StatoDonna, 4 febbraio 2022. “L’anno prossimo non lo farò”. E puntualmente arriva il ripensamento, con la solita fumata bianca per il conduttore della kermesse canora made in Italy, quello che è stato definito “AmaTER” al pari del Mattarella bis. Perché Sanremo è Sanremo. Ed ecco servito il menù fisso.
STUZZICHERIA. Un po’ di attesa come l’odore del piatto che sta per essere servito in tavola.
ANTIPASTI. Fritto misto di polemica innescata dall’esibizione di Achille Lauro come il peperoncino nelle penne all’arrabbiata. Il peperoncino, ingrediente principe di questo piatto da dosare bene e nel caso di “Domenica” il peperoncino ha prevalso sull’amalgama dei sapori come un incentivo per il reflusso gastroesofageo. Esibizione da non proporre ad apertura festival soprattutto perché è un programma per famiglie, e il cuoco Amadeus conosceva benissimo gli ingredienti. Come lasciare un bambino davanti alla tv in balìa di qualsiasi film senza la compagnia di un adulto.
Monologhismo eccessivo e proposto in orari diversi, penalizzando il monologo sull’unicità di Drusilla Foer, monologo che andrebbe fatto vedere in tutte le scuole.
ASSAGGI VARI. Scelte musicali non conosciute ai più come Highsnob e Hu al pari dei piatti serviti per accontentare i palati più esigenti.
PIATTO DELLA CASA. Il piatto della tradizione, quello che non tradisce, che accontenta tutti e non è trasgressive. Sono le scelte musicali “sanremesi” come Morandi, Ranieri, Zanicchi per non scontentare i clienti abituali.
PATATINE FRITTE E COCA COLA. I cantanti seguitissimi sui social come instagram e tiktok per attirare i giovanissimi come le patatine fritte e la coca cola.
Come in ogni caso, al padrone di casa si accompagna sempre una signora, le co-conduttrici, cerimonieri di questa rituale tavolata non devono mancare come le padrone di casa, i comici come lo zio simpatico che ti fa sganasciare durante il pranzo e il monologo su cui riflettere recitato dallo zio maturo e saggio.
IL GUANCIALE. Per non rovinare l’impiattamento, un ingrediente che dà garanzia al festival, il maestro Peppe Vessicchio, colui che mette d’accordo tutti, che ha avuto provocatoriamente un voto nella salita al Quirinale perché il suo nome non avrebbe scontentato nessuno, come la nonna che riesce ad accontentare tutti i suoi commensali a tavola nel pranzo della domenica, dai più grandi ai più piccoli.
“Dirige l’orchestra il maestro Peppe Vessicchio” è un mantra perché Sanremo senza Vessicchio è come l’amatriciana senza il guanciale .
Perché per quanto i clienti possano lamentarsi di qualche ingrediente nel menù, delle novità, per quanto possano continuare a parlare, Sanremo è ormai un appuntamento immancabile. Come il pranzo della domenica a casa della nonna, con il suo ragù con la ricetta tramandata da anni, con i suoi odori, sapori e le sue spezie.
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