Mariangela Abbatantuono: “Ecco l’extravergine d’oliva, 100% made in Italy”
Stato Donna. 14 gennaio 2022. Ritornare a piantare olivi seguendo modelli culturali adatti alle specificità del territorio. Per l’azienda agricola Abbatantuono è il valore della tradizione di famiglia che fa la differenza nel loro successo, che consiste nella coltivazione con metodi antichi, sani e genuini, sperando che in futuro si continui un lavoro che dura da circa quattro generazioni.
Un viaggio attraverso l’olio dove, in provincia di Bari, e un incontro con Mariangela Abbatantuono, un’esperta della tradizione colturale dell’olivo specifica per il nostro territorio.
Si è parlato della filiera dell’olio Abbatantuono, un’azienda rurale come erano quelle di un tempo: “Il progresso tecnologico nella nostra azienda non è avvenuto” – Racconta Mariangela Abbatantuono – “E’ rimasto tutto come una volta e questo si traduce in una qualità del prodotto finito migliore rispetto ad altri. La nostra è un’azienda che ha voluto mantenere tutte le culture contadine tradizionali e nasce nel 2016, dal valore delle tradizioni dei nonni per la produzione dell’olio extravergine nelle nostre terre, ubicate nel territorio di Palo del Colle e Bitonto”.
Con queste premesse, nota Mariangela, tutti i passaggi sono importanti a cominciare dal nostro territorio. Quanto è difficile coltivare olivi secolari? Quale lavoro e cure hanno avuto per ottenere olive meravigliose?
“Per prendersi cura degli olivi secolari occorre innanzitutto, avere amore per la propria terra. La coltura tradizionale di questa generosa pianta è un patrimonio Pugliese che riesce a crescere in suoli rocciosi, adottando una tecnica di gestione del suolo per arricchire il terreno effettuando lavorazioni tutto l’anno. Questo ci ha portato un arricchimento in sostanze organiche del terreno e non solo, infatti, le piante vengono mantenute e tagliate perché attirano gli insetti utili, che contrastano quelli dannosi”.A proposito di curiosità sulla produzione dell’olio Abbatantuono, come avviene la vostra raccolta e spremitura?
“Dopo la raccolta, che avviene rigorosamente a mano, le olive velocemente raggiungono il frantoio, perché uno dei segreti per produrre un grande olio consiste proprio nella rapidità del raggiungimento alla spremitura che avviene a freddo.. Le olive vengono sversate all’interno di un grande imbuto collegato ad una tramoggia, la quale fà si che le olive salgano attraverso una scala mobile e vadano al lavaggio con abbondante acqua potabile. Poi le olive passano in una sorta di giostra che le smuove, facendole cadere in un frangitore a martelli, che rompe le olive con il nocciolo. Da qui si passa alla fase più importante che è quella della gramolatura. Essa consiste nel mescolare la pasta d’olive fino a quando non sarà pronta per la fase successiva, dove avviene la separazione per centrifuga e le molecole dell’acqua e dell’olio si separano, così il nostro olio viene acquisito all’interno di silos, per poi essere successivamente imbottigliato”.
Che tipo di olio producete?
“Il nostro oro giallo è il risultato della spremitura di due cultivar: la coratina e l’ogliarola. Il risultato è un aroma rotondo ed un po’ piccantino e questo, ci ha avvantaggiato anche sul mercato del Nord Europa, dove non gradiscono un olio corpulento, forte e troppo piccante e quindi il nostro olio, già al frantoio è pronto per la mensa”.
Qualità del prodotto ma anche il packaging ho notato che si distingue dal solito.
“Devo dirti che ci tengo, soprattutto perché so che le bottiglie di vetro ci fanno rendere conto dell’olio che compriamo, ma c’è clientela che dopo avere degustato il nostro olio, decide di acquistarne in confezioni regalo, ideali per un’occasione dove il packaging elegante è importante.
Per questi motivi, la clientela sceglie anche le nostre bottiglie d’olio artigianali in ceramica”, precisa Mariangela Abbatantuono e conclude con una citazione piena di significato: “La mia ombra e quella dell’ulivo s’incontrano, si uniscono. Poter lasciar qui la mia ombra frenetica e prendere quella paziente dell’olivo” Fabrizio Caramagna.