Assunta Di Matteo: “Un ufficio di Parità che progetta e sa dare risposte”

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StatoDonna, 2021. La nomina di Consigliera di Parità della provincia di Foggia è arrivata dopo 7 mesi. Assunta di Matteo è stata designata dal presidente Nicola Gatta a maggio scorso mentre la ratifica dal ministero del Lavoro è di qualche giorno fa.

È stata una lunga attesa

Quasi un parto, anche se di sette mesi.

Qualcuno racconta dell’attesa intollerabile nelle ultime settimane. Sei sempre rimasta tranquilla?

Sì, diciamo, ironizzo perché è meglio essere costruttivi che polemici. Ci sono state delle richieste di integrazione di documenti in questi mesi da parte del Ministero, per questo il ritardo, da quello che so.

Perché è importante una consigliera di Parità

Non hai idea di quanti messaggi di auguri ho ricevuto dalla mia nomina, e mi chiedevano anche: ma che farai? Penso che la gente non sappia nemmeno cosa fa una consigliera di Parità che non è “della Provincia”, anche se logisticamente mi trovo lì, anche se sono stata designata dal presidente Gatta e scelta in base a una comparazione curricolare. Quello della consigliera è un piccolo presidio del ministero del Lavoro sul territorio, non della “Provincia”.

Quindi è un ruolo poco conosciuto?

Paradossalmente abbiamo un ruolo perché bisogna educare alla naturalezza della parità che non è per nulla naturale, come vediamo ogni giorno.

A Foggia e provincia come in altre parti d’Italia, o siamo più “all’antica” sulle questioni femminili?

Non siamo diversi dal resto d’Italia, se facciamo il paragone con il resto d’Europa in quanto a valorizzazione delle competenze e condizioni paritarie, noi siamo certamente agli albori. Ma non credo che ci siano differenze fra un paese del sud e uno del nord. Io mi occupo di progetti sociali in agricoltura, e l’agricoltura è un campo prevalentemente maschile. Eppure, tranne rari casi, problemi non ne ho avuti. Da ieri, ti dico, l’assemblea delle fattorie sociali mi ha nominata vicepresidente. Riunione online, e meno male che esiste anche questa possibilità del remoto.

Pensi che il ruolo della consigliera di Parità abbia espresso le sue potenzialità in questi anni in Capitanata?

Non spetta a me giudicare il lavoro della mia predecessora, che vorrei incontrare per parlare di ciò che è stato fatto. Io lavorerò sulle disparità in ambito di lavoro, secondo le mie prerogative, sul comportamento, sulle discriminazioni, e anche sul linguaggio che viene utilizzato, cosa che spesso non ha la giusta considerazione.

Palazzo Dogana

Qual è la difficoltà delle donne sul lavoro, da quello che percepisci?

Conciliare i tempi di vita e lavoro, a volte accorciare la pausa pranzo e tornare prima a casa sarebbe possibile ma non si fa.

Gli “attori territoriali” quanto sono importanti nel tuo programma?

Fondamentali, voglio incontrare i vari protagonisti del territorio, anche per capire se e come si può lavorare insieme. Creare una rete è il mio obiettivo, ascoltare la consigliera di Parità regionale, confrontarmi con l’assessora Barone, delegata al welfare e acnhe alle pari opportunità, è bene ricordarlo. Ho già un bel rapporto con lei e si è mostrata disponibile in varie circostanze. Conosco, per questioni professionali, anche il capo dipartimento del welfare in Regione.

Ricevo telefonate di donne allarmate per problemi di violenza familiare, si rivolgono a me, proprio qualche settimana fa l’ultimo caso, l’ ho fatto presente a “Impegno Donna”. Con i Cav- uno in più adesso nei 5 reali siti- c’è una sintonia programmatica, ovviamente.

Foggia commissariata crea più difficoltà nelle interlocuzioni?

Spero di creare un’alleanza con tutti i Comuni e con la commissaria Marilisa Magno, ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti, della struttura tecnica dei Comuni, delle politiche sociali per portare avanti dei progetti.

 Quale progettualità hai in mente?

Penso innanzitutto a un ufficio di Parità che possa dare delle risposte immediate a chi chiede determinate cose, è importante creare un equipe che sappia orientarsi in tempi brevi di fronte a specifiche richieste.

Sei esperta di progetti e di fondi strutturali. Di cosa ti stai occupando?

Ne devo discutere e capire meglio l’ambito di azione in cui operare. A riguardo ho inviato qualche comunicazione ai Comuni e devo dire che ci sono stati buoni riscontri.

Anche nel settore dell’occupazione femminile si potrebbe agire?

Il filone occupazionale è molto importante, c’è un progetto che sto portando avanti in un’altra regione che si chiama “Orto” e che riguarda l’occupazione delle donne vittime di violenza. Anche qui, se fosse possibile, si tratterebbe di capire dove svolgerlo, e questo riguarda ogni tipo di progetto. La provincia è vasta, come il campo della parità, certo il mio Comune è Foggia, la mia città.

Paola Lucino, 16 dicembre 2021