A Foggia chiudono scuole dell’infanzia comunali, del caso si parla anche a Bologna

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Foto: Agrigentooggi.it

Stato Donna, 13 gennaio 2021. A Foggia chiudono tutte le scuole dell’infanzia comunale e diventa un caso di cui si parla a Bologna. La notizia rimbalza su un blog che si occupa di tutto quanto avviene nella fascia d’età 0-6 anni, riprendendo quanto scritto nelle varie delibere della commissione di Foggia.

A Foggia chiudono scuola infanzia.

L’articolo, firmato da Laura Branca, esordisce : “Cancellati tutti i servizi educativi zerosei comunali con un solo colpo di spugna. Chiusi con una delibera, tutti, ma proprio tutti, i servizi gestiti dal comune di Foggia. Ad avviare la pratica sono Marilisa Magno e Rachele Grandolfo della Commissione straordinaria, le quali hanno sostanzialmente condiviso la proposta della dirigente del Servizio Pubblica Istruzione, Silvana Salvemini.

Si chiude per questioni di numeri. Si prevede la chiusura di otto scuole e un nido già dal prossimo anno. Secondo quanto riportato nella delibera i bambini iscritti quest’anno nei servizi educativi Statali e paritari sono oltre 3400. Solo 314 sono iscritti al sistema comunale che potenzialmente potrebbe accogliere più di 600 bambini”.“No” dei sindacati

Il blogo prosegue: “Secondo il ragionamento delle prefette si chiude tutto perché l’offerta Statale, che è gratis, e l’offerta paritaria privata, che ha orari e calendari più estesi, soddisfa già le esigenze delle famiglie. I cittadini -si afferma sempre nella delibera- in nessuno modo saranno messi in difficoltà”.  Si fa poi riferimento alle dichiarazioni della Cisl che ha riunito in biblioteca le maestre per esprimere pubblicamente la sua totale contrarietà a questa scelta. Nella tarda serata di ieri anche la Cgil ha avanzato le sue proposte”.

Ma riprendiamo dal blog:  Chiudono tutti compresa l’unica scuola che fa il “pieno” di iscritti: 60 su 60 anche quest’anno. Perché? Chiudono tutte le scuole e come si legge nella nota della PA “potranno beneficiare per i propri figli dell’offerta formativa gratuita assicurata dalla scuole dell’infanzia statali, insieme ai servizi educativi che caratterizzano anche le scuole paritarie private della nostra città, senza sostenere il costo della retta annuale che oscilla dagli 80 ai 700 euro per le scuole dell’infanzia comunali e dagli 80 ai 350 euro per gli asili nido; senza trascurare i vantaggi aggiuntivi dell’opportunità di conciliare il lavoro con la scuola, sfruttando ad esempio il tempo prolungato anche oltre le ore 19”.

“Ma nessuno contempla il fatto che oltre 300 bambini l’anno prossimo perderanno la propria scuola e il nido, il personale e i compagni di riferimento. Salde certezze che danno sicurezza e benessere ai bambini in anni in cui sono importanti più che mai. Chiude tutto il sistema pubblico in un anno davvero particolare in cui è quasi scontato il calo d’iscrizione dato che molte famiglie hanno scelto di non iscrivere i figli ai servizi per via della pandemia.

Così si chiude un sistema pubblico, che con ogni probabilità fino a qualche tempo fa, era chiamato “il fiore all’occhiello del sistema” e così facendo si sbilancia il sistema verso il privato. Un privato che domani avrà maggiore potere di contrattazione rimanendo l’unica forza in campo sia per tipo di offerta: calendari e orari magari a oltranza, che per i costi di gestione…Infine a inizio pandemia erano stati molti a sottolineata l’importanza di mantenere i servizi pubblici e a gestione diretta.

Ora questa importanza è completamente dimenticata a favore di servizi privati che avranno molti nuovi iscritti l’anno prossimo. I privati aumenteranno ancor più con i finanziamenti del PNRR destinati allo 06 perché nessuno si è ricordato di fissare dei paletti per mantenere effettivamente il sistema “integrato” (pubblico/privato) che già da ora, soprattutto al sud, sta scivolando sempre più verso il tutto privato”.