Femminicidi, non è riconosciuto il diritto di una donna a porre fine a una relazione
Stato Donna, 9 gennaio 2022. Anche il 2022 comincia con un femminicidio. In realtà è stato ucciso dal proprio padre il piccolo Daniele, ma è stata colpita al cuore sua madre, la propria compagna, colei a cui l’assassino aveva giurato amore.
Non dimentichiamo i femminicidi nel foggiano in era pandemica: Nunzia Comperchio e Anna Petronelli a Cerignola, Roberta Perillo a San Severo, Filomena Bruno e Tiziana Gentile a Ortanova e l’elenco non si ferma qui.
La maggior parte degli assassini vengono dichiarati incapaci di intendere e di volere. Ricordano quei delitti mafiosi che avvenivano in Sicilia che erano dichiarati delitti d’onore per sottrarli alle fitte maglie della giustizia.
I diritti umani sono meritevoli di essere perseguiti, ma nonostante la loro desiderabilità non sono riconosciuti né dappertutto, né in egual misura. Non è riconosciuto il diritto di una donna a porre fine ad una relazione.
Durante una separazione giudiziale, che diventa conflittuale anche sul piano personale, con denunce e allerta dei servizi sociali, bisognerebbe monitorare in modo capillare lo stato psico-fisico del coniuge. E neutralizzarlo per tempo, mediante un’azione sinergica e di efficace comunicazione fra i vari organi preposti. Per enunciare diritti fondamentali delle persone bisogna considerare la parità di genere, non si può prescindere. È necessario spostare l’attenzione da “proteggere” il diritto del coniuge abbandonato che diventa aggressivo, al “difendere” la coniuge che abbandona, che diventa vulnerabile.
Il problema degli omicidi non può essere scisso da problemi di carattere storico, sociale, psicologico, economico, etico e morale. Come società ci possiamo chiedere se siamo responsabili dell’educazione che ricevono taluni ragazzi, da violenti e arroganti fino ad usare la galanteria come forma malcelata di maschilismo o talune ragazze che, pur di non perdere l’amato, sopportano ogni mancanza, che credono a tutte le promesse di redenzione e giustificano tutto il male ricevuto.
Come individui possiamo pretendere che lo Stato applichi le garanzie istituzionali e giurisdizionali e che tuteli i diritti e le libertà fondamentali di tutti. Possiamo pretendere che gli organi di vigilanza effettuino i controlli dovuti. Possiamo pretendere di dare maggior spessore ai bisogni morali e materiali delle donne, e, se il diritto è il parametro del progresso di un popolo, valutare la necessità di far sorgere nuovi diritti, non soltanto per
proclamarli, ma per goderne effettivamente.
Rosanna Eugenelo, 9 gennaio 2022