Accettare non vuol dire rassegnarsi, impariamo dalle nostre emozioni

Stato Donna, 27 gennaio 2022. Sarebbe bello poter eliminare Il dolore, la sofferenza e i vissuti negativi dalle nostre esistenze, ma ad oggi ciò che possiamo fare è imparare ad attraversare le tempeste con le giuste munizioni. Spesso la sofferenza che proviamo dipende dalla non accettazione di una condizione di vita, e tutto questo ci porta a provare frustrazione per il mancato raggiungimento di uno scopo che tanto desideravamo.

Quando non ci sono altre strade percorribili, tutto ciò che possiamo fare è ridimensionare il valore che ha questo scopo non raggiunto per noi, e imparare ad accettare il suo mancato raggiungimento e attraversare lo stato doloroso. Se noi pensiamo al termine “accettazione”, siamo soliti dare una sfumatura negativa, perché confondiamo questo termine con quello di “rassegnazione”. Accettare, per noi, vuol dire prendere consapevolezza rispetto ad una condizione, comprendere lo stato in cui si è, per non bloccarsi lungo un cammino evolutivo, e per non sprecare energie verso qualcosa di immodificabile.

Dobbiamo comprendere che non tutto è in nostro potere, e che non tutto può essere controllato! A tal proposito mi piacerebbe farvi conoscere una forma di psicoterapia cognitivo comportamentale che basa il suo lavoro sull’accettazione, l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT; pronunciata come una singola parola che in inglese significa “azione”, e non A-C-T). L’acronimo di ACT è il seguente:A = Accetta i tuoi pensieri ed emozioni; C = Connettiti con i tuoi valori; T = Traduci i tuoi valori in azioni.

Nell’ACT si lavora su due fronti: accettare gli eventi esterni e accettare gli eventi interni (emozioni, pensieri). Accettare l’esperienza emotiva che stiamo vivendo, bella o brutta che sia, vuol dire attraversarla, viverla e accoglierla, senza mettere in atto i comportamenti disfunzionali generalmente usati e che non hanno portato a niente di buono.

Questa forma di psicoterapia, oltre ad aiutare il paziente a essere consapevole dei propri pensieri, emozioni e comportamenti, mette in risalto i valori della persona nel percorso terapeutico, e favorisce azioni e comportamenti rispetto a ciò che realmente conta per il paziente.

Ciò che dobbiamo modificare in noi, è il tentativo di evitare a tutti i costi di provare emozioni negative. In questo tentativo disperato di sfuggire alla sofferenza psicologica, in realtà non facciamo altro che alimentarla, perché il non essere disponibile a entrare in contatto con esperienze personali particolari, mi farà perdere molte energie e forze affinché non sfugga niente al mio controllo.

Il principio è che più combattiamo per evitare il presentarsi di una particolare emozione o pensiero che ci spaventa, più questo tentativo aumenta e mantiene la nostra sofferenza. Impareremo a soffermarci su grandi domande forse spesso trascurate: Cosa conta davvero per me? Quali sono i miei valori? Per cosa voglio realmente impegnarmi?

L’ACT ci porta in contatto con ciò che realmente è importante per noi, per farci scoprire quali sono i valori che guideranno il nostro cammino terapeutico, proprio come una bussola direziona il nostro percorso. Essere flessibili, vivere il momento presente per come si presenta, agire in base ai nostri valori, avrà un impatto qualitativamente positivo nella nostra vita. Chiediamoci “Quello che sto facendo rende la mia vita ricca e significativa?” Ascoltiamo bene le risposte dentro di noi….

Marianna Caroprese, 27 gennaio 2022

 

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