Stato Donna, 19 gennaio 2022. Il Comitato dei genitori protesta contro la chiusura di tutte le scuole comunali dell’infanzia deliberata dall’amministrazione, 9 plessi in tutto, compreso un asilo nido. Per domenica 23 gennaio, alle ore 10.30, è stata organizzata una manifestazione in piazza Cesare Battisti mentre ieri, all’ingresso della scuola Angela Fresu in via Consagro, alcuni di loro hanno espresso con dei cartelloni il loro “no” alla decisione. Di seguito, le motivazioni dei genitori dei bambini che frequentano le scuole comunali dell’infanzia.
“La protesta del Comitato Genitori nasce dall’aver appreso, in modo inaspettato, la notizia sulla chiusura delle scuole comunali dell’infanzia e dell’unico nido comunale (dal prossimo anno scolastico). La dirigenza ha sorpreso letteralmente la cittadinanza, con la delibera pubblicata il 10 gennaio (a iscrizioni già aperte per la scuola statale!)”.
“Questa decisione ha messo in agitazione tutte quelle famiglie che all’improvviso hanno dovuto scegliere una nuova scuola in cui fare un nuovo inserimento, con nuovi compagni e nuove maestre. Il tutto dopo 2 anni di isolamento sociale, restrizioni e rinunce. I nostri figli non sono dei numeri né tanto meno dei pacchi postali. Tra loro ci sono anche delicate questioni che riguardano i bambini con disabilità. Abbiamo ricevuto un pessimo trattamento da parte della dirigente e quindi è stato abbastanza facile coinvolgere le famiglie dopo questa brutta notizia, non solo quelle che hanno scelto le scuole comunali, ma anche quelle i cui figli l’anno prossimo, andranno alla primaria. Questo dimostra come le nostre scuole comunali rientrino nella comunità di cui ci sentiamo parte, da quando siamo nati, e che per noi tutti rappresentano una vera istituzione”.
“Noi abbiamo diverse proposte funzionali ai problemi che indubbiamente ci sono stati negli anni scorsi ma i numeri, i dati delle iscrizioni, le motivazioni riportate nella delibera andrebbero rivisti. Alcune scuole sono al pieno regime ed hanno anche molti spazi in più da poter sfruttare. Inoltre le insegnanti svolgono il loro lavoro materno di educatrici anche da 25-26 anni, come sarà possibile avviarle ad un lavoro di ufficio, in uffici già stracolmi di dipendenti? Perché non ci hanno coinvolto prima di questa drastica decisione? Perché chiudere anche i plessi frequentati da un numero di bambini pari alla capacità ricettiva? Perché non assicurare per lo meno la conclusione del ciclo scolastico di tutti i bambini attualmente iscritti? Perché destinare le strutture scolastiche ad alloggi popolari, (come si vocifera) anziché preservarne la funzionalità e la bellezza all’interno dei quartieri che sono cresciuti letteralmente intorno a loro? Le domande sono tante ma di risposte, ancora nulla. È per questo che, nonostante i pochi giorni a disposizione, abbiamo raccolto e protocollato circa 1.500 firme”.
IL COMITATO GENITORI
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