“In Puglia un’incidenza di 2.000 nuovi casi di tumore polmonare l’anno”
Roma, 1 febbraio 2022 – “In Puglia si registra un’incidenza di 2.000 nuovi casi di tumore polmonare l’anno. Il 5% circa ha la traslocazione ALK, ovvero circa 100 pazienti l’anno, di cui almeno 60/70 sono in fase di malattia avanzata”, spiega Domenico Galetta, Responsabile della struttura dipartimentale di oncologia medica toracica Istituto tumori Giovanni Paolo II, Bari.
I pazienti adulti con tumore non a piccole cellule ALK+ in stadio avanzato hanno oggi una opzione in più: lorlatinib, approvato in regime di rimborsabilità per il trattamento in monoterapia di pazienti che, dopo trattamento con alectinib o ceritinib come terapia di prima linea oppure crizotinib e almeno un altro TKI anti-ALK, abbiano avuto una progressione di malattia. Il nuovo farmaco è un inibitore della tirosin chinasi (TKI) di terza generazione, disegnato specificatamente per superare la barriera ematoencefalica e agire quindi a livello cerebrale, nonché per essere attivo anche in pazienti precedentemente trattati con in cui si siano sviluppate delle mutazioni secondarie di resistenza.
Il tumore al polmone è una delle neoplasie più diffuse, in Italia è la seconda più frequente negli uomini e la terza nelle donne, e causa un numero di decessi superiore a quello di qualunque altra forma di cancro. Grazie alla ricerca scientifica, negli ultimi anni è stato però possibile individuare numerose alterazioni molecolari che sono alla base del suo sviluppo e che possono rappresentare dei target terapeutici. Fra queste l’alterazione a carico del gene ALK (Anaplastic Lymphoma Kinase) – un riarrangiamento dovuto alla fusione di due frammenti di geni -, presente nel 4-5% dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC), con una maggiore incidenza in pazienti più giovani (sotto i 50 anni) preferenzialmente – ma non esclusivamente – non fumatori. In presenza dell’alterazione viene prodotta una proteina mutata che promuove la crescita tumorale e la metastatizzazione delle cellule neoplastiche.
“Sebbene la Puglia sia dotata di un PDTA in cui i tempi per la definizione del test genomico sembrano essere tutelati, c’è sicuramente – sottolinea Galetta – ancora una quota di questi pazienti – verosimilmente un 20% – che rappresenta il sommerso diagnostico. Avere a disposizione lorlatinib quale opzione terapeutica per i pazienti ALK+ è una notizia positiva poiché ci permette di trattare i pazienti con tumore metastatico avanzato dopo fallimento con precedenti terapie e agire efficacemente sull’encefalo, facendo regredire le metastasi cerebrali. Si tratta di pazienti che rispondono molto bene ai trattamenti al punto che la loro sopravvivenza viaggia nell’ordine di anni laddove – solo qualche anno fa – viaggiava nell’ordine di mesi”.
Gli inibitori della tirosin-chinasi ALK sono una classe di farmaci capace di bloccare l’azione della proteina mutata, dimostrando efficacia nel trattamento dei tumori che presentano tale alterazione molecolare. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti trattati con i TKI di prima generazione va incontro a una progressione della malattia a causa dello svilupparsi di mutazioni secondarie. Sebbene molecole di seconda generazione siano state sviluppate proprio per superare il problema delle resistenze, altre mutazioni di resistenza portano inevitabilmente ad una progressione di malattia ulteriore, specialmente a livello del sistema nervoso centrale.
Lo studio di fase 1/2 multicentrico (B7461001) ha coinvolto 139 pazienti precedentemente trattati con uno o più TKI ALK, il 67% dei quali aveva metastasi cerebrali al momento dell’arruolamento. I risultati mostrano una risposta obiettiva complessiva al trattamento (ORR) del 42,9% per i pazienti trattati con uno o più ALK TKI, con tasso di risposta intracranica (IC) del 66,7%, e del 39,6% per i pazienti trattati con due o più ALK TKI, con un 52,1% di tasso di risposta IC.
“Dopo essere stati pionieri nello sviluppo di farmaci target per il trattamento del tumore del polmone non a piccole cellule ALK positivo, siamo orgogliosi in Pfizer di poter oggi rendere disponibile anche in Italia lorlatinib, una nuova ed efficace opzione terapeutica che offre ai pazienti affetti da questa patologia, in progressione da precedenti terapie, l’opportunità di continuare un percorso terapeutico basato sulla medicina di precisione, con un impatto positivo sulla qualità della loro vita”, conclude Alberto Stanzione, Direttore Oncologia di Pfiz
Riferimenti bibliografici
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