StatoDonna, 8 febbraio 2022. Studia il mare e il lago, le risorse biologiche, la qualità ambientale, “queste sono le nostre specificità”. Lucrezia Cilenti, nata in Foresta Umbra, a 10 anni si trasferisce a Vico, frequenta il liceo classico e si laurea in biologia marina ad Ancona.
“Sono poi tornata convintamente nella mia terra, non mi pento di nulla”. È ricercatrice del Cnr, responsabile dell’Irbim di Lesina, consigliera comunale a Ischitella eletta nel 2017, consigliera provinciale da una settimana nella lista “Insieme per la Capitanata”.
Sei mai stata iscritta a un partito?
Sono civica e ho sempre preferito stare fuori dalle bandiere. Sono al servizio del territorio, sono una pasionaria del territorio anche se di qualche luogo ho solo un’infarinatura generale.
Di quali luoghi?
Dei Monti Dauni, vorrei conoscerli meglio e raccogliere le loro istanze.
Sei più esperta di mare e lago
Conosco il Gargano costiero e bene Ischitella, un paese piccolo ma con grandi opportunità. Ho lavorato con un assegno di ricerca a un Por e su questa base si fonda una piccola produzione di ostriche nel lago di Varano, un’attività di nicchia. Ho cercato di costruire una cooperativa di donne che collaborasse nell’affiancamento degli operatori della pesca e nella preparazione delle “corde”.
Com’ è andata?
Ne ho riunite cinque o sei, ma al momento non esiste ancora una cooperativa sulla carta.
Il granchio blu può essere un’opportunità, vero?
Sì, di recente abbiano tenuto anche uno show-cooking a Napoli. È una specie aliena che abbassa la biodiversità nel nostro ma ha un suo valore economico, in questo senso abbiano indirizzato lo studio a Lesina con l’obiettivo di rendere i pescatori sempre più imprenditori. Uno studio che riscosso l’interesse in Italia e in Europa. Il rischio di impresa però da noi è un enigma.
Perché?
È una challenge, diciamolo in inglese, spesso si ha paura di affrontarla e per questo serve investire in formazione. Faccio un altro esempio. Era partita un’impresa di trasformazione di prodotti ittici ma si è fermata, per lo stesso motivo.
Raccontaci il mare secondo te
Il mare è la libertà, è superare i confini, sono anche un sub. Quando ti immergi la paura è un movente che ti fa andare in profondità come nel nostro io. Il lago è un po’ un pantano.
Come ti senti nel tuo nuovo ruolo a Palazzo Dogana?
Sono una che mette le mani in pasta, a cui piace lavorare sulle cose, avere dei risultati, non sono medaglie che ci si appunta al petto. L’idea è quella di operare in una prospettiva territoriale, adesso vediamo anche la programmazione e pianificazione del Pnrr. Sono onorata della fiducia espressa nei miei confronti, la raccolgo con senso di responsabilità e umiltà per svolgere al meglio il compito affidato.
I sindaci eletti nell’ultima tornata di comunali sono tutti uomini
Io lotto per le donne, per creare opportunità, ho fatto anche uno “sciopero” nel 2017, di carattere politico, perché la giunta del sindaco non rispettava la parità di genere. Non mi presentavo in aula in segno di protesta e, nel frattempo, abbiamo segnalato quanto avveniva alla consigliera regionale di parità. Gli assessori, dopo l’intervento del Tar, sono passati da una a due donne su 5 uomini.
Sì lo so, non è semplice per le donne, io ho lottato per guadagnarmi stima e fiducia, è stato molto importante essere sempre presente sul territorio. Ci occupiamo anche di cultura del nostro Gargano.
In che modo?
Con altre tre donne abbiamo formato un’associazione, “SerendipitA 3 L” è il nome, per valorizzare il Gargano come “comunità patrimoniale”. Molti dei temi sono affrontati nel libro “Il Gargano negli occhi”, scritto da Lucia Tancredi, di S. Marco, che vive a Macerata.
Da Ischitella a Lesina ogni giorno
Sono 60 km da casa al luogo di lavoro, non è una grande distanza ma non è nemmeno vicinissimo. Però a me piace viaggiare…
Che esperienza è stata quella della vita in Foresta Umbra?
Mi ha dato un imprinting particolare, nel senso che io ero abituata alle stagioni, ai fiori, alla primavera, alla neve che ci isolava, spesso anche senza acqua. Avevo questo rapporto di meraviglia con la natura e con ciò che mi circondava. Stavamo lì perché mio padre era una sottufficiale della Forestale. Quando sono arrivata a Vico a 10 anni non è stato semplice adattarsi, gli altri erano presi dalle cose della città o del piccolo paese mentre io ero vissuta in altro modo, con una diversa sensibilità ambientale.
Hai qualche rimpianto?
No, rifarei tutto ma se potessi farei qualche esperienza all’estero per lavoro, questo sì, mi manca.
Ci puoi sempre pensare…
Se avessi più tempo…
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