donne iscritte alle facoltà STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica).  Il nostro paese si attesta al 22% delle ragazze che scelgono corsi scientifici sul totale delle iscritte. Pur registrando un aumento in particolare per le immatricolazioni in informatica e tecnologie ICT (+15,74%), le materie scientifiche continuano ad essere percepite dalle ragazze come “poco adatte” a loro, sebbene – in base all’ultima ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children – appassionino e incuriosiscano il 54% delle adolescenti a scuola.

“Cresce tra le bambine e le ragazze, in Italia e nel mondo, la consapevolezza del loro valore e del contributo che possono dare in ambito scientifico. L’acquisizione di una piena “cittadinanza scientifica” è considerata oggi da molte come un diritto fondamentale per rispondere alle sfide ambientali e della salute. Tuttavia il divario di genere è molto presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi, ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti” dice Raffaela Milano Direttrice dei Programmi Italia- Europa di Save the Children.

“Gli investimenti del Piano nazionale ripresa e resilienza rappresentano una occasione unica per fare un deciso cambio di marcia, l’occasione per sostenere e far fiorire i talenti scientifici delle ragazze che vivono in Italia. Servono interventi mirati, quali piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze – a partire da quelle che vivono nei contesti più svantaggiati – l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori: nella matematica, le scienze, l’ingegneria e le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini” prosegue Raffaela Milano.

Save the Children sottolinea come occorra incentivare la partecipazione delle ragazze al mondo scientifico perché sarà il primo passo per riconoscere il ruolo delle donne e delle ragazze nella scienza, non solo come beneficiarie, ma anche come agenti di cambiamento per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030.

“L’accesso delle bambine e delle ragazze a materie scientifiche e tecnologiche è fondamentale oggi per far progredire la nostra società: l’uguaglianza di genere, anche nella scienza, è cruciale per perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare quelli che riguardano la salute e il benessere, l’energia pulita e accessibile, il consumo e produzione responsabili e la lotta alla crisi climatica” conclude Raffaela Milano.